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Il caso di F.

Il caso di F.

F.,40 anni, sposato, un figlio, prende appuntamento con me, in quanto psicoterapeuta, perché si sente sull’orlo di un “esaurimento nervoso”. In famiglia non è più lui, scatta per un nonnulla e non sopporta più i suoi familiari che pur ama tantissimo.
Gli spiego che nel mio lavoro, insieme alla psicoterapia  “ufficiale” utilizzo alcune tecniche di psicologia energetica che velocizzano i risultati, riducendo dunque il numero di sedute necessarie per risolvere i problemi portati, pertanto lo introduco brevemente all’EFT e al SET e gli dico di praticare il SET mentre mi racconta la sua storia, anche se può sembrargli  ‘buffo’.
Mi dice che sta attraversando un periodo molto stressante. Riferisce di essere oberato di lavoro, ingiustamente, e di subire continue umiliazioni da parte del capo, che pretende tantissimo da lui, ma non apprezza e non riconosce i suoi pregi e le sue capacità. Parlando della sua vita dice che fin da bambino è stato sempre maltrattato da insegnanti e compagni , prima,  in seguito nei vari contesti lavorativi. Da un punto di vista caratteriale F. si definisce un “mite”, che sopporta fino ad un punto estremo, ma che quando accumula troppa frustrazione diventa come “un vulcano in eruzione”.
Dal racconto di F. emerge chiaramente che il suo problema è legato, in primis, alla convinzione, ben radicata dentro di lui di essere una vittima. In secondo luogo, egli presenta, senza dubbio, un problema di gestione della rabbia, che repressa troppo a lungo, diventa incontenibile, al punto da fargli perdere lucidità. Tende però a sfogarla sulle persone con le quali si sente al sicuro, come i suoi familiari. Tutto ciò è per lui un’enorme fonte di disagio.
A fine racconto, durante il quale ha praticato SET, dice di trovarsi stranamente più a suo agio di quando è arrivato  ma, siccome si sente ancora abbastanza agitato, lo guido in una sequenza di  EFT facendolo solo respirare sui punti.
Dopo aver effettuato questa prima sequenza sul respiro, F. è più tranquillo e pertanto è disponibile ad iniziare ad affrontare i suoi nodi dolorosi.
Partiamo con la seguente preparazione:

  • “Anche se subisco soprusi da chiunque entri in relazione con me mi amo e mi accetto completamente e profondamente.”
  • “Anche mi sento continuamente vittima nelle situazioni mi amo e mi accetto per come sono e per ciò che penso.”
  • “Anche se non sopporto di dover subire prepotenze dagli altri perché mi innervosisce a livelli catastrofici mi amo e mi accetto completamente e profondamente.”

Senza mantenere un promemoria fisso, ma lasciando F. libero di esprimere i suoi stati d’animo  durante il trattamento dei punti, si è potuto registrare fin da subito un notevole alleggerimento emotivo del soggetto che riferisce in conclusione di non avvertire più quell’impulso rabbioso incontenibile e di sentirsi in grado di gestire meglio le sue emozioni.
Ovviamente è solo un primo passo di una terapia che, comunque, lo potrà portare i tempi brevi ad una condizione di assertività e di equilibrio emotivo

Autore riservato

 

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