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EFT nello sport individuale

Si rivolge a me una ragazza, che per comodità chiamerò Ilaria, che si impegna in uno sport individuale. Ha già raggiunto diversi risultati anche a livello europeo. Quest’anno ha cambiato categoria e in una gara importante ha fallito. Ha mancato quindi l’accesso alla convocazione in nazionale e non potrà difendere il titolo europeo.
Non sa più se vuole continuare. Si prende una pausa dagli allenamenti e in questo periodo ci vediamo. Le spiego come funzionano i nostri incontri, che prima ci concentreremo sullo sciogliere ciò che le impedisce di star bene e poi invece su cercare si migliorare la performance.
Aveva già le idee molto chiare: voleva lasciar andare la paura che la prendeva appena prima di compiere il gesto atletico.
I primi 2 incontri li abbiamo dedicati a sciogliere la paura con EFT: la cosa importante era che imparasse anche da sola, in modo da poter utilizzare questo strumento in qualsiasi momento. Durante la gara, per un atleta di uno sport individuale, sei solo, nessuno è con te. Tutta la responsabilità è tua, non puoi condividerla con nessun altro. Non c’è la possibilità di avere una giornata storta, tutto dipende da quei minuti, tutta la preparazione di una stagione intera.
La paura era in parte collegata con le aspettative sue e di persone a lei vicine. Durante questi incontri ha anche avuto alcune idee su come prepararsi prima della gara, prima del suo turno, ricordando cosa l’aveva distratta di quella gara andata storta. Dopo aver sciolto le emozioni inadeguate ci siamo concentrate sulla performance.
I nostri incontri si svolgevano direttamente sul “campo” di gara. Così dapprima abbiamo testato se effettivamente la paura era sciolta. Oltre a provare il gesto atletico, l’ho aiutata a sintonizzarsi con le emozioni prima della gara, in modo da valutare se effettivamente la paura non c’era più. Appurato che questa emozione di paura era svanita ci siamo concentrate sul trovare lo stato eccellente subito, appena la gara inizia.
Ho utilizzato uno strumento di PNL, il cerchio dell’eccellenza, seppur modificato in alcune parti. In genere si ancora la persona ad eventi passati in cui le qualità che cerchiamo c’erano. Per esempio un’ottima gara, in cui tutto è filato liscio.
Però preferisco sempre il qui ed ora, gusto personale.
L’ho quindi ancorata alle qualità che le servono durante la gara (i muscoli caldi, la forza nelle gambe, la testa vuota) e ho applicato la tecnica. A quel punto abbiamo provato più volte l’esercizio della gara, tante volte. Le prime volte ancora non riusciva bene, ma la paura non si è ripresentata. Soprattutto la sua resistenza è aumentata, in genere dopo due ripetizioni dell’esercizio non ce la faceva più, mentre lo abbiamo ripetuto quattro volte. E l’ultima volta, quindi seppur più stanca, è andata molto bene. Come ultimo intervento ho chiesto ad un esperto del mio staff di preparale degli esercizi di riscaldamento diverso, perché non aveva nulla di specifico. Nel suo sport tra il riscaldamento e la gara possono passare anche 30’. Quindi ha imparato gli esercizi nuovi.
Mentre si preparava è arrivata la convocazione in nazionale, che ormai credeva persa. Ha prima partecipato ad una gara minore vincendola e poi si è riscattata ai campionati nazionali arrivando prima.
Continua ad usare EFT, gli esercizi di riscaldamento e ad entrare nel suo cerchio dell’eccellenza prima della gara.

Paola Tranquillo
Operatore ed insegnante EFT – Logosintesi (Veneto – provincia Treviso)

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