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Relazioni viziose

Ciao Andrea,

condivido un’intensa sessione di EFT dove ho guidato una cliente. E’ interessante vedere come da un problema fisico iniziale, poco a poco sono emersi gli “strati della cipolla” e si è arrivati a un qualcosa di assolutamente inaspettato.  Saluti! Danilo

 

Titolo:

Relazioni viziose: sciogliere un legame pesante

 

Nerea (nome di fantasia) praticante di Yoga, è ferma da qualche tempo perché ha dei fortissimi dolori ad un ginocchio. Si cura da tempo, optando per dei metodi olistici e facendo delle sedute di kinesiologia, che per qualche tempo hanno alleviato di molto il dolore, ma dopo poco è tornato.

A malincuore si è decisa, stufa dell’enorme sofferenza, di farsi fare delle iniezioni di antidolorifici e farsi operare al ginocchio, perché dagli esami medici risulta esserci una grande ciste nel ginocchio. Ha avuto un buon miglioramento sul dolore ma qualche giorno dopo il forte male è tornato.

 

Mi chiama qualche giorno prima di essere operata per fare una sessione con me, si sente disperata: ha un sacco di dolore, fatica a camminare e si sente bloccata, inibita, inutile, confusa, arrabbiatissima, triste….

 

Partiamo facendo SET mentre mi parla di lei e già dopo qualche minuto, comincia ad avere qualche piccolo rilascio (sbadiglia). 

Decido di partire con EFT “classico”: iniziamo semplicemente, con le frasi inerenti a quello che sente e dice. Pensavo di usare la PET per risvegliare l’emozione, ma decido di non provocarla perché tanto è già in fase acuta, è nell’emozione, è già “connessa”.

Facciamo qualche giro:

Anche se mi sento triste mi amo e mi accetto..

Anche se sto da cani e mi sento bloccata…

Anche se ho paura di rimanere bloccata così…

Non mi sento libera…

Mi sento inutile, persa…

Il ginocchio mi fa male…e se poi non passa?…

 

Continuiamo cosi per due giri completi, meno di 10 minuti di picchiettamento. Sbadiglia sempre di più e inizia a respirare più libera. Mi dice che le è venuto in mente il marito: lo ama profondamente ma quando lo pensa, sente una pressione nel busto. E’ molto apprensivo e protettivo con lei e questo la fa sentire un po’ in gabbia.

Continuiamo il picchettamento e andiamo con le frasi:

Mi fa sentire in gabbia….

Mi sento in gabbia…

Sono bloccata…

A disagio….

La troppa protezione mi soffoca….

 

Poi aggiungiamo:

Chiedo al mio sistema di far emergere dolcemente, col giusto tempo e secondo il mio stile, la causa o le cause di questa sofferenza….

Mi apro alla possibilità di scoprire ciò che c’è dietro a questa emozione…

 

Di colpo, sorpresa di sé stessa, mi dice di aver pensato a un uomo, un suo ex-fidanzato di ben 30 anni fa. La particolarità è che da 30 anni ancora adesso quest’uomo le scrive, la cerca, le telefona spessissimo. Al punto che lei mette il silenziatore perché può telefonarle da un momento all’altro e vuole nasconderlo al marito, altrimenti ha timore di chissà che reazioni. La situazione è pesante, quell’uomo è davvero invadente e prepotente.

Mentre facciamo SET mi aggiorna sul tema: lei non vuole assolutamente tradire il marito, lo ama profondamente ma dice di “non tollerare la sofferenza altrui, di non sopportare vedere la gente che soffre” e che è sempre stata una sua caratteristica, per questo che aiuta molte persone nella sua vita.

Si è sempre resa conto che l’uomo ha dei disturbi importanti ma ne ha una sorta di “tenerezza”, non riesce ad allontanarlo perché non vuole ferirlo. Non vuole neanche ferirne la moglie e i figli denunciandolo, in quanto l’uomo è sposato.

Vede in lui una parte buona, la sua Luce e non quella del molestatore: per questo prova sofferenza nel ferirlo, anche se si rende conto che questa dinamica sta mettendo a repentaglio il suo matrimonio.

Ha fatto di tutto per staccarsi ma, ancora, si sente legatissima a lui ed è convinta che sia un legame karmico, che “si sono già incontrati in un’altra vita”.

 

Facciamo altri due giri sul tema della sofferenza e dal fatto che non riesce a staccarsi da lui:

Non sopporto vedere gli altri che soffrono….

Non voglio sapere che qualcuno soffre…

Non riesco a staccarmi da lui…

E’ impossibile, inimmaginabile che ci riesca…

 

Di colpo, mi sorprendo perché totalmente inaspettato, mi dice che le è venuta in mente una scena, quella vita passata dove si sarebbero già incontrati. E’ a occhi chiusi ed mi rendo conto che è proprio “sintonizzata”: è veramente “là”.

