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Esperienze di Rosi

ESPERIENZE di ROSI

 

Continuavo a chiedermi cosa avrei potuto scrivere, in fondo non avevo fatto un gran che….poi ho capito che l’autosabotaggio rispetto alle nostre capacità lavora anche in questo senso e mi sono venute in mente tutte una dietro l’altra le esperienze fatte.
E quindi: anche se penso di non essere pronta a raccontare le mie esperienze, io mi amo e mi accetto….

SONIA: è un’amica con la quale decido di andare a Bormio a trovare altri amici. Ci prendiamo tre giorni tutti per noi. Lei è sposata e si è appena separata dal marito. Hanno due bambini. E’ un momento delicato per lei, lo si avverte dal tono della voce e dall’espressione del suo viso, ma possiede anche una forte personalità, è abituata ad affrontare i problemi della vita con determinazione. Durante il viaggio di andata mi racconta e si racconta la storia del suo matrimonio e a volte nelle sue parole c’è rabbia e rancore misto al desiderio di una nuova serenità.
Raggiungiamo i nostri amici e decidiamo di andare a fare un giro in mountain bike. Sonia non fa molto sport, ma accetta volentieri l’invito e tutti e cinque cominciamo a pedalare. Dopo qualche tornante la pendenza aumenta e ad un certo punto, la vedo cadere dalla bicicletta. Dopo un primo momento di assenza, riusciamo a farla sedere sul bordo della strada e lei dice di non aver digerito, di avere la bocca dello stomaco chiusa e dolente.
Ha le mani fredde ed è sudata.
Le propongo di fare insieme a me un paio di giri di EFT.
Mi chiede cosa sia e le rispondo semplicemente di non preoccuparsi ma di seguirmi.
Cominciamo a picchiettare con frasi:
anche se non ho digerito questa situazione io mi amo e mi accetto completamente e totalmente;
anche se c’è qualcosa che non digerisco  e che mi fa star male io mi amo e mi accetto completamente e totalmente;
anche se ho lo stomaco chiuso io mi amo e mi accetto completamente e totalmente.
Ripetiamo il giro non piu’di cinque volte e lei sorpresa mi dice che ha avuto la netta sensazione di qualcosa che scendesse dal plesso solare liberandole la pressione che sentiva alla bocca dello stomaco. Come se avesse “digerito” qualcosa. Sicuramente non nel senso fisico, dato che non avevamo mangiato nulla se non dal mattino presto.
Mi chiede come ho fatto e allo stesso tempo non crede che sia dovuto al trattamento…Figuriamoci se questa cosa assurda mi fa passare il mal di…..ma leggo nei suoi occhi un’espressione in contrasto con le sue parole.
Fatto sta che dopo una decina di minuti si alza, respira meglio, si sente bene, il colorito del viso le ritorna e risale anche sulla bicicletta pedalando fino alla nostra meta.
Lei forse non ha capito fino in fondo ma io si e dico grazie a EFT in silenzio dentro di me e sorridendo.

