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TAI SU UN CASO DI AGGRESSIONE

Lavoro come psicologa nella provincia di Belluno, da anni ormai ho integrato il mio
lavoro in studio con EFT e successivamente TAI, perché ho notato che queste tecniche
sono come un catalizzatore che facilitano e rendono più veloce il processo di
guarigione.

IL CASO DI L. , 45 ANNI

Prima seduta
L. arriva in studio da me dopo aver subito un’ aggressione sul posto di lavoro, l’
aggressione risale a 2 giorni prima, non riesce né a dormire né a mangiare da quel
giorno, continua a rivivere l’aggressione subita, non riesce a pensare ad altro.
L. mi racconta nel dettaglio la dinamica dell’evento: iniziata come un banale diverbio
per poi sfociare nell’aggressione. Al termine del suo racconto gli dico che dalla
prossima seduta inizieremo a lavorare con una tecnica chiamata TAI, TAI sta per
“Tecniche di alchimia interiore”, una tecnica molto potente ed allo stesso tempo molto
semplice che va a lavorare sui 3 dantian, “i nostri 3 cervelli” il primo dantian si trova
4 dita sotto l’ ombelico, il secondo al centro del petto ed il terzo fra le sopracciglia.
Spiego a L. che TAI lavora su tutte quelle situazioni che sono state “troppo” per noi,
che vengono così “incapsulate” in modo “non funzionale” per il nostro sistema e tutto
ciò che viene incapsulato non varia con il passare del tempo, rimane appunto
cristallizzato in attesa di essere poi scongelato, elaborato e digerito. TAI essendo una
tecnica di riequilibrio cosciente delle energie e di sviluppo delle possibilità umane ci
consentirà di lavorare su 3 elementi:
– l’utilizzo consapevole dei 3 cervelli,
– il potere dell’intenzione attraverso la parola
– l’applicazione pratica del principio alchemico “solve et coagula”
Ovvero: prima dissolvi ciò che ha creato e mantenuto la situazione disturbante che
stai vivendo, successivamente orienti il tuo intento verso un risultato desiderato ed
infine lo manifesti nella realtà.
Questa tecnica ci regala la possibilità di trasformare il piombo che ci portiamo
appresso in oro e quindi in nuove risorse e potenzialità.
Chiedo a L. se se la sente di trasformare il vissuto dell’aggressione che equivale a
piombo in oro, lui risponde in modo affermativo.
Concludo la seduta con un piccolo esercizio di radicamento per dargli sollievo in
attesa di rivederlo la volta successiva.
Esce dallo studio leggermente più rilassato di come è entrato, concordiamo di
rivederci il giorno successivo.
Seconda seduta
L. mi dice di aver rifatto l’esercizio a casa, (l’avevo registrato), mi dice di essere
riuscito a dormire qualche ora e ha mangiato qualcosa, anche se più per “dovere” che
per fame.
Inizio la seduta facendogli fare un po’ di radicamento, lo invito poi a portare il respiro
sul primo dantian, la sua attenzione va subito sull’immagine della mano dell’aggressore:
• primo dantian: riprendo il mio potere e libero tutta l’energia trattenuta nell’immagine della mano dell’aggressore che si sta avvicinando e tutto ciò che
significa per me
• secondo dantian: ora lascio andare ogni attaccamento ed identificazione a
questa immagine e a ciò che rappresenta per me
• terzo dantian: genero ordine ed armonia dentro di me rispetto a questa
immagine e a ciò che rappresenta per me.
Chiedo a L. cosa sia cambiato, ora l’ attenzione va sul ricordo tattile della stretta
dell’aggressore:
• primo dantian: riprendo il mio potere e libero tutta l’energia trattenuta in questo
ricordo tattile e ciò che significa per me
• secondo dantian: ora lascio andare ogni attaccamento ed identificazione a
questo ricordo tattile e ciò che significa per me
• terzo dantian: genero ordine ed armonia dentro di me rispetto a questo ricordo
tattile e a ciò che significa per me.
L. ora risente il fastidio provato in quel momento, la sensazione era di impotenza, non
riusciva a liberarsi dalla stretta, provava rabbia e paura, il pensiero va sul fastidio del
contatto con quelle mani. Procedo in questo modo:
• Faccio ripetere la procedura di TAI esterna sulla sensazione di fastidio provata
in quel momento
Gli chiedo cosa sia cambiato: un pensiero gli provoca rabbia, ira: “ho permesso a
