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Esperienze di Anna Maria

Le esperienze di Anna Maria

 

Ciao Andrea!

E’ da quando sono tornata dal III livello di maggio che so di dover scrivere almeno due esperienze di EFT, però fino a una quindicina di giorni fa, ogni volta che mi veniva in mente arrivava subito un altro pensiero che mi portava a fare altro.
Non ho mai pensato neanche lontanamente che potesse essere un problema per me, semplicemente c’era sempre qualcosa di più immediato a cui dedicarmi.
Negli ultimi giorni, però, visto che si avvicina la fine dell’anno, ho cominciato a pensarci più spesso e a provare un senso di inquietudine … il che mi ha fatto drizzare le antenne e stamattina ho deciso di vederci chiaro.
Sorpresa: non mi veniva neanche una frase per iniziare…. In testa mi arrivavano i pensieri più eterogenei e inopportuni.
“Anche se oggi sono più dispersiva del solito, mi amo….
“Anche se mi sto impedendo di lasciar venire a galla….
“Anche se mi sto boicottando alla grande e so benissimo che perdo solo tempo perchè voglio arrivare ad una soluzione…
La mia mente si è calmata e, mentre automaticamente, facevo il SET ragionavo tra me e me: comunico molto bene a parole, cosa cambia se le stesse cose le scrivo? Perchè le stesse cose che dico m’impedisco di scriverle?
Ho sempre provato un senso d’impotenza davanti alla pagina bianca.
Non ho neanche avuto il tempo di iniziare con “Anche se la pagina bianca mi blocca………. che mi sono resa conto che non di una pagina si trattava: mi è arrivata dritta in mente l’immagine di uno schermo e sapevo che dietro c’era qualcosa che non vedevo.
E’ capitato tutto così velocemente che picchiettavo e mi arrivavano in contemporanea parole ed immagini. Mi sembrava che le parole fossero solo un di più, un rafforzativo.
Dietro lo schermo c’era un mucchio appuntito, alto circa come me, di lettere dell’alfabeto nere.
“Anche se davanti a me c’è un mucchio di lettere…..
“Sono un po’ inquietanti…”
“ Hanno l’aria minacciosa..”
“Però sono le stesse che uso a parlare…”
“Perchè se parlo van bene e se scrivo no?…”
“Sono sempre le stesse…”
La risposta è arrivata netta: quando parlo vedo gli altri in faccia.
“Anche se non capisco perchè per me è così importante vedere gli altri in faccia quando parlo mi apro all’idea di…
“Mi piace guardare le persone negli occhi quando parlo…”
“ Così capisco se capiscono…”
“ Così vedo che cosa pensano…”
E finalmente… COSI’ CAPISCO SE MI APPROVANO. Se scrivo non lo posso sapere.
Naturalmente ho continuato con “ Anche se non pensavo di essere così dipendente da quello che pensano gli altri di me…
……. e che fosse questo il motivo che mi ha sempre impedito di scrivere…
Ho continuato finchè mi è sembrato di aver risolto, ho concluso con le frasi di Logosintesi ed eccomi qui….

Adesso ti scrivo (con piacere !) le esperienze da condividere…
Sono anche le più divertenti che mi sono capitate.

Anna Maria

 

