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TAI e la gestione del lutto

Mi chiamo Paola Franceschetti, vivo e lavoro a Bollate come Riflessologa e
Operatrice in Tecniche Energetiche.
Il mio incontro con Andrea e le Tecniche risale al 2010, un periodo
complesso della mia vita, intreccio tra la gioia per aver incontrato Tiziano,
mio marito e aver dato così il via alla mia fioritura personale, la fatica del
periodo vissuto con due genitori gravemente disabili e tutto il mio interiore
ribollente irrisolto.
Ero una persona inquieta : per riuscire a dormire prendevo ansiolitici, da cui
ormai ero diventata dipendente; facilmente entravo in conflitto con gli altri
per il dubbio continuo di non andare bene, ma anche con la conseguenza
costante di sentirmi in colpa per la mia cattiveria; ero il giudice e l’imputato
di me stessa, non me ne lasciavo scappare mezza e il mio orizzonte
interiore non conosceva sfumature, era affetto da talebanite…rigido,
intransigente e punitivo.

L’incontro con le Tecniche è stata la mia rinascita.
Se mi guardo indietro, vedo un’altra persona e ciò che la
intrappolava…molte molte delle sue “turbe” mentali, non esistono più.
La pratica costante mi ha innanzitutto calmato, riducendo sempre più lo
stato d’ansia e collera che provavo e mi ha permesso di intravvedere altre
prospettive mai considerate, un po’ in tanti aspetti del mio vivere.
L’istinto protettivo a confliggere si è spento, ampliando la mia capacità di
ascolto degli altri e delle situazioni che si presentano (gli imprevisti, per
esempio, mi mandavano in tilt, mi innervosivano, spesso scatenavano forti
mal di testa per la convinzione di non essere all’altezza di gestirli o ansia
da prestazione alle stelle per il timore di poter sbagliare ed essere
giudicata), permettendomi di riuscire a mantenere la calma e trovando così
a disposizione maggior lucidità mentale, per intuire le soluzioni migliori.
Non è stato semplice lasciar andare rigidità ataviche e le paure che le
sostenevano, ma finalmente contemplo la vastità delle differenze umane
senza spaventarmi o sentirmi subito minacciata.
Sono più connessa col mio potere personale, con ciò che per me è giusto
fare, a prescindere dal pensiero altrui.
Su alcuni aspetti c’è ancora lavoro da fare, ma ad ogni step sento che si
abbassano le difese che hanno bisogno di riequilibrio e che la mia libertà e
stabilità interiori crescono sempre più nella direzione di ciò che voglio
veramente essere ed esprimere di me.
Lo sguardo su me stessa si è profondamente trasformato :
riconosco il mio valore, riesco a vedere i miei punti di forza e i miei talenti e
riesco a provare amorevolezza per le mie fragilità.
Finalmente mi vedo e mi voglio un bene più equilibrato, capace di
oggettività, ma anche di comprensione e stimoli nuovi, fiduciosi e benevoli
anche di fronte all’errore e non per questo mutevoli.
Questa è l’ultima tappa a cui sto arrivando con TAI e le Tecniche imparate:
l’incondizionatamente.
Verso me stessa, il mondo e gli altri.
Sempre in cammino, sempre….adesso….con gioia.
Accogliere la morte di un figlio
Conosco Elena un mese prima della sua dipartita da questa dimensione.
Una giovane donna di 45 anni, dagli occhi e dalla mente vivaci, con un
sorriso autentico nonostante la malattia e la consapevolezza
dell’avvicinarsi della fine, aperta al nuovo, come è sempre stata dai racconti
della mamma.
Vuole provare la Riflessologia Plantare, di cui mi occupo oltre a essere
Operatrice EFT e PET, e in effetti ne trae beneficio : si rilassa, il dolore si fa
meno prepotente, riesce a riposare finalmente un po’ dopo giorni difficili.
Mi lascio sorprendere e interrogare da una forza stabile che sento emanare
dal suo cuore, che la rende capace di non appesantire ulteriormente la
situazione nè per se stessa nè per chi le sta vicino.
Ridiamo anche spesso insieme.
E rimango affascinata dal suo coraggio, che porterò sempre con me, a
nutrire il mio.
A questo primo incontro ne seguiranno pochi altri, sempre piacevoli perchè
parliamo un po’ di tutto mentre la tratto.
E’ a casa della madre, Gabriella, che subito mi dice : “Poi noi ci vedremo,
avrò bisogno di te”.
Elena muore il 3 giugno del 2022.
Per Gabriella inizia il momento più duro : quello in cui, alla stanchezza che ti
travolge dopo mesi e mesi di adrenalina e anni vissuti tra angosce e
speranze, si uniscono il vuoto, la mancanza, i ricordi ancora vividi e a volte
insopportabili.
Gabriella mi chiama e iniziamo delle sedute di Riflessologia.
Mi confida i suoi tormenti mentre sgorgano le lacrime.
