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TAI Sistemica

EFT e TAI sono metodiche che ben si integrano con diversi approcci che vanno dal coaching all’introspezione più approfondita. In questi anni abbiamo assistito a diverse applicazioni di EFT abbinata alla PNL, ad esempio per raggiungere il peso ideale, per trasformare le abitudini, per apprendere le lingue con maggiore facilità, come evidenziato dai libri e DVD targati MyLife Edizioni ad essi dedicati.

TAI si è resa protagonista della nuova versione di AGER, che contava giù sul decennale contributo di EFT. Ora nel panorama delle tecniche energetiche trova spazio una nuova metodica, in questo caso con valenza di intervento nella relazione d’aiuto, frutto della felice intuizione della D.ssa Tommasi. Grazie all’integrazione tra il modello delle Sculture (e delle Costellazioni) e le Tecniche di Alchimia Interiore è nata TAI Sistemica, un approccio che utilizza appieno le potenzialità di TAI nel delicato ambito del lavoro sul sistema familiare. Di seguito l’articolo a firma dell’ideatrice della metodica.

Le sculture familiari e le tecniche di alchimia interiore

Scultura familiare….
Già solo pronunciare queste due parole mi dà la sensazione di grandiosità, reverenza e rispetto: così come attraverso una scultura l’artista fa emergere la sua parte più profonda, emotiva e creativa così la scultura reale della famiglia è l’opera d’arte viva creata da ogni membro attraverso i suoi vissuti emozionali ed istintivi.
Le sculture nascono come strumento terapeutico da utilizzare con coppie e famiglie e furono introdotte dalla psicoterapeuta sistemico-relazionale Virginia Satir nel 1972.
La scultura è una metafora che parla dell’esperienza, dà senso al mondo: molte volte capita di fare molta fatica a “digerire” un accadimento poiché non c’è coerenza, ci sono messaggi ambivalenti se non paradossali e/o perché non si è riusciti ad esprimere l’emozione congrua all’accaduto così attraverso questo metodo ricostruiamo e rinarriamo l’esperienza.
Questa tecnica può essere anche intesa come gioco che chiede alle persone di imitare la realtà, è un’arte che attiva la capacità creativa dell’individuo.
L’uso di questo strumento permette l’analisi della dimensione strutturale (osservazione di dimensioni quali confini, sottosistemi, regole) e della dimensione simbolica (collegata a cogliere i significati, le credenze) del sistema familiare.
La scultura è una forma di rappresentazione catartica che consente l’emergere di emozioni, vissuti e contenuti affettivi altrimenti difficilmente esprimibili.
Infatti ciò che viene simbolizzato sono sia i vissuti che le reciproche relazioni emotive.
La scultura, all’interno di un contesto di gruppo, permette di vedere temporalmente ciò che secondo il soggetto è accaduto, accade, accadrà all’interno della sua famiglia e del suo “mondo interiore” rispetto ad un tema, quali sono le sue percezioni e sensazioni ed anche quali sono le percezioni e sensazioni degli altri membri del sistema.
Nella scultura si può anche introdurre il movimento per enfatizzare certe sequenze di interazione. Si lascia che la drammatizzazione si sviluppi, fino a che emozioni e parole emergono, insieme ai vissuti personali di ciascuno.
Si costruisce così uno scenario estremamente creativo, in cui il conduttore può decidere di intervenire nello spazio per interrompere interazioni sterili e improduttive e facilitare emozioni e risposte più funzionali.
L’intento è quello di esplorare e re-introdurre la dimensione del tempo in un sistema che sembra averla perduta, bloccando le potenzialità evolutive della famiglia e del singolo.
Lo scopo naturalmente è quello di innescare un cambiamento all’interno di un processo che parte dalle emozioni e da tutto quel non detto che fortemente incide nel quotidiano.
La Satir continua dicendo che bisogna aiutare i clienti a vedere, ascoltare, sentire di più, le loro risorse personali e interpersonali. Solo così possono emergere e arrivare a trovare le proprie soluzioni.
Nel corso del mio lavoro ho pensato di poter espandere questo potente strumento sia ad un lavoro individuale che ad un lavoro di gruppo integrandolo con le Tecniche di Alchimia Interiore di Andrea Fredi.
“Lo scultore rappresenta analogicamente le proprie relazioni con i membri del suo gruppo familiare e degli altri tra loro, in un dato momento (fattore temporale) e in un dato contesto (fattore spaziale) liberandosi dai limiti espressivi del canale verbale accedendo ad un livello più profondo e permettendo la liberazione di stati emotivi e di modalità comunicative sopite o inespresse”. (Andolfi, 1977)
Si parla di fattore temporale e fattore spaziale proprio come in TAI.
Con l’ausilio delle Tecniche di alchimia interiore possiamo “liberare l’energia trattenuta in schemi passati, fantasie future, convinzioni”, “riconoscere e/o accogliere le emozioni e lasciar andare gli attaccamenti”, “generare un nuovo ordine nell’individuo e nel sistema” e “armonizzare il tutto rispetto ad una nuova consapevolezza”.
Le sculture permettono, uscendo dall’intellettualizzazione, di lavorare ad un livello più profondo parlando con il corpo, con lo sguardo, con i gesti, con la prossemica, senza l’utilizzo del canale verbale, che aiuta l’individuo e la famiglia a “vedersi” e “sentirsi” e a cercare una ristrutturazione, una nuova “comprensione” delle dinamiche che porta una maggiore consapevolezza sia individuale che dell’intero sistema.
La nostra storia e le nostre reazioni ad essa nascono da un racconto che noi ci facciamo, dalle percezioni che abbiamo avuto e da come abbiamo vissuto le varie esperienze e all’interno di esse le persone per noi importanti.
Attraverso le sculture possiamo dare libera espressione alla nostra verità, alle nostre credenze ed anche alle nostre fantasie (in base al luogo ed al tempo in cui localizziamo la scultura) non tanto attraverso le parole ma attraverso il corpo, il suo linguaggio e la sua espressione emotiva. Partendo da questa nostra visione della realtà possiamo vedere, forse per la prima volta, anche “vivendolo” ciò che è accaduto dal punto di vista profondo degli altri e del sistema con la possibilità di sciogliere incomprensioni che hanno originato sofferenza e schemi ripetitivi e accettare in modo più consapevole ciò che è stato.
Attraverso una rappresentazione ideale o desiderata del futuro e lasciando andare ogni attaccamento alla sua realizzazione secondo i nostri dettami permetto che accada ciò che è il meglio possa avvenire.
In questa nuova prospettiva si apre una nuova visione del singolo e dell’intero processo, si scoprono potenzialità laddove prima si vedevano solo mancanze, si ha un collasso di ciò che si è sempre pensato e vissuto e nello stesso tempo una rianimazione di ciò che è realmente accaduto.
La persona si rende conto di come la percezione di sé, della situazione e degli altri “attori” può cambiare, di come “vedendosi dall’esterno” si possono imparare ad amare tratti di sé, prima rifiutati, che accolti ed illuminati, da una nuova visione, appaiono come risorse.
Partendo da tutto ciò si apre con una nuova chiave un accesso su un futuro più lucido che sorge da un passato riconciliato in un individuo maggiormente integrato e completo.

D.ssa Luisa Tommasi, psicoterapeuta

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