Persino la postura cambia, si irrigidisce sulla sedia, il collo le si tira indietro, le spalle si contraggono e prova un dolore e una rabbia fortissima.

Le chiedo di raccontarmi la situazione, cosa vede, sente, percepisce: lei è una schiava chiusa in una stanza insieme ad altre come lei.

Quell’uomo che ora la molesta da 30 anni in quella scena è il loro crudele padrone: per sfoggiare il suo potere non ha messo la porta alla loro cella ma ha disseminato di vetri rotti tutta la zona a terra davanti all’uscita. Lei decide di fuggire uscendo fuori ma è a piedi nudi, si taglia terribilmente i piedi ed è costretta a rientrare nella cella.

Mentre racconta e picchietta mi dice che lei ha sempre avuto un forte dolore alla punta degli alluci,

(da quando se lo può ricordare). Proprio il punto in cui nella scena si sarebbe ferita gravemente camminando sui vetri.

 

Vera o non vera la vita passata, realmente accaduta o solo immaginazione non è compito mio stabilirlo ma lei, in questo momento, è proprio in quel tempo. Per lei è perfettamente reale e il suo corpo si comporta come se fosse in quel tempo: sente, vede, odora, prova dolore fisicamente. E’ letteralmente là, dimenticandosi di essere nello studio con me e soprattutto…soffre veramente: prova rabbia, paura, dolore fortissimo, cerca aiuto. Una parte della sua energia/consapevolezza è congelata in quel pensiero, in quel tempo, in quel mondo.

 

Così la invito a ripetere le 3 frasi di Logosintesi sulla scena. Sortisce l’effetto.

Qualche minuto e inizia a rilassarsi profondamente sulla sedia. Continuiamo con 3 sessioni complete di frasi sugli aspetti che emergono (i vari spezzoni della scena) e sempre di più lei inizia a tornare “qui”.

La scena cambia diverse volte fino a diventare più lontana. Inizia a parlarne più distaccata e non prova più tutte le emozioni di prima: dal 10 sulla Scala dell’Intensità che era inizialmente, ora è scesa a 2-3. C’è ancora la scena ma è molto lontana e lei sente bene, più leggera e si accorge di avere anche molto meno male al ginocchio.   

 

Concludiamo la sessione con la frase di “adattamento”, poi parliamo qualche minuto. Lei, che all’inizio era in preda ai mille pensieri del suo stato di confusione, ORA è lucidissima e prende una nuova consapevolezza sul da farsi con quell’uomo che la molesta: finalmente ora è più distaccata ed è in grado di vedere cose che prima non poteva vedere (che alimentava anche lei questa dinamica sentendosi in colpa per la sofferenza di lui) né tantomeno ne era cosciente, né quindi libera di agire per la propria tutela.

Adesso invece comprende di come lei stessa alimentava la cosa e inoltre di avere a disposizione degli strumenti per tutelarsi, di cui prima non ne era cosciente (ad esempio: fare in modo che il centralino del suo operatore blocchi quel numero ed eventualmente depositando una denuncia).

Ora che il suo spazio è libero e la sua energia scorre fluida ed è a sua disposizione inizia a comprendere che può tutelarsi ORA: nell’ADESSO può riprendere in mano la situazione.

Il lavoro di “pulizia e trasformazione” non è terminato del tutto, ci rivedremo per continuare a togliere “strati alla cipolla” ma ora dobbiamo terminare la sessione.  

 

DOPO QUALCHE GIORNO

Ci sentiamo al telefono oggi e dice che ha comunque deciso di operarsi ma che si sente molto meglio ed è più molto serena, senza correre dietro al cellulare ogni 5 minuti nel timore di ricevere chiamate moleste.

Inoltre, incredibilmente, sono 10 giorni che quell’uomo non la cerca.

 

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CONSIDERAZIONI

Oltre al suo sentire ed al suo essere più consapevole, Nerea ha trasformato l’energia condensata legata a quell’energia condensata (una memoria).

Vera o presunta (se sia stata vissuta in quel tempo o meno), fatto sta che era energia condensata, presente nel suo spazio personale: EFT ha “aperto le porte” e permesso che emergesse il blocco energetico, Logosintesi lo ha “spazzato via” e riportato tutto in equilibrio. Nel tempo presente!

Ho pensato ad una possibile spiegazione del perché quell’uomo non si è più fatto vivo (almeno finora…da tutti i giorni per 30 anni! a 10 senza sentirlo è un record!): dopo la sessione il “campo energetico” di Nerea ha cambiato notevolmente, sciogliendo quel blocco energetico all’interno di esso, che “vibrava” in sintonia con lui e che li metteva in “risonanza”.

Cambiata una “nota”, la musica è cambiata.

 

Enjoy! Un abbraccio,

Danilo

 

 

Danilo Ratti

EFT Emotional Freedom Techniques

Logosintesi

 

Italy (+39)  3402816049

Spain (+34)  635356993

www.daniloratti.com

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