VALENTINA: collega di lavoro. Un giorno si lamenta del suo mal di stomaco incredibile, probabilmente la tensione che vive quotidianamente in ufficio. Ha già preso farmaci ma niente, non le passa. Le propongo un trattamento quando ha dieci minuti di tempo. Ci troviamo e cominciamo con una prima frase:
anche se ho questo mal di stomaco io mi amo e mi accetto profondamente e completamente.
Ripetiamo un paio di volte e vedo che pronunciare le parole mi amo per lei è troppo forse. Sorride nervosamente. Le chiedo se si sentirebbe meglio a pronunciare “mi voglio bene” e lei accetta di buon grado.
Ricominciamo a picchiettare con la frase anche se ho questo mal di stomaco  io mi voglio bene e mi accetto totalmente e completamente.
Al secondo giro siamo a 5, al terzo giro siamo a zero. È stupita e incredula. Non riesce a crederci. Mi ringrazia di cuore e io ringrazio ancora una volta EFT.
Me stessa: pensavo non valesse la pena descrivere le mie esperienze personali ma credo che questa possa veramente servire anche ad altri operatori.
Avevo appena terminato il corso con te Andrea, quello di primo livello e durante la sessione io mi ero offerta volontaria per l’esperienza del film. In quel frangente avevo portato la morte di mio padre. Bene, tornata a casa sentivo che c’era qualcosa che non andava. Domenica avevo un sacco di pensieri per la testa ma tenevo botta alla cosa. lunedì mi sveglio e il mio ginocchio destro con il crociato rotto comincia a farmi male. Pulsa e sento dolore ogni volta che carico il peso. No proprio stasera che ho il corso di danza….ma perché????
Ricordo che mi aveva colpito il tuo racconto circa un mal di spalla improvviso al ritorno dalla spiaggia, in un giorno di vacanza e relax, in Toscana, mentre guidavi. Avevi raccontato che lo avevi trattato e quasi subito era emerso il nome di una persona con la quale probabilmente avevi ancora dei sospesi e così la tua frase era stata: anche se c’è tizio (nome della persona) nella mia spalla, io mi amo e mi accetto completamente e profondamente.
Bene comincio a picchiettare con la frase:
anche se mi fa male ancora il ginocchio..io mi amo e mi accetto completamente e profondamente. Continuo e continuo, sento che c’è dell’altro ma ancora non emerge, emerge rabbia, paura di non riuscire a fare le cose, dolore e poi, dopo un po’ emerge il nome di mia sorella Mara….
è passato molto tempo da quel giorno ma il corpo ricorda bene tutti i particolari. Lei era lì, lei era nel mio ginocchio. I lutti non sempre si metabolizzano completamente. Ci avevo già lavorato con altre tecniche ma forse non completamente.
allora ricomincio:
anche se c’è Mara nel mio ginocchio io mi amo e mi accetto ….anche se mi sento in colpa per lei io mi amo e mi accetto, anche se mi sento in colpa ho fatto tutto quello che potevo fare.
L’emozione è salita a 10, sciogliendosi poi ad ogni giro, fra le lacrime e il respiro sempre più ampio e insieme a tutto questo, alla fine l’ho riportato a zero e , meraviglia, il dolore al ginocchio non c’era più.
Mi sono alzata, l’ho testato, ci ho camminato, l’ho piegato e ho saltato. Niente, pulito, oliato e in perfetta forma e ovviamente sono andata al mio corso di danza.
Ho provato e testato su me stessa quanto profondamente e attivamente lavora EFT.
Grazie Andrea per avermi dato questa occasione unica.

SCONOSCIUTA: un pomeriggio di questa estate appena passata, stavo scalando con un’amica in falesia. C’era parecchia gente. Di fianco a noi c’era una coppia. Lui scala, lei sale da seconda, significa con la corda davanti. A metà del tiro chiede di essere riportata giù perché le viene da vomitare. Noi eravamo di fianco a loro. Lui risale di nuovo per recuperare il materiale. D’un tratto lei diventa bianca e barcolla e chiede a noi se possiamo aiutarla perché non si sente bene. La mia amica prende velocemente la corda per assicurare il ragazzo io prendo lei che stava per svenire e l’accompagno sul bordo del prato e la faccio sedere. Suda freddo, ha i brividi e ha una forte nausea.
Le propongo di fare EFT. Lei mi chiede cos’è. Io non le spiego niente, le chiedo solo di seguirmi con le parole e con i gesti.
Cominciamo il primo giro:
anche se ieri sera ho bevuto troppo e ho nausea e vertigini io mi amo e mi accetto completamente e totalmente;
secondo giro: anche se ieri sera ho esagerato e mi sento una stupida perché so che quando bevo troppo poi sto male, io mi amo e mi accetto etc.
cominciano a cessare le vertigini e la sua espressione cambia leggermente.
Terzo giro: anche se ho ancora nausea e mi vien da vomitare io mi amo e mi accetto completamente e totalmente.
Al quinto giro lei mi guarda sorpresa e mi chiede “cos’è questa cosa?” non ho più la nausea e mi sento meglio. Le spiego velocemente che cos’è. Lei pare interessata e incuriosita.
Le chiedo di fare un ultimo giro insieme. E al termine il suo viso si è rilassato e si è i suoi occhi sono puliti. Non ha più nausea e non le gira più la testa.
Sorpresa e stupita si alza. Le chiedo di bere un po’ d’acqua visto che faceva anche molto caldo quel giorno. Lei beve e sorride. Mi dice che sta bene, che si sente bene e mi guarda un po’ stupita. Intanto Marianna ha fatto scendere il suo ragazzo che le va incontro.
Bene, ti dico solo che da quel giorno mi sono meritata il soprannome di Guru della Falesia.
Ma io so che il merito non è mio, è di EFT.
Grazie ancora Andrea.

Rosi

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