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Una decisione

Una decisione

 

Buongiorno!
Condivido una sessione fatta qualche giorno fa con me stessa.
Sto ristrutturando l’appartamento di famiglia a Monza, nel quale ho scelto di avere sia lo studio
che l’abitazione. Il problema è relativo alla mia indecisione (da 0 a 10 mi sento indecisa 8 e
vorrei portarla a 0) su quale stanza della casa destinare allo studio e dove sistemare invece la
mia zona living.
Comincio sul punto Karate con “anche se ho ancora dei dubbi su dove sistemare la zona giorno
e la zona studio nella casa che sto sistemando a Monza, io mi amo e mi accetto e mi apro alla
possibilità di avere una visione chiara e potente (da 0 a 10 la sento chiara a 2) della situazione
ottimale, lasciando perdere qualsiasi giudizio e pregiudizio da parte mia”,
Sopra la testa “I dubbi che ho ancora “
Extra punto 1 “I dubbi che ho ancora”,
Fianco degli occhi “voglio fare una scelta per il massimo beneficio mio e della casa – intesa
come sistema vivente – e quindi voglio trovare un accordo favolervole sia a me che alla casa e
mi viene da dire anche per mia sorella”,
Sotto gli occhi “…ma questa (mia sorella) è un’altra cosa”,
Sotto il naso “vedo l’immagine di mia sorella aggrappata strenuamente alla casa come se
tenesse stretto fra le braccia un pallone gonfiabile da spiaggia che rappresenta la casa. La
vedo davanti a me, la palla è al centro della mia visione a 4/5 metri da me e mia sorella è sulla
destra aggrappata con le braccia e con le gambe alla casa a forma di palla. Dietro di lei, quindi
davanti a me all’estrema destra, c’è la sua casa sempre raffigurata come un pallone gonfiabile
da spiaggia ma con le braccia, che prendono mia sorella per i fianchi e cercano di tirarla nella
propria direzione.
Di fronte a questa visione mi sento mancante di una parte di libertà necessaria a prendere
decisioni riguardo la casa. Percepisco questa mancanza come un tappo di sughero di 8 cm di
diamentro conficcato nella parte sinistra del petto e che in parte infastidisce il cuore e faccio le
tre frasi di logosintesi sull’aggrappo disperato di mia sorella in questa immagine, con l’intento
di risolvere la mia indecisione e lasciare andare il tappo.
Al termine della seconda frase di logosintesi, ricevo la chiara informazione di mettere per
iscritto i termini già decisi a voce con mia sorella, riguardo a chi abiterà la casa nei prossimi
quattro anni e a come verranno amministrate le relative spese che la riguardano. Sento che
questo suggerimento ristabilisce equilibrio nel rapporto luisa-alessandra-casa.
Poi vado con terza frase.
Alla fine della terza frase, la casa appare a 4/5 metri da me sempre come un pallone da
spiaggia gonfiabile ma appeso ad un filo, mia sorella si sistema i vestiti un po’ sgualciti, è
girata verso destra e si dirige verso il pallone che rappresenta la sua nuova casa e sta per
abbracciarlo. L’abbraccia. Ritorna però ad attaccare la schiena alla casa di Monza…stavo già
seguendo l’impulso di essere io questa volta ad andare ad abbracciare la casa!
Faccio la prima frase di logosintesi sul nuovo scenario “schiena attaccata”.
Bevo un po’ d’acqua…mi sono arrivati pensieri molto veloci che riguardano la disposizione
ottimale di alcuni mobili in cucina e questo mi lascia con un senso di maggior chiarezza (da 0 a
10 è 5) che però è ancora insufficiente per il mio obiettivo.
Decido di fare un nuovo giro di EFT.
“Anche se sento che per la zona studio è più adatta la stanza gialla e invece l’avrei voluta
tenere come living tutta per me, mi amo e mi accetto completamente e profondamente”,
Sopra la testa “sento un mio rifiuto nel prendere in considerazione la ex-sala (cioè il locale
attualmente destinato allo studio”,
Extra punto 1 “questo rifiuto lo sento a 9 nello stomaco”,
Fianco degli occhi “sento un rifiuto nello stomaco a 9 come se volessi vomitare qualche cosa”,
Sotto gli occhi “Questo rifiuto a 9 nello stomaco”,
Sotto il naso “questa voglia di vomitare qualcosa nello stomaco”,