In particolare mi confida che il 3 di ogni mese diventa invivibile : prima delle
3 di notte, ora in cui Elena si è spenta, si sveglia e sale l’angoscia.
Torna tutta la sequenza di quegli ultimi momenti e non riesce più a
riprendere sonno.
Le parlo delle Tecniche Energetiche e di come la potrebbero aiutare a
sciogliere l’intensità emotiva di quelle scene che continuano a ripresentarsi
nel suo orizzonte percettivo, con tutto il loro carico di dolore,
ma Gabriella non si sente ancora pronta.
PRIMO INCONTRO
Il momento giusto per lei arriva a metà ottobre. Gabriella è carica di ansia a
ripensare tutta la vicenda di Elena e si sente sopraffatta dal dolore. Non ce
la fa più a continuare così.
L’ansia è a 9 e Gabriella la sente nel petto e nella gola.
Le sembra di non farcela a sopportare quello che è successo e ad andare
avanti, nonostante abbia ancora un’altra figlia e due bellissime nipotine che
le riempiono le giornate.
Inizio ad usare EFT, per poter entrare in quel dolore lancinante con
delicatezza.
“Anche se c’è questo dolore nel mio cuore, che non mi fa dormire, tutto può
cambiare
Anche se c’è questo dolore che non mi fa respirare, mi apro alla possibilità
di volermi bene così come sono, con tutte le mie emozioni e le mie reazioni
Anche se mi sembra di non sopportare questo dolore, accolgo ciò che sento
e mi apro alla possibilità che possa trasformarsi…
Tutto quello che è successo
E questa mancanza che sento
Quest’ansia che sento
E la fatica a respirare
La fatica di respirare di Elena
Il suo ricordo
E l’idea di non riuscire ad andare avanti….
Pian piano l’ansia scende a 7.
Decido di passare a TAI e lavorare sulla paura di non farcela :
“Riprendo il mio potere e libero l’energia trattenuta nell’idea di non farcela
senza Elena”
“Lascio andare l’attaccamento e l’identificazione con quest’idea”
“Genero ordine ed equilibrio in me rispetto a questa idea”
L’ansia scende a 4.
Chiedo a Gabriella cosa attiva di più ora l’ansia che rimane, se ripensa a
quella notte e, sicura, mi dice piangendo:
“il suo respiro, affaticato, pesante”
Le chiedo di tornare sul primo Dantian, connessa al respiro affannoso di
Elena:
“Riprendo il mio potere e libero l’energia trattenuta nel respiro di Elena”
“Lascio andare l’attaccamento e l’identificazione con il respiro di Elena”
“Genero ordine ed equilibrio in me rispetto al respiro di Elena”
Gabriella è stupita di come le sensazioni varino dentro di lei, di come sia
arrivata così sofferente ed ora, con pochi giri di Tecniche, si senta più
leggera, come se un peso dalle sue spalle sia scivolato via.
Come prima volta finiamo qui il nostro incontro e prendiamo un altro
appuntamento per il 2 del mese successivo, per prepararsi a vivere meglio il
giorno dei ricordi.
SECONDO INCONTRO
Gabriella torna piena di rabbia. Il respiro di Elena non è più così disturbante,
ma adesso predomina il senso di ingiustizia per come Elena è stata trattata
più volte, quando di corsa arrivavano in ospedale senza trovare
l’accoglienza di cui un malato terminale e i suoi familiari avrebbero avuto
bisogno e diritto.
La rabbia è a 8 e si è annidata nella gola.
Incominciamo a lavorare su ciò che Gabriella mi dice avrebbe desiderato per
Elena in quei terribili momenti di smarrimento.
“Riprendo il mio potere e libero l’energia trattenuta nella fantasia “Non
avrebbe dovuto succedere” “
”Lascio andare l’attaccamento e l’identificazione con questa fantasia”
“Genero ordine ed equilibrio in me rispetto a questa fantasia”
Escono altre fantasie in Gabriella e le lavoriamo tutte.
“Avrebbero dovuto essere amorevoli”
“Avrebbero dovuto prendersi cura”
“Avrebbero dovuto fare di più”
Dopo qualche giro, la morsa della rabbia incomincia a calare.
Rivede tante scene di quei momenti concitati, ricompaiono immagini di
Elena in preda ai dolori e alla mancanza di forze e le parole fredde dei
medici.
Le lavoriamo con TAI : “gli occhi di Elena” “lei circondata dai medici” “le
parole dei medici” “il tono delle loro parole”
A Gabriella non sembra vero di poter ripensare a ciò che è successo in modo
diverso.
E’ sempre più stupita di come le Tecniche agiscano in breve tempo e così
profondamente da trasformare le emozioni intense che provava all’arrivo.
Facciamo anche un giro sul 3 e tutto il suo carico di significato per
Gabriella.
“Riprendo il mio potere e libero l’energia trattenuta nel 3 e ciò che significa
per me”
“Lascio andare ogni attaccamento e ogni identificazione con il 3 e ciò che
significa per me”
“Genero ordine ed equilibrio in me rispetto al 3 e ciò che significa per me”
Sente che qualcosa è come “uscito da lei” e, nonostante resti il dolore, è
più sopportabile.
