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Stella di Natale

Stella di Natale

 

Ciao a tutti,
vorrei cercare di…”gettare un seme” in favore del “Mondo vegetale”, soprattutto in un periodo in cui si sprecano le “uccisioni” di povere piante per la composizione di addobbi natalizi.
Non tutti, naturalmente, sono così privi di coscienza da prendere abeti e stelle di natale per poi gettarli nell’immondizia, ma mi è capitato di vedere cose di questo tipo (mazzi di fiori buttati via, con o senza vaso, con o senza terra…), a dispetto del fatto che, per esempio, le stelle di natale potrebbero essere rinvasate in marzo. Questi fiori( sono messicani, niente meno…), tenuti al sole tutta primavera ed estate, rifioriscono in inverno. Vi dice niente? Nessun bisogno di spendere di nuovo i vostri soldi. E la semplice “cura” di una stella, può costituire un utile esercizio di “responsabilizzazione” per bambini o per persone che han bisogno di prendersi cura di qualcosa…
Ma veniamo al mio esperimento natalizio di EFT. Mi è capitato di comprare una piccola stella di natale per beneficenza. In realtà ne volevo una da regalare, ma mi sono ritrovata a stringerne due tra le braccia e a doverne tenere una (perché il gentile signore del banchetto me l’ha voluta regalare). Almeno per un po’. In ansia all’idea di non sapere come fare a trattarla (motivo per cui non prendo fiori vivi e non sopporto neanche quelli recisi come regalo), mi sono informata sulle sue abitudini e necessità, accorgendomi con rammarico di non possedere la “casa adatta”. Infatti questi fiori non van tenuti vicino a fonti di calore o a fonti elettriche, non vanno esposti al freddo (in inverno), e vanno messi vicino alla luce per qualcosa come otto ore al giorno, ad esempio su un davanzale. Io vivo in un appartamento piccolo, con caloriferi accanto a finestre strette da cui filtra poco sole. Nella stanza principale, poi, vi sono frigo e tv a contatto tra loro.
Ho così deciso di regalare il povero fiore a mia zia, dotata di un certo pollice verde e sempre desiderosa di occuparsi di qualcuno, ora che i figli sono cresciuti e più lontani. Ma nel frattempo…per una settimana ho fatto del mio meglio con la stella, cercando di curarla il più possibile. Per accorgermi tuttavia che…iniziava già ad appassire (un dettaglio: le foglie rosse devono cadere. Non significa che la stella sta morendo. Non gettatela via perché perde le foglie rosse!!!). Anche se è destino che ciò accada, che il fiore perda le foglie rosse, in dicembre è comunque un po’ presto. E l’aspetto malato della pianta non mi faceva pensare bene. Così…l’ho picchiettata.
L’ho picchiettata, poi sono uscita di casa per una passeggiata. E al mio ritorno…le foglie rosse più vicine al centro erano tornate su!!!
Dal momento che ora “Prince”( come l’ho ribattezzata) si trova da mia zia, non ho avuto occasione di continuare i tentativi (mia zia non è una picchiettatrice), tuttavia sarebbe interessante per chi ha delle pianticine sofferenti fare una prova.
Innanzitutto, bisogna considerare il fiore come un essere vivente. Elementare, ma non inferiore. Trattarlo come si tratterebbe un uccellino. Secondo poi, “diventare” la pianta. Immedesimarsi in essa. Basta un minimo di visualizzazione e di immaginazione, non ho cercato di trasformarmi nei minimi dettagli. E’ sufficiente un pizzico di fantasia. Poi si può partire…
Personalmente, ho fatto un po’ “la pianta parlante”. Nel senso che ho cercato di tradurre in parole quelle sensazioni elementari che potevano averla “ferita” . Ma ben consapevole che esiste un diverso grado di percezione tra regno vegetale e regno animale, specie umano. Dunque, con la coscienza di stare esprimendo ad alta voce pensieri che di certo il fiore non stava facendo, giusto per concentrarmi su un determinato stato di “essere”, ho ripetuto varie volte alcune frasi, tipo “Anche se mi sento solo perché sto qui al buio in questo posto senza altre piante…”, “Anche se mi hanno preso, sbattuto dentro un vaso e poi su una bancarella al freddo”, “Anche se qui non ci sono altri fiori…”
E mentre dicevo queste cose, picchiettavo dolcemente sul gambo o vicino alle infiorescenze gialle. Come “fiore”, interiormente ero concentrata soprattutto sulle sensazioni “semplici”: buio, freddo nelle radici, isolamento in un posto fatto di cemento, mura e roba sintetica…
Ho continuato così per un po’, aggiungendo “sono comunque una creatura di luce, sono luce. La luce è qui con me. Faccio parte di un mondo più grande, i miei fratelli alberi sono qui vicino”, etc…
Dal momento che nel mio caso ha davvero funzionato (due interi petali tornati su!!!), credo che provare con altri fiori non nuocerebbe. Specialmente visto che queste creature “elementari” vengono usate per ravvivare le nostre feste e molto spesso vengono gettate via senza ritegno quando queste sono finite. Non dimentichiamoci che sarebbero originarie di un posto piuttosto caldo come il Messico, tra l’altro…
Una volta vinto il senso di “ridicolo” che potrebbe causare l’immaginarsi di essere un fiore o un albero, la cosa può avere effetti sorprendenti! Io mi sono trovata a piangere, punta da un profondo senso di solitudine. Che abbia condiviso a livello elementare la solitudine del fiore, o che semplicemente il fiore me l’abbia trasmessa è tutto da stabilire. Resta il fatto che i petali sono venuti su, e che il fiore si è ravvivato. Provate! E mi raccomando non gettate via le stelle di natale quando perdono le foglie!

L.A.

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