Sotto la bocca “questa voglia di allontanare lo studio dalla mia vita (mi sorge il dubbio che non
sia lo studio come parte della casa, bensi il fatto di studiare…e con il tour-de-force di
formazione fatto in questi ultimi anni sarebbe anche ora archiviare lo studiare per un po’!)”,
Clavicole “questa volgia di allontanare lo studio dalla mia vita”,
Sfregamento della mani “allontanare lo studio dalla mia vita”.
Il rifiuto è sceso a 7 (grande sbadiglio), percepisco la zona studio come evanescente, forse per
i colori che i muri e il pavimento hanno al momento…o forse è la disposizione dei pochi mobili
che ci sono dentro.
“Anche se ho ancora un’immagine della studio evanescente e poco definita, io mi amo e mi
accetto completamente e profondamente e mi apro ad avere una visione chiara dei colori e
della disposizione dello studio, per sentire chiaramente che questo studio è presente e che ha
diritto di esserci”,
Sopra la testa “mi apro a sentire la presenza di questo studio”,
Extra punto “mi apro a sentire la presenza di questo studio”,
Fianco degli occhi “do il benvenuto allo studio con la sua personalità e poi vediamo di trovare
un accordo per far coincidere la sua e la mia personalità, un accordo fra il suo bisogno di
essere utilizzato ed il mio bisogno di utilizzarlo”,
Sotto gli occhi “Mi apro a questa possibilità”,
Sotto il naso “Benvenuto allo studio”,
Clavicole “Benvenuto allo studio”,
Punto karate (sbadiglio) “Anche se ho un’immagine della studio come se stesse entrando in
punta di piedi nello spazio personale che ho davanti a me, mi amo e mi accetto completamente
e profondamente e mi apro alla condizione di accoglierlo e osservarlo senza giudizio e senza
pregiudizio, in modo neutrale”
Fianco degli occhi “Accolgo lo studio e lascio che sia, senza giudizi e senza pregiudizi”
Sotto gli occhi “Lo vedo come un quadrato, tipo cartone animato, a 3-4 metri davanti a me,
che sbatte gli occhioni”
Sotto il naso “Vedo che fra me e lui c’è un ostacolo, come se fosse una scrivania”,
Clavicole “Questo quadrato animato ha anche le braccia e le mani e me ne tende una”
(sbadiglio) Sopra la testa “E mi stringe la mano…è molto timido, è una stanza della casa molto
timida e vedo che al suo interno ha un grande fuoco vitale che arde, una grande voglia di
rendersi visibile”.
Faccio un profondo respiro e immagino di essere lo studio e con logosintesi vado con la frase
“recupero tutta la mia energia legata (grande sbadiglio!) all’imbarazzo di essere me stesso,
anche con la mia potenzialità e il fuoco che mi arde dentro e riporto tutta questa mia energia
nel giusto posto dentro me stesso”.
Lascio agire e poi ricomincio con EFT “Anche se ho bisogno di accendermi ed esprimermi ma ho
paura di farlo, io mi amo e mi accetto completamente e profondamente”
Extra punto “Ho paura a 5-6…”
Sotto il naso ”Adesso la paura sta aumentando e va a 7”
Clavicole “La paura sta diminuendo come se io (studio) prendessi più consistenza, come se mi
sentissi più capace di sostenere me stesso, come se provassi più diritto ad essere”
Sotto il braccio “Più diritto ad essere”
Sfregamento delle mani “Provo più diritto ad essere”
C’è una pausa di alcuni minuti come di semi-trance e alla fine la paura è scesa a 0.
“Allontano tutta l’energia estranea legata allo spazio che ancora manca per essere pieno del
potere della fiamma di vita che già un po’ mi arde dentro e l’allontano da ogni mia cellula, da
ogni mio corpo, da ogni livello del mio sistema e la rimando nel giusto luogo e nel giusto
tempo del vero sè al quale realmente appartiene”
Lascio agire…e poi bevo.
Con tre respiri profondi e consapevoli ritorno ad essere me stessa e faccio una frase di logo:
“Recupero tutta la mia energia legata agli occhioni timidi del quadrato animato davanti a me e
la riporto dentro me stessa nel posto nel quale realmente appartiene”
“Anche se non ho ancora bel chiaro dove mettere lo studio e dove mettere il living, però ho
chiaro che lo studio ha bisogno di essere acceso, illuminato e colorato, e questo è sicuramente
un passo avanti, io mi amo e mi accetto per questo e mi apro alla possibilità che nelle
