Polmonite: visibile – invisibile
Polmonite: visibile-invisibile
Antonella è un’ostetrica che pratica, per scelta, la libera professione. La sua peculiarità è quella che già da 20 anni sostiene e pratica i “parti a domicilio”. Mi chiede un aiuto perché da qualche anno ormai soffre ciclicamente di malattie da raffreddamento, l’ultima finita in una polmonite trascurata che le ha procurato un senso di affaticamento e di prostrazione nel quale lei, donna iper attiva, mal tollera.
Durante il colloquio iniziale dichiara di non sentirsi ascoltata e soprattutto “creduta” dai suoi familiari (è sposata ed ha un figlio maschio quasi maggiorenne)tanto che durante l’estate la sua polmonite passa in secondo piano e solo con le analisi il marito dichiara che il fatto che lei si lamentasse era plausibile. Si sente molto triste per questo anche perché maschera la sua delusione ed il suo malessere, diventando la tutto fare di casa ed occupandosi a 360 gradi non solo delle sue cose ma anche di quelle del marito e del figlio, sfinendosi ed arrivando ogni volta, come questa, al tracollo fisico-emotivo e mentale.
Iniziamo quindi con diversi giri di picchiettamento con:
anche se nessuno mi ascolta e mi crede quando sto male da tanti anni, io mi amo….
Anche se sono convinta che nessuno mi ascolti tanto da preferire tacere per evitare che mi avviliscano e mi prendano per matta, io mi amo…..
Anche se tutto questo mi fa infuriare e poi mi deprime alternativamente e mi fa sentire impotente ed incapace nelle mie cose, io mi amo….
Inizialmente il volto di Antonella è teso, il fiato corto, è seduta sul divano di casa tutta contratta, sul bordo; dopo una decina di minuti alternando le convinzioni dolorose con le affermazioni d’amore per se stessa, riemerge nello sguardo un ricordo che riteniamo importante: anche da sua madre non si sentiva ascoltata né capita, tanto che la sua scelta di fare la libera professione è stata beffeggiata in famiglia perché considerata non un lavoro sicuro.
L’altro giro di picchiettamento quindi lo indirizziamo al ricordo emerso.
Anche se mi sono sentita isolata dalla mia famiglia….da mia madre…..
Dopo poco altra importante informazione: in realtà Antonella riconosce che molte delle modalità di relazione, pensieri, abitudini, sono parte ancora della sua di vita e che anzi, lei in effetti si comporta spesso proprio come sua madre nelle sue relazioni di lavoro, di affetto, di amicizia.
Ma ciò che diventa chiaro di colpo ad Antonella è che lei si sente invisibile.
E se da una parte oggi è talmente stanca che vorrebbe esserlo sul serio per non sentirsi chiamata in causa e di aiuto da parte di nessuno (le donne che devono partorire, le colleghe ed anche ovviamente i suoi) sente che è spinta a cercare la visibilità altrimenti non si sente amata e non per libera scelta.
Diventando così indispensabile(o credendosi tale) Antonella tenta fino ad oggi, di placare la sua fame d’amore e di riconoscimento che ammette lei per prima far fatica a capire come fare a darsi veramente.
Decido così di fare qualche giro con:
anche se sono invisibile io mi sento amata e rispettata
l’invisibilità è il modo della mia anima di intervenire nelle situazioni con amore e perfezione
l’invisibilità e la visibilità sono entrambi modi per essere amati e rispettati…
è proprio vero che quando la parola chiave permette di aprire le porte di altre convinzioni, tutto diventa scorrevole e nel breve giro di 10 minuti Antonella cambia visibilmente colore al volto, finalmente si siede decentemente, le gambe si rilassano ma soprattutto respira…e respira ancora di più man mano che picchiettando afferma..io mi amo e mi accetto profondamente e completamente.
Le chiedo a questo punto di dirmi se sente ancora da qualche parte tensione o se ha pensieri che si oppongono all’affermazione, e se fosse un colore od una forma dove sarebbe questa tensione.
Senza neanche pensarci: un cappello, un borsalino grigio, con una fascia nera, vecchio e puzzolente, calato proprio sulla fronte, che le schiaccia le tempie e le pare anche di sentirne l’odore, dice arricciando il naso.
Ricorda che quel cappello era di suo nonno che, mi spiegherà in seguito, non le aveva lasciato nessuna eredità, l’unica della famiglia che non aveva ricevuto alla sua morte, neanche un semplice ricordo.
Essendo stata molto vicina a questa figura fin da piccola, questo fu per lei un motivo di sentirsi esclusa ed invisibile e di poco conto per il suo nucleo familiare.
Nasce così spontaneamente ed intuitivamente questa visualizzazione durante l’ultimo giro:
Antonella è protagonista di una commedia, un atto unico, unica protagonista, su un palcoscenico, vestita da uomo con il cappello in testa davanti al pubblico composto da tutta la sua famiglia (nonni e bisnonni compresi)titolo della commedia: Guardami ti prego non sono invisibile!!
Quella è la sua ultima rappresentazione,quel personaggio ringrazierà per un’ultima volta il suo pubblico, e nel gesto di chinarsi davanti a loro si sfila il cappello e lo lancerà nella luce…..come alla moviola lo sguardo verso il cappello che va verso il cielo..verso la Luce….il ringraziamento ai Maestri, a Dio, per aver sperimentato quel ruolo ma che ora si sente libera di non interpretare più.
Picchiettando dopo pochissimo, Antonella fa un bel sospiro e sorride…non ha più male alla testa, il volto è disteso e dopo aver chiuso l’ultimo giro mi chiede di continuare gli incontri.
Sono contenta per lei e mi sento grata di vivere momenti di espansione di coscienza e di radicarmi nella pratica dell’EFT nella mia vita.
Quando ho visto uscire Antonella dalla porta di casa senza scapicollarsi come se dovesse fare tutto lei, senza parlare al cellulare, ma uscire con passo lento e leggero e sorridente….beh…mi sono commossa e ho ringraziato….anche se……ho ringraziato e basta!!
Laura, Milano
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