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Esperienze di Michela

Esperienze in gruppo

 

Durante un seminario di 1° livello chiedo a ogni partecipante di focalizzare la propria  attenzione su una paura specifica, meglio ancora se riconducibile ad uno specifico evento.
Una persona decide di trattare la paura che le è rimasta se ripensa alla scena in cui  è stata spinta in una piscina con il terrore di non riuscire più ad emergere.
Guido il gruppo proponendo ad ogni punto oltre il picchettamento anche un bel respiro e l’enunciazione della frase : ”mi amo e mi accetto così come sono anche se….”invitando ognuno di loro a dirsi mentalmente ciò che sente in quel preciso istante.
Ciò rende ancora più potente il processo perché il respiro porta maggior rilassamento e il rimanere aderenti a ciò che emerge consente al linguaggio subconscio del nostro corpo di incontrare e risuonare con le nostre parole o i nostri pensieri in modo da agevolare il rilascio emotivo.
Alla fine di questa esperienza (traducibile in pochi ma “vissuti” giri )tutti i partecipanti erano visibilmente più sollevati e la paura era scesa notevolmente di intensità, in particolare la persona in questione mi riferisce che durante i passaggi si sono evidenziati stati emotivi quali l’intensa rabbia verso una persona che avrebbe potuto/dovuto impedire che ciò avvenisse,  sensazioni corporee quali il senso di soffocamento e la difficoltà a respirare.
Le chiedo di ripensare all’episodio e alla paura provata e mi risponde che non prova più nessuna paura e nessun’altro tipo di disturbo, non c’è  più nessun elemento stressante, fa persino fatica ad immaginarsi al scena per come l’aveva percepita prima.
Le chiedo inotre (la cosa per me più importante )se anche il suo corpo gode di questa pace e mi conferma che anche nel suo corpo non avverte nessuna tensione o disagio.

DESENSIBILIZZAZIONE DI UN PUNTO

Prima di iniziare questa esperienza c’è una persona che  ha difficoltà  nel picchiettarsi  il punto sotto l’occhio perché prova fastidio non sapendo perché. Quindi chiedo a tutto il gruppo di partecipare all’ “operazione di desensibilizzazione” che in totale avrà richiesto meno di un minuto.
La persona aveva identificato  il disturbo come una nuvoletta azzurra
– rispondendo alla domanda “se avesse una forma e un colore quale sarebbe ? “-
che in men che non si dica si è prontamente dissolta.

 

ESPERIENZA CON UNA CLIENTE

Mariella (nome di fantasia per tutelare la privacy) si presenta in studio con vari problemi:
fobia sociale – attacchi di panico- vertigini- giramenti di testa – nausea – disturbi digestivi
Riguardo alla fobia sociale essa si manifestava con paura e vergogna se si trovava  in presenza di altre persone, paura che potesse fare qualcosa di cui vergognarsi e attirarsi sguardi di disapprovazione da parte dei presenti.
Già dalla prima sessione mi racconta che sua madre era nata da una violenza subita da sua nonna e che questo fatto l’aveva messo la nonna  al centro dell’attenzione delle malelingue del paese, che era stata giudicata da tutti e c’era stato anche chi aveva messo in dubbio che “il frutto del peccato” fosse a seguito della violenza subita.
Si picchetta sulla paura del giudizio degli altri, sul senso di inferiorità, di inadeguatezza, sul fatto di portare una croce che non è la sua, sul peso, sulla rabbia e la vergogna, sulla difficoltà di sganciarsi da quel bagaglio che aveva ricevuto in eredità.
Sono occorsi parecchi mesi perché tutto questo trovasse una giusta collocazione dentro di sé e che si potesse fare spazio ad emozioni, convinzioni su se stessa diversi , più produttivi  e più liberatori.
Ora riesce a riconoscersi il diritto di vivere,  non si considera più un prodotto sbagliato da rispedire al mittente, e si è liberata dal giudizio delle persone.
Il trauma vissuto da sua nonna è stato impresso e archiviato nelle zone di memoria di Mariella e il ricorso inconscio di tale esperienza si è riaffacciato accompagnato da tutte le emozioni correlate e dai sintomi fisici conseguenti.
Attraverso le sedute il trauma è stato riconosciuto come parte integrante del suo sistema energetico anche se non vissuto direttamente e poi pian piano metabolizzato nel presente con il conseguente abbandono delle ripercussioni fisiche , prova ne sia che ora, a distanza di parecchi mesi  non ha più nessuno dei sintomi  che aveva prima e sono scomparsi anche i disturbi digestivi anche se non trattati direttamente.

 

Michela Caelli
michelacaelli@tiscali.it

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