Nel libro “Il codice del benessere” ed anche nei corsi si parla delle meraviglie istantanee.
Ne ho preso atto come di un qualcosa che, sì, poteva capitare, magari qualche volta, a qualcun altro e chissà quando….
Ero tornata due giorni prima dal corso di III livello, stavo rientrando a casa piuttosto di corsa…
Ero in ritardo, non avevo niente di pronto per cena e mio marito stava per arrivare.
Davanti a me, abita una vecchietta abbastanza tremenda di 88 anni.
Era sul balcone che mi aspettava e, a tutti i costi, voleva che salissi da lei per darmi da assaggiare un po’ di formaggio che le aveva portato il figlio.
Dato che è un po’ dura d’orecchio, ho calcolato che facevo prima a salire che a farle capire che non potevo farlo.
Mi ha aperto e, precedendomi lentamente per entrare in cucina, ha cominciato a lamentarsi di quanto male le facesse una spalla (non ricordo più quale).
Mentre apriva il frigo e prendeva il formaggio, l’ascoltavo solo a metà….
L’altra metà stava combattendo una dura battaglia: provavo a procurarle un po’ di sollievo con EFT o mi precipitavo a casa ad improvvisare qualcosa per cena?
La tentazione era troppo forte ed ho scelto una via di mezzo…. ho deciso di insegnarle il SET, così, pensavo, faccio il possibile nel minor tempo possibile!
Le ho preso prima una mano poi l’altra e le ho fatto vedere come fare e, per essere sicura, che capisse, ho continuato io per un po’ (due o tre minuti, non di più)…
Friggevo perchè ero in straritardo, per cui ho smesso raccomandandole di continuare da sola.
Appena le ho lasciato la mano, senza che dicessi nulla, ( non me lo sarei mai sognato) ha provato a sollevare il braccio e… spalancandomi in faccia gli occhi come due fanali e con la voce un po’ alterata ha esclamato:”Non mi fa più male!” e continuava a muovere il braccio come prima non poteva fare.
Sono rimasta così strabiliata che l’unica cosa che son stata capace di dire per paura che d’illuderla è:” Aspetta, magari poi un po’ ti torna…” ( Su questa mia uscita ho poi picchiettato per conto mio)
“ Adesso che ti siedi fuori sul balcone continua…”
Con gli occhi ancora spalancati mi ha ripetuto:”Non sento più male… stai tranquilla che continuo…”
Durante la serata mi è venuta in mente più volte la scena e sarei uscita a controllare se non fosse che va a letto con le galline.
Il mattino dopo era già sul balcone che mi aspettava al varco e senza darmi il tempo di parlare mi ha subito gridato:”Tutto passato! Guarda qua …” e muoveva il braccio su e giù. “ Ho continuato anche stanotte”…
In quel momento sembravo io quella incredula da convincere…………

Anna Maria

 

Questo episodio è capitato ad una amica di una mia amica con la quale poi è nata una bella amicizia che ha partecipato al primo corso che ho tenuto io.
Per la sua formazione scientifica, all’inizio della giornata mi sembrava un po’ restia, ma a mano a mano che procedevamo si sgelava e appariva sempre più rilassata e aperta verso queste nuove idee. Avevo, però, qualche dubbio su come e quanto avrebbe usato EFT e in che modo.
La prima ad essere sorpresa sono proprio stata io.
Durante un’escursione in montagna ha preso una brutta storta. Essendo dottore, ha capito subito la gravità del danno, poi confermata dalle lastre in ospedale: si erano lacerati i legamenti della caviglia.
Le persone che erano con lei volevano chiamare il 118 per farla trasportare in ospedale.
Lei, dopo aver bagnato la caviglia in acqua fredda, ha zittito tutti e ha deciso di provare a vedere se ce la faceva.
Per farla breve ha camminato per circa un quarto d’ora per arrivare all’auto sempre facendo SET ed è riuscita ad arrivarci da sola.
Questo episodio ha anche un risvolto comico… Della comitiva faceva parte un suo amico straniero che, al suo Paese, si occupa di supporto psicologico alle vittime di incidenti.
Vedendo che, camminando, continuava a fare degli strani gesti con le dita le si è avvicinato preoccupatissimo dicendole:” Fermati, siediti, sei sotto choc…. stai facendo gesti inconsulti!……….”
Ha dovuto tranquillizzarlo e spiegargli che era perfettamente cosciente di quello che stava facendo.
In quei momenti sicuramente era impegnata in ben altro, ma quando mi ha raccontato la scena ci siamo fatte un sacco di risate.
Naturalmente ha utilizzato EFT nelle settimane successive: la sua caviglia è guarita in fretta e bene.
E non solo….. consiglia EFT agli altri.
Questo episodio l’ho raccontato a Steve Wells e David Lake al termine del corso di PET a Brescia e mi avevano chiesto di inviarlo ad Andrea che l’avrebbe tradotto e poi inoltrato.
Mi è tornato in mente solo quando quando ho risolto il problema legato allo scrivere, l’avevo bellamente oscurato………….

Anna Maria

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