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EFT nuoto

Un pesce fuori dall’acqua

Ho trascorso alcuni giorni di vacanza ad Ischia, alloggiata a due passi da una splendida  baia. La mattina, per prima cosa, bagno in mare. Mia sorella, ottima nuotatrice, in un baleno arrivava, a stile libero, abbastanza al largo, fino alla boa bianca, e ritorno.  Io annaspavo affannosamente,  praticamente sul bagnasciuga nel ghiaino.
Non ho mai saputo nuotare veramente. Acqua nel naso, starnuti, nodo allo stomaco, blocco del respiro, mi sono sempre limitata a stare “dove si tocca”.  Dopo qualche mattinata di leggera frustrazione e  rassegnazione  (ci  ero abituata, era sempre stato così fin da piccola) mi si è accesa la lampadina. Qui c’è materiale per picchiettare. Ho iniziato a fare qualche  “giro”
Anche se non sono mai riuscita a imparare a nuotare  e non so da che parte cominciare …”
Ho sentito  che la cosa migliore fosse proprio  cominciare a entrare in acqua.  Appena ho provato ad immergermi ho sentito che mi si bloccava il respiro,  quindi ho iniziato
“Anche se mi si blocca il respiro …..”
Dopo qualche giro mi sono accorta che ancor prima del blocco del respiro c’era la sensazione di paura nel sentire l’acqua sul viso,  e che il respiro  si bloccava proprio quando l’acqua mi arrivava in faccia, e l’intensità era  8-9 , quindi
“Anche se  ho paura quando  sento l’acqua sul viso ….”  
“Anche se quando sento l’acqua sul viso mi sim blocca il respiro …”
E su questa sensazione mi sono soffermata immergendomi  (letteralmente, in acqua )e picchiettando finchè  l’intensità è scesa del tutto.  Accennando qualche bracciata ho  sentito poi la paura che mi andasse l’acqua  nel naso e addirittura (non me ne ero mai accorta prima) la paura di poter annegare se l’acqua mi fosse entrata nel naso. Picchiettando la cosa cominciava a diventare quasi comica. Ne ho approfittato per esagerare anche un po’ e  mettere un po’ di ironia su questa paura, tipo 
“Anche se mi dispiacerebbe perdere la vita qui, annegando per l’acqua nel naso …”
di fatto mi è entrata l’acqua nel naso, ovviamente non sono annegata  e ho sentito che potevo tranquillamente continuare il mio “allenamento personale”.  La cosa cominciava anche a divertirmi, ma c’era ancora un freno, qualcosa mi teneva ancora nei pressi del bagnasciuga.  Picchiettando su
 “Anche se ho ancora bisogno di stare vicino alla riva …”
mi sono accorta che  avevo  “ paura di non avere la terra sotto i piedi, “ e quello è stato fondamentale, perché dopo qualche giro su
“Anche se   ho paura che mi manchi la terra sotto i piedi … “
Anche se ho ancora questo bisogno di sentire la terra sotto i piedi …” 
ho cominciato a sentire il PIACERE di essere sollevata dolcemente dalle onde.  Il mare era molto calmo e le onde dolci. Mi sentivo come una rana che galleggia. Probabilmente mi  ero rilassata molto, fatto sta che non dovevo annaspare spasmodicamente per stare a galla, come in passato.  Anzi, devo dire che sentire lo spessore dell’acqua che aumentava sotto di me mi faceva sentire più sostenuta. L’acqua era diventata un’alleata, e le onde (dolci) un piacere.  Gustando questo piacere,  insieme alla bellezza dell’orizzonte aperto davanti a me,  mi guardo intorno e vedo galleggiare lì accanto  a me la boa bianca!!!  Senza alcun turbamento ho realizzato che poteva essere il caso di tornare a riva.  Laggiù ho visto mia sorella sulla terrazza,  che pareva agitata.  Mentre tornavo a riva piano piano, con un mio  “stile molto libero”, lei mi stava venendo incontro, disorientata, perché non mi aveva mai visto andare oltre il bagnasciuga, dove “si tocca”.  Questa esperienza non solo mi ha pacificato con l’acqua e mi ha restituito il piacere di gustare il mare, ma mi ha rafforzato interiormente, perché ero comunque riuscita a permettermi qualcosa che non era mai stato possibile prima, ed era stato anche facile!!! (oltretutto: se ha funzionato con l’acqua  chissà che non possa valere anche per altro …)  Nei giorni seguenti  mi sono impegnata un po’ in una specie di  corso di stile libero da autodidatta intervallato da picchiettamenti ogni volta che ne sentivo la necessità  (è poi  emerso il ricordo di una disavventura durante un corso di nuoto, in cui , da bambina, stavo per svenire in piscina, ma fortunatamente essendo  vicina al bordo mi ero “salvata”, quindi ho trattato gli elementi del ricordo: paura di annegare, paura di non farcela ad arrivare al bordo, senso di impotenza, perdita di controllo, acqua dappertutto..).  Sono arrivata a fare 16 bracciate consecutive, con la testa in acqua,  respirando, senza fermarmi, senza nodi allo stomaco, senza blocchi nel respiro.  Questi esperimenti li ho fatti nuotando parallela alla linea del bagnasciuga, non verso il largo, constatando di persona che eft toglie l’eccesso di carica che genera  il blocco, ma non toglie il buonsenso!!!   Adesso sono iscritta a una piscina per imparare a nuotare a stile libero come si deve …  e desidero  che il nuoto possa diventare  qualcosa  da coltivare nel  tempo, per il mio piacere.  Buon picchiettamento a tutti!

Luisa Berselli
www.buonemani.com

tel  055 2020772

 

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