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La trave nell’occhio

La trave nell’occhio


Ricevo nel mio studio una signora di 55 anni, Anita, che si rivolge a me a causa di alcuni disturbi di natura fibromialgica perché ha deciso di abbinare interventi complementari alle cure farmacologiche che ha già in corso. Prima della fine della seduta insegno ad Anita SET, raccomandandone l’uso nel corso dei giorni a seguire per favorire lo scioglimento di alcune evidenti tensioni gestuali e muscolari. Al successivo incontro le cose sono molto cambiate e addirittura, appena inizia la seduta, Anita è rilassata e loquace e nell’arco di cinque minuti distoglie la sua attenzione dai discorsi centrati sulla sindrome fibromialgica per parlarmi di un disturbo visivo che si sarebbe manifestato negli ultimi tempi, a fasi intermittenti e senza causa apparente. Anita ha una sorella medico oculista per cui riferisce di essersi già sottoposta a visita specialistica che non ha rivelato la presenza di alcuna patologia.
Possiamo quindi procedere senza esitazioni direttamente sul disturbo all’occhio e nel corso della seduta con diversi giri di picchiettamento Anita arriva a stabilire che il disturbo nell’occhio equivale alla sensazione di avere “una trave nell’occhio” che non le permette di vedere bene. Nel corso della seduta la sua motivazione a vedere con chiarezza riuscendo a rimuovere la sensazione di trave nell’occhio è molto ferma e manifesta. Per non perdere di vista niente delle cose emerse da quando si è rivolta a me concordiamo quanto segue:

  1. Anita nel corso della settimana lavorerà con alcuni esercizi logo-corporei rinforzando il rilassamento con giri di Eft. Questo per la parte inerente le sensazioni fibromialgiche;
  2. Anita, nel contempo, nel corso della settimana lascerà lavorare con CAS-SET la sua parte inconscia, sul tema della “trave nell’occhio”.

Nella seduta successiva Anita – oltre ad alcuni dettagli inerenti gli esercizi relativi al protocollo fibromi algie che qui tralascio –  riferisce quanto segue:

“ho messo nel “cassetto” inconscio la frase ORA VOGLIO VEDERE con grande forza poiché mi sentivo davvero pronta a tutto. Finalmente riuscivo a capire che quella strana angoscia di sottofondo che provavo da tanto tempo mi chiamava e mi invitava a vedere “dietro la trave”. Il sentimento vago che provavo ogni mattina nell’applicare il “cassetto” a frasi come SONO PRONTA A VEDERE oppure VEDO CON CHIAREZZA, era di fermezza, lo stesso sentimento che si prova quando si ha la certezza di dover fare una cosa che non può più essere rimandata”.

Anita è riuscita a dimenticarsi ogni giorno di quanto ordinato all’inconscio con la tecnica del “cassetto” lasciando quindi lavorare l’inconscio senza interferenze particolari.
Se ne va molto ferma nel suo intento perché dice “non ho mai sentito con tanta forza il bisogno di arrivare in fondo ad una cosa”.
Anita però mi chiama prima del giorno fissato e mi dice di aver bisogno di un incontro subito.
La ricevo e mi racconta che la “trave nell’occhio” si è manifestata: nel corso della settimana ha iniziato a trovare “prove” di tradimenti del marito che in realtà aveva proprio sotto gli occhi ma che prima non vedeva e che il disturbo visivo si è sciolto in un attimo. Mi racconta addirittura di avere il senso di una vista più acuta e di essere contenta di sé stessa anche se sta molto male per la rabbia che prova verso il marito.
Non racconto nei dettagli l’evoluzione successiva del caso che comunque è molto articolata e a mio avviso positiva in quanto “evolutiva”: Anita è arrivata a chiarimenti importanti con il marito e il suo mutato atteggiamento verso i comportamenti di lui ha prodotto diversi cambiamenti nella dinamica della loro coppia. Anita ha visto scomparire definitivamente la trave nell’occhio e mi dice ”dovesse ricomparire sarebbe un chiaro segno che non voglio vedere qualcosa ma che sono pronta per vedere anche quella parte”.
Devo sottolineare che Anita è una donna che ha fatto un percorso psicoterapeutico che – anche se concluso da molto tempo – le ha insegnato a lasciar emergere via via i cambiamenti possibili, quelli che  non siano più trattenuti da difese psichiche importanti, ha imparato chi è lei e come funziona e  ha imparato soprattutto a non avere terrore delle crisi e dei cambiamenti.
Una riflessione mia: che effetto avrebbe prodotto CAS-SET su una persona senza alcuna esperienza e lavoro su di se? Forse nessuno, dato che le difese solitamente compiono bene il proprio lavoro ma questa esperienza mi spinge a non dimenticare la potenza degli approcci energetici, potenza che va compresa in tempo e gestita con consapevolezza. Credo che in futuro e in via prudenziale proporrò CAS-SET solo a persone che abbiano già una certa conoscenza di se.

 

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dott.ssa Irene Richini

Pedagogie per Adulti e Formazione
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