+393356646951

Mestruazioni in ritardo

EFT e la paura di essere donna

 

La cliente trentenne di questo caso presenta, fin dal menarca, ritardi nel ciclo ed amenorrea, che le hanno causato nel corso degli anni vuoti anche da 2 ad 8 mesi. Mediante l’utilizzo di rimedi omeopatici è riuscita nel tempo a stabilizzare il ciclo a 38/40 giorni. Vorrebbe comunque comprendere la causa di queste disfunzioni e ripristinare un ciclo regolare di 28 giorni.
Cominciamo con il primo giro come da manuale:
“Anche se le mie mestruazioni sono sempre in ritardo, io mi amo e mi accetto al meglio delle mie possibilità (la cliente non riesce ad amarsi completamente)”
Le chiedo se emerge qualcosa, e la cliente riferisce di ricordare un episodio di quando aveva 13 anni. La invito a raccontarlo in prima persona, come se fosse adesso.
“Ho 13 anni, e tutte le mie amiche dicono di avere già avuto le mestruazioni mentre io ancora no. Ho paura di non essere normale, e sono molto preoccupata. Vado da mia mamma mentre sta lavorando a chiederle un consiglio. Lei è sbrigativa, e mi risponde in modo secco che semplicemente non mi devo preoccupare. Ci rimango molto male. Mi sento sola ed abbandonata a me stessa.”
Proseguiamo con:
“Anche se non ho ancora avuto le mestruazioni, sono comunque una bella e brava ragazza…”
(Continuando a picchiettare) “Sono come le mie amiche, anche se loro hanno già le mestruazioni ed io no. Nel gruppo delle mie amiche, io sono semplicemente l’ultima che le avrà. Come c’è stata la prima, così ci sarà l’ultima, e quella sono io.”
“Anche se mi sento un po’ triste, sola ed abbandonata a me stessa …”
                “Anche se sono delusa perché la mia mamma non mi ha dato l’aiuto che mi aspettavo di ricevere…”
(Poi in un momento di raccoglimento) “Cara mamma, so che tu sei sempre molto indaffarata con le faccende di casa, però avrei tanto bisogno di ricevere sostegno da te in questo momento. Io sono ancora molto giovane, per me le mestruazioni sono una cosa nuova, non le conosco e mi fanno un po’ di paura. Per te che sei adulta sono una cosa normale, forse scontata. Per me invece no, non le ho mai avute. Anche tu hai avuto le mestruazioni una prima volta, so che puoi comprendere la paura che sto provando in questo momento.”
Chiedo alla cliente come si sente dopo aver pronunciato queste frasi, e dopo pochi istanti lei ricorda un altro episodio, collegato al precedente ma accaduto qualche tempo prima:
“Ho 13 anni e sono a tavola. Si sta parlando di una ragazza che sembra essere morta perché non aveva le mestruazioni.”
Quindi procediamo con un altro paio di giri
“Anche se ho paura di morire perché non ho le mestruazioni…”
“Mi apro all’idea di poter tranquillamente continuare a vivere, con o senza le mestruazioni… “
(Continuando a picchiettare) “Posso vivere anche senza mestruazioni, molte altre donne lo fanno… so che non avere le mestruazioni non è nella naturale condizione del corpo, ma io posso accettare questo fatto e pensare di poter vivere lo stesso. Le mestruazioni prima o poi possono tornare.”
Al termine del secondo giro la cliente dice che la paura è cambiata, non è più di morire ma di essere una donna. Ha in mente il modello offertole dalla mamma di una persona incessantemente dedita al lavoro domestico e a quello dell’impresa di famiglia, senza mai una sosta, un momento di meritato riposo o una vacanza. La cliente quasi preferirebbe di essere un maschio, così potrebbe risparmiarsi almeno quei doveri culturalmente associati alle donne. Sente che la paura di diventare donna è localizzata “nell’anima”.
“Anche se ho nell’anima questa paura di diventare una donna…”
“Anche se forse sarebbe stato meglio nascere maschio…”
 “Pian piano, mi apro all’idea di poter accettare di essere donna, con i rischi, i doveri ed anche i piaceri che questo comporta…”
“Sono nata donna e questo non lo posso cambiare, però lo posso accettare…”
Dopo questi giri le chiedo come si sente. Risponde di aver male alle ovaie. Sente che la paura si è spostata dall’anima alle ovaie.
“Anche se ho dolore alle ovaie…”
 “Anche se ho questa paura nelle ovaie…”
(Continuando a picchiettare) “Le mie ovaie hanno paura…”
“…questa paura nelle ovaie…”
“…questa paura di essere donna proprio qui nelle mie ovaie…”
“Care ovaie, non abbiate paura, sono qui per aiutarvi. Insieme possiamo farcela, possiamo crescere e diventare grandi.”
Al termine di questi passaggi, la cliente sente un senso di rilassamento, liberazione e sblocco alle ovaie.
Da allora il suo ciclo si è stabilizzato sui 28/29 giorni. I due episodi di quando aveva 13 anni non le danno più fastidio quando vengono ricordati.

 

Andrea Rombaldi
Belluno

  •  

    0 Comments