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Spina in gola

EFT e una spina in gola

 

Questa bella esperienza, l’ho vissuta con una mia cliente “storica”. Ci conosciamo da circa 2 anni e lei viene a fare delle sedute di Shiatsu (esperienza metafisica). Ha risolto diverse situazioni tra cui un forte mal di schiena e una “stanchezza cronica da week end”. Le ho già fatto vedere come si fa EFT ma non abbiamo ancora provato con una seduta completa.
Oggi mi saluta con la solita cordialità ma mi dice subito che c’è un malessere che la tormenta da una settimana: “dolore in gola” che la sveglia di notte e va/viene di giorno.
Senza neanche pensarci, comincio io a picchiettare il punto karate e dopo qualche secondo lo fa anche lei, senza che ci siamo dette niente. Si comincia:
– anche se ho questo mal di gola che mi tormenta, mi amo e mi accetto completamente e profondamente
Mentre continuiamo a picchiettare, le chiedo com’è andata la settimana e lei (che racconta sempre tutto nei minimi dettagli) comincia a raccontarmi che ha organizzato una bella recita con la sua nipotina e me ne fornisce tutti i particolari. Sorride, si emoziona, è proprio contenta di questa esperienza. Improvvisamente le chiedo (intanto siamo sempre a picchiettare da 5 minuti sul punto karate): “cos’è che non va?” Lei si ferma, ci pensa un attimo e dice: “niente, va tutto bene, a parte il mal di gola.”
testa: anche se non riesco ad esprimere il mio vero disagio, mi amo….
Si ferma nuovamente e dice: “beh, veramente c’è stato un episodio spiacevole…”
Scoppiamo a ridere. Sappiamo bene per l’esperienza fatta insieme quanto è facile “far finta di niente” e nascondere i nostri disagi.
Allora mi racconta che la sua nipotina è stata sgridata severamente dalla mamma (sua nuora) e che lei ci è rimasta molto male perché ha dovuto assistere impotente.
– sopracciglia: anche se ho sofferto per come è stata sgridata mia nipote, mi amo…
– lato occhi: anche se non sopporto quella voce alta e minacciosa, mi amo
– sotto gli occhi: le chiedo come si sente e mi risponde che è arrabbiata. Le chiedo: “da o a 10?” risposta: 10 e lode! Anche se sono arrabbiata 10 per questo episodio, mi amo…
– sotto il naso: anche se sono furiosa per come è stata trattata mia nipote, mi amo….
– sotto il mento: anche se non accetto questo comportamento, mia nuora è stata ingiusta verso mia nipote, mi amo…
– clavicole: ahi che male! E’ la prima parola che dice. Le chiedo come va la gola e lei risponde che le fa male 10
– sotto l’ascella: dolore atroce
– Punti di fegato: quasi non riesce a toccarsi
– mani: anche se sono tutta dolorante, mi amo così come sono.
Respirazione profonda e ci fermiamo a parlare della sua infanzia/giovinezza, le chiedo se vede un episodio equivalente a quello della sua nipotina ma non lo trova, allora le chiedo di osservare se questo comportamento che le fa male le  ricorda una figura maschile o femminile e da dove proviene. Risposta: donna dall’alto.
Ricominciamo EFT sul disagio di questa situazione. Dopo qualche giro la rabbia è scesa a 4 ma il mal di gola rimane sul 9/10. Le chiedo di visualizzare il male e mi dice che è come se avesse una spina. Ci fermiamo un attimo, le chiedo di spiegarmi il significato del detto “avere una spina in gola”. Lei mi spiega che è un modo veloce per spiegare che non siamo riusciti ad esprimerci. Faccio salire un po’ la “temperatura” ricordandole l’episodio con la nuora e infatti la rabbia sale! Cosa avresti potuto dirle? “Che è cattiva, che non si fa così, che le vorrei dare una randellata in testa, etc, etc.”
Si riparte dal punto Karate e facciamo alcuni giri sulla sua difficoltà ad esprimersi davanti ad una figura femminile che parla con un certo tono, alla comprensione che è un’emozione del passato e che ora può scegliere di dire quello che pensa senza “mandare giù il boccone amaro”.
La seduta sta per terminare, non mi resta che chiederle come va la gola. La spina è scomparsa e la settimana successiva mi ha confermato che non è mai più ritornata.
Questa volta ho imparato che dietro ai disagi a volte si nasconde tanta rabbia, perchè ci sentiamo impotenti, perché subiamo o ci hanno costretti a subire. Ho capito che il disagio scompare una volta che abbiamo preso consapevolezza. Ecco che allora quelle emozioni diventano la base sulla quale possiamo lavorare per essere migliori, per imparare cosa è bene per noi.
Osservo che dall’inizio alla fine di questa seduta non mi sono fermata a pensare: “adesso cosa dico?” Sembrava che le parole mi venissero in bocca, come se passassero attraverso di me. Ci ho pensato dopo la seduta e sono grata all’Universo per essermi lasciata attraversare.

Grazie

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