EFT e senso del ridicolo
Caro Andrea,
ieri pomeriggio, in attesa di prendere l’autobus, mi è capitato di venire colta dai familiari sintomi di panico di cui soffrivo- e qualche volta ancora soffro- da diversi anni: mani gelate, tachicardia, vertigini, accompagnati in questo caso anche da rossore al viso e senso di freddo e tremore.
La sera prima avevo lavorato due ore con Eft su un trauma risalente all’infanzia, e sapevo che probabilmente si trattava di aspetti non risolti/ o ancora non emersi inerenti ad esso. Il problema, naturalmente, era che mi trovavo distante dalla stanza che occupo qui a Idice di San Lazzaro, in mezzo ad estranei,sul marciapiede in attesa del bus.
Dentro di me pensavo: “Se fossi sola potrei usare Eft e diminuire l’intensità dei sintomi dell’attacco di panico per poi lavorare con calma al ricordo stasera. Magari se trovassi un angolino tranquillo…”
Poi, mentre massaggiavo il punto doloroso ripetendo mentalmente “Anche se mi gira la testa, anche se mi sta venendo il panico…”, mi è venuto su di pensare: “Beh, ma perché non mi picchietto davanti a tutti? Di cosa mi vergogno? Sono perfetti estranei, al limite mi guarderanno strano e penseranno che sto svolgendo qualche strano rito scaramantico…”
Decisa a provare cosa sarebbe successo, ho picchiettato mentalmente sul mio senso di imbarazzo: “Anche se mi sento imbarazzata a fare Eft davanti a degli estranei, anche se mi sento ridicola a picchiettarmi…”,
E’ stato a quel punto che ho sentito che il problema del “ridicolo” non riguardava solo quella specifica situazione, ma il mio rapporto con “Eft e gli altri” in generale.
Avendo maturato l’intenzione di diventare terapista, e usare Eft anche sugli altri, mi capita spesso di proporre il metodo, di mostrarlo ad amici/amiche o conoscenti. Ho ricordato in quel momento di come mi capiti pure di mettermi a ridere imbarazzata, quasi io stessa dicessi all’altro “beh, lo so, è una roba che a vederla è ridicola, ma funziona!”
A quel punto, seduta alla fermata del bus, ho cominciato a picchiettare ( sempre nella mente, ma stimolando i punti in modo fisico) il problema: “Anche se mi sento ridicola a picchiettarmi davanti alle persone, anche se penso che nessuno mi prenda sul serio quando espongo il metodo, anche se mi sento ridicola a spiegare eft…”
E’ ovvio che non abbia risolto del tutto la cosa sul momento, anche perché dopo qualche giro la mia vergogna è diminuita e ho applicato Eft al mio-ancora pressante- senso di panico. Ma già il fatto di aver concluso 4/5 giri su quest’ultimo problema( il panico), davanti ad un gruppo di persone, affatto interessata alle loro occhiate, è stato un bel successo!
Sono passata da “mi sento ridicola”, ad un leggero disagio nel “sentirmi osservata”, e così anche il mio panico si è stabilizzato, permettendomi di finire il tragitto in autobus.
Ora sto lavorando sul problema “ridicolo e insicurezza”( oltre che sul trauma, ovviamente), e sono sicura che riuscirò presto a liberarmene.
Colgo comunque l’occasione per invitare quanti volessero applicare Eft sui problemi di altre persone a prestare molta attenzione sul modo in cui loro stesse si pongono nei confronti di questa tecnica. “Dubitate, e il mondo dubiterà con voi; mostrate certezza, e gli altri si sentiranno certi”
Lisa Dallari
Idice San Lazzaro
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