quella persona di toccarmi!.” Chiedo a L. Quanto sia forte questa emozione da 0 a 10,
mi risponde 9. Ora lo porto a lavorare su:
• Questo pensiero, tutto ciò che significa per lui e tutto ciò che gli risveglia
• sulle fantasie associate a questo pensiero
• sulle credenze associate a questo pensiero
La rabbia cala a 2.
Concludo la seduta con le frasi di armonizzazione:
“armonizzo tutti i miei sistemi a questa nuova consapevolezza” e “armonizzo tutti i
miei sistemi ai cambiamenti in corso”
L. riferisce di sentirsi molto stanco fisicamente, non vede l’ora di andare a casa per
riposarsi e più alleggerito a livello di mente ed emozioni.
Terza seduta
L. entra nello studio dicendo che quando ripete il lavoro della scorsa seduta a casa le
emozioni che vengono smosse sono ancora parecchie, riesce a dormire di più durante
la notte ma si sveglia spesso, ora riesce a fare i tre pasti ma senza un reale senso di
appetito. Si sente più attivo durante le sue giornate, non è più tornato a lavoro dal
giorno dell’aggressione.
Inizio la seduta con il solito esercizio di radicamento, lo invito poi a portare l’
attenzione sul primo dantian.
L. rivede il diverbio prima dell’aggressione, procedo con TAI esterna facendolo
lavorare su:
• le singole scene che emergono,
• le fantasie associate a queste scene
• le credenze associate a queste scene
• armonizzazione al nuovo livello di consapevolezza raggiunto
A questo punto gli chiedo cosa sia cambiato: non ha più quelle scene davanti agli
occhi, si sente più leggero, come se si fosse tolto un peso, sorride, per la prima volta.
L. ora rivede la scena dell’aggressione, gli faccio alcune domande per capire come sia
questo ricordo: sta osservando la scena come se si trovasse leggermente più in alto
rispetto a sé stesso.
Faccio eseguire a L. Tai laser:
• primo dantian: riprendo il mio potere e libero tutta l’energia trattenuta in questo
spazio – tempo (aspetto un “segnale” da parte sua che la prima frase sia stata
“digerita” (sospiro, sbadiglio ecc…), la sento fare un grosso sospiro)
• secondo dantian: ora lascio andare ogni attaccamento e identificazione alla
paura e alla rabbia connessa a quello spazio – tempo (anche stavolta aspetto un
“segnale” anche qui arriva un grosso sospiro)
• terzo dantian: genero ed invio frequenze armoniche a me stesso in quello
spazio – tempo (qui arriva uno sbadiglio).
Gli chiedo cosa sia cambiato, la sua attenzione va al senso di protezione che ha
sentito quando i colleghi sono intervenuti e hanno portato via l’aggressore. Decido di
usare Tai interna:
• primo dantian: attingo energia dal senso di protezione percepito in quel
momento e la guido nel mio centro
• secondo dantian: accordo questa energia alla mia essenza
• terzo dantian: oriento questa energia verso l’obiettivo di superare nel miglior
modo possibile questo difficile momento della mia vita
Dopo questa frase L. si concede un pianto liberatorio, sente il bisogno di stendersi sul
lettino che ho in studio, sente che tutto il suo corpo sta digerendo le ultime
informazioni elaborate. Si sente leggero dentro.
Ultima seduta
L. inizia la seduta dicendo che riesce a dormire la notte, si sveglia quasi sempre
riposato e gli sta ritornando la voglia di mangiare, riesce ancora a percepire il gusto
del cibo.
In questa seduta ha lavorato su:
• conflitto torno a lavoro subito o aspetto ancora qualche giorno
• fantasie e credenze relative a questo conflitto
• vari pensieri/paure relative al suo rientro
A fine seduta faccio un piccolo test di kinesiologia per capire se è davvero pronto per
rientrare a lavoro. Il test me ne dà la conferma.
L torna al lavoro 3 giorni dopo.
Dopo l’ultima seduta relativa all’aggressione, vedendo i benefici ottenuti con questa
tecnica, L. ha scelto di continuare il suo percorso, ci si sono infatti altri episodi della
sua vita che vuole rielaborare con TAI.
Ringrazio Andrea per tutto ciò che mi ha insegnato, ora ho uno strumento in più nella
mia “valigia degli attrezzi”.

Dottoressa Elisa Bulf
psicologa
operatrice TAI
Cell: 347.7304556
mail: elisa.bulf.bl@gmail.com

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