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Paura della morte

Paura della morte

 

Vado a trovare mia zia, ultranovantenne, allettata, che sta spegnendosi molto lentamente. Spero di poterla salutare, consapevole che potrebbe essere l’ultima volta, ma lei sta dormendo profondamente e preferisco  non disturbarla.

Da tempo ho la sensazione che qualcosa/qualcuno la stia trattenendo in vita.

Ha una badante, Anna, proveniente dalla Georgia, trentasette anni,  che la accudisce in modo amorevole da alcuni anni. Mi intrattengo allora un po’  con lei; la trovo visibilmente stanca e preoccupata; mi dice che non riesce più a dormire di notte perché  ha paura di svegliarsi e di trovare la nonna, così la chiama lei, già morta. Mentre me lo dice ha gli occhi pieni di paura.

La invito a parlarne ed emerge che sta rivivendo il dramma della morte di sua madre, deceduta alcuni anni fa per problemi cardiaci.

Le domando se ha voglia di liberarsi di questa paura. Mi risponde che ne sarebbe molto felice.

Le spiego brevemente  che cos’è E.F.T. e le indico i punti da picchiettarsi.

Prima di iniziare il primo  round le chiedo da 0 a 10 quanto è intensa la sua paura.

Mi risponde 7.

Iniziamo con: “Anche se ho paura di svegliarmi una mattina e di trovare la nonna morta, io mi amo………” poi di seguito “Anche se non dormo più bene perché ho paura di svegliarmi e trovare la nonna morta……..e poi ancora “ Anche se questo pensiero non mi abbandona mai……..

Improvvisamente la sua espressione si trasforma e mi dice : “ Non ho più paura, anzi penso che sia giusto per lei non soffrire più e andare da sua madre che invoca in continuazione!”

La invito quindi  a rafforzare la sua nuova comprensione con frasi affermative quali “ Non ho più paura” “La nonna è arrivata alla fine della sua lunga vita” Anche se mi dispiace, è giusto che se ne vada” “ Può andarsene là con i suoi cari e riposare in pace”.

Fa un profondo respiro e la sua espressione è completamente cambiata.

I suoi occhi brillano ed si sente sollevata perché, non solo non sente più paura di ciò che prima o poi succederà, ma è convinta che sia arrivato il momento giusto per mia zia  di andarsene. Le chiedo di ritornare all’intensità della paura iniziale e mi risponde che non c’è più nulla, é zero.

Rimango stupita dalla velocità con cui si è sciolta una paura così forte.

 

Mia zia sta ancora dormendo profondamene, forse anche per lei è cambiato qualcosa e io me ne vado, ma con un dono da parte di Anna: i suoi meravigliosi tortelli di zucca, da lei preparati  secondo la rigorosa ricetta di  una cuoca provetta, com’è sempre stata mia zia.

 

A distanza di alcune settimane mia zia se n’è andata; Anna è riuscita a starle vicina fino alla fine con la consapevolezza che era giusto che una vita , pienamente vissuta, volgesse al termine e con lo sguardo rivolto al suo futuro.

 

Gianna Guardasoni

Reggio Emilia

349-5626007

atrishna@libero.it

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