E’ stanchissima ma contenta di sentirsi meglio.
E’ curiosa di sapere come vivrà la notte, se riuscirà a riposare serena senza
svegliarsi con un peso schiacciante sul cuore.
Ci salutiamo senza darci un altro appuntamento. Suggerisco a Gabriella di
ascoltarsi, come sa fare bene, e se avrà ancora bisogno di me, mi troverà.
Il giorno dopo mi arriva un messaggio di gioia : è riuscita a dormire tutta la
notte, un sonno ristoratore e profondo.
TERZO INCONTRO
Passa qualche mese, sento Gabri ogni tanto – quando viene da me anche
per fare delle sedute di Riflessologia Plantare – e vedo nei suoi occhi, oltre
che attraverso le sue parole, una persona meno affaticata e capace di
vivere ricordi e dolore con maggiore equilibrio. E ne è felice.
A un certo punto, però, riaffiora un altro ricordo che inizia a tormentarla.
Siamo anche nel tempo del Natale, tempo delicato per gli affetti più cari…
Prontamente, Gabriella decide di tornare, perché sceglie di non voler più
vivere ciò che è accaduto con un carico così distruttivo e ormai sa con quali
strumenti, anche se preferisce venire da me che praticare da sola.
Il ricordo è sempre legato a Elena, agli ultimi due giorni prima della sua
morte, quando l’hanno riportata a casa in fin di vita e sistemata sul letto.
E’ estremamente debole, ormai arresa e consapevole.
Gabriella ricorda che l’hanno letteralmente “lanciata” sul materasso.
Rivede il suo lasciarsi fare, l’abbandonarsi stanca, senza più tutta l’energia
impiegata negli anni per sperare di guarire e a cui Gabriella era abituata.
Il ricordo le scatena angoscia a 9, che sente nei polmoni e le impedisce di
respirare pienamente (come era già accaduto al primo incontro….la sua
connessione inconscia al dramma di sua figlia)
Iniziamo subito dal primo giro di TAI, visto che l’attivatore è molto chiaro:
“Riprendo il mio potere e libero l’energia trattenuta in questa scena”
“Lascio andare ogni attaccamento e identificazione con questa scena”
“Genero ordine ed equilibrio in me rispetto a questa scena”
Chiedo a Gabriella cos’è cambiato o cosa è affiorato in lei in questo giro.
Mi dice che ha sentito un forte senso di impotenza, che quindi lavoriamo
con le frasi:
”Riprendo il mio potere e libero l’energia trattenuta in questa sensazione”
“Lascio andare ogni attaccamento e identificazione con questa sensazione”
“Genero ordine ed equilibrio in me rispetto a questa sensazione”
Mi confida “Mi sento angosciata e impotente, perché avrei voluto darle la
vita”. Facciamo un giro di frasi anche su questa fantasia che la tormenta.
L’angoscia cala a 4.
Rivede Elena bambina e si sente in colpa di averle – “forse”, dice – fatto
mancare il suo affetto, dato che era costretta a lavorare e la piccola era
spesso dalla nonna.
Le propongo un nuovo giro di frasi su questa fantasia, per ripulire e
riequilibrare il terreno dei ricordi:
“Riprendo il mio potere e libero l’energia trattenuta nella fantasia di averle
fatto mancare il mio affetto”
In Gabriella torna quel senso di stupore di ogni volta, dopo il lavoro insieme,
nel percepirsi più leggera con solo pochi giri di frasi.
Sente di respirare meglio, riesce ad aprire i polmoni, non c’è più il senso di
oppressione se ripensa ad Elena in quegli ultimi istanti e anche l’energia
vitale si è alzata. Si sente più tonica.
Rivedo Gabriella a Gennaio inoltrato.
Mi dice: “Io non so come sia possibile….Ero scettica, ho provato le Tecniche
solo conoscendoti, perché mi sono fidata di te e di quel che mi dicevi, ma
debbo dire che funzionano davvero. Mi stupisce molto soprattutto il fatto
che non tornano più i pensieri disturbanti di prima. La testa gira in un altro
modo e non torna più indietro. I ricordi di Elena, pur rimanendo presenti, non
sono più così distruttivi”
Le chiedo anche come vive ora il 3 di ogni mese.
“Il ricordo è e resterà indelebile, ci sono momenti in cui piango ancora
perché mi manca, ma adesso sono serena e dormo bene ogni volta”
Sono io che mi stupisco di lei e di come ha saputo elaborare velocemente
un dolore così grande. Ringrazio tanto per questa sua peculiarità.
Ognuno di noi ha i propri tempi e, pur riconoscendo i miei più lunghetti e
amandoli così, non disdegnerei sinceramente di avere una marcia in più come Gabriella.

PAOLA FRANCESCHETTI
Cellulare 3475836068
Il mio sito :
www.paolafranceschetti.com

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