prossime ore o anche nei prossimi minuti ci sia un’intuizione che mi permetta di definire ancora
meglio ciò di cui questo studio ha bisogno”…e nel dire questa frase mi rendo conto che
l’intuizione è già lì, e cioè che “lo studio ha già trovato il suo posto (va bene dove è adesso) e il
living anche, e che le pareti dello studio hanno bisogno di essere colorate per esprimere la
propria personalità…dei particolari colorati non bastano…il color ciliegia, il porpora e l’arancio
chiamano la mia attenzione. Intuisco anche che il colore deve avere caratteristiche di
luminosità e protagonismo. Un colore che si faccia notare, un colore che si esprima, un colore
che esprima chiaramente se stesso…(tutte queste frasi le ripeto borbottando fra me e me
mentre continuo a sbadigliare e sfrego le mani)”.
Decido quindi che il prossimo passo da fare è quello di andare in un colorificio ben fornito di
prodotti particolari, brillanti, magari di smalti perlati e protagonisti che portino luminosità allo
studio. Finiture in cui ci siano dell’oro e dell’arancio…dei colori caldi e vibranti di vita, che
trasmettano movimento, accoglienza.
Mi soffermo un attimo a pensare allo studio e alla zona living e sento che per quanto riguarda
l’assegnazione dei locali ho ancora un piccola perplessità…un 3 di perplessità…
Punto Karate “Anche se ho ancora qualche piccola perplessità, tipo un 3, nella parte destra del
petto, riguardo a dove ho messo il living, io mi amo e mi accetto completamente e
profondamente”
Extra-punto 1 “questo 3 di perplessità nella parte destra del mio petto”,
Fianco degli occhi “questo 3 di perplessità nella parte destra del mio petto ”,
Sotto gli occhi (forte espirazione) “l’incertezza nel mio petto si sta spostando in mezzo al petto
e sta diventando un 2. Sento un parallelepipedo in mezzo al petto”,
Sotto il naso “Sento un parallelepipedo pesante mezzo dentro e mezzo fuori appoggiato in
mezzo al petto sia a sinista che a destra…pesa però un po’ di più verso sinistra, come se
avesse un spigolo più pronunciato”,
Sotto la bocca “questo parallelepipedo che preme”,
Clavicole “questo parallelepipedo che preme”,
Sfregamento delle mani “questo parallelepipedo che preme”,
Sopra la testa “Il parallelepipedo si sta sciogliendo”,
Extra punto 1 “grazie al parallelepipedo per il suo aiuto”,
Fianco degli occhi “Il parallelepipedo è sempre più leggero e sottile”,
Sotto gli occhi “Il parallelepipedo sta scendendo verso lo stomaco ed è sempre più morbido e si
sta sciogliendo come se fosse ghiaccio in un liquido molto caldo e mano a mano che scende si
scioglie”,
Sotto la bocca “mano a mano che scende si scioglie”,
Clavicole “mano a mano che scende si scioglie”,
Sotto il braccio “mano a mano che scende si scioglie”,
Sfegamento della mani “mano a mano che scende si scioglie”.
Tre bei respiri profondi e consapevoli e faccio il punto della situazione.
Mi arrivano immagini della studio arredato anche con mobili e quadri orientali e vedo che
stanno molto bene. Sta bene anche un tappeto ma più grande rispetto a quello che c’è già.
“Anche se c’è un 1 di perplessità pensando alla zona living…ma forse è il nome con cui chiamo
questa zona che non mi piace…’sala’ non mi piace…’salotto’ neanche…come posso chiamare
quella parte della casa?…’zona ricreativa’ ?…non mi piace neache questa definizione…”
Mi rendo conto che la sessione è stata lunga ed impegnativa e che è uscito un sacco di
materiale. Decido di fermarmi qui.
Sento il mio sistema che sta continuando ad elaborare informazioni e a riprogrammarsi alla
luce di quanto emerso.
Bevo un bel bicchiere d’acqua.
Dico un’ultima frase: “adatto tutti i miei sistemi al nuovo assetto energetico e gli permetto di
integrarsi velocemente con il resto che già funziona”.
Mi stiracchio e mi alzo per andare in colorificio…quando torno scriverò anche la lettera per mia
sorella!
A presto e buoni logo-picchettamenti,
Luisa

Luisa Ferrario
Life&Business Coach, ACC
+39 349 7504324
www.ricchidivita.com
luisa@ricchidivita.com

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