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EFT e scatti d’ira

EFT e scatti d’ira

 

Ciao Andrea,

ti invio l’esperienza di una sessione tenuta con Claudio (il nome è di fantasia).
Il problema di Claudio era quello di avere spesso attacchi di rabbia violenta, che ora ha imparato a reprimere ma che gli condizionano notevolmente la vita, oltre a mantenerlo in uno stato di tensione continua. Per darti un’idea di quanto ciò lo tenesse sotto pressione, basta dirti che soltanto nel dichiarare che provava rabbia, Claudio è scoppiato in un pianto nervoso con scatti d’ira improvvisi (si prendeva a pugni una mano per scaricare un po’ di aggressività).
L’incontro è quindi iniziato con un bel ’ndocojocojo (la tecnica di picchiettamento casuale) giusto per abbassare un l’intensità. Appena Claudio è riuscito a riprendere un pochino il controllo, abbiamo iniziato la sessione.

Claudio mi ha raccontato che viveva spesso questi attacchi d’ira. Gli ho chiesto se è sempre stato così o se poteva trovare un’origine nel tempo. Claudio mi ha risposto che li aveva già da bambino.
Per iniziare a dare una forma alla rabbia, gli ho chiesto: “Come senti questa rabbia? Che sensazione fisica ti da?” Claudio: “La sento come una morsa allo stomaco”.
L’ho fatto sintonizzare sulla morsa allo stomaco ed abbiamo iniziato con un primo giro di “riscaldamento”:
Anche se sento questa morsa allo stomaco, mi amo e mi accetto completamente e profondamente”.
Claudio faticava a dire “mi amo e mi accetto”, quindi abbiamo riformulato la frase “Anche se sento questa morsa allo stomaco.. va bene così!”.
A questo punto ho chiesto a Claudio: “Quando senti questa morsa allo stomaco?
Claudio:“Quando le persone non fanno come dico.. quando mi fanno sentire che non valgo niente..
Matteo: “Quale tra queste due ti fa sentire maggiormente la morsa allo stomaco? Quando non fanno come dici o quando ti fanno sentire che non vali niente?
Claudio: “Quando mi se sento che non valgo niente.
Matteo: “Ok, fai SET. Come fai a sapere che non vali niente? C’è una voce che te lo dice, una sensazione, un’immagine..
Claudio: “Quando non mi danno retta mi sento che non valgo niente e mi vengono gli scatti di rabbia, solo che non posso arrabbiarmi sempre e..” interrompo Claudio per non farlo divagare e farlo focalizzare meglio.
Matteo: “Chi ti fa sentire che non vali niente?
Claudio: “La gente
Matteo: “Ok.. di chi è la voce che ti dice che non vali niente?
Claudio: “Di mio padre. Abbiamo sempre avuto un rapporto..”  lo interrompo per mantenerlo focalizzato (Claudio ha un po’ la tendenza a scappare con contiue digressioni.)
Matteo: “Come faceva a farti sentire così? Ti diceva qualcosa?”. Claudio resta in silenzio.
Matteo: “Ricordi qualche volta che ti ha fatto sentire che non valevi niente?
Claudio: “Ogni volta che facevo qualcosa che non gli andava bene, lui mi faceva sentire che non valevo niente e che dovevo fare come diceva lui.
Matteo: “C’è un episodio in particolare che ricordi?
Claudio: “Ce ne sono tanti, faceva sempre così..” ed inizia a raccontare una serie di episodi. Lo interrompo per non farlo divagare.
Matteo: “Ok, aspetta. Prendi un episodio in particolare. Come faceva a farti sentire che non valevi niente? Ti diceva qualcosa di particolare? Era uno sguardo che aveva?
Claudio: “Era il suo modo di fare.. quando dicevo qualcosa che non gli andava bene, mi guardava con sufficienza e mi girava le spalle..” A questo punto lo sguardo di Claudio cambia espressione ed inizia ad arrabbiarsi.
Matteo: “Ok, inizia a picchiettare sotto l’occhio mentre rivivi la scena di tuo padre che ti guarda con sufficienza e si gira. Da 0 a 10 che intensità ti da?
Claudio è sempre più arrabbiato e risponde 10.
Matteo: “Cos’è che ti fa sentire che non vali niente? E’ lo sguardo? Ti dice qualcosa? E’ quando gira le spalle?
Claudio: “E’ l’atteggiamento che ha tutte le volte che non gli va bene qualcosa. Fa sempre così e mi fa arrabbiare”.
Per identificare bene quale sia l’aspetto principale nella sua rappresentazione, gli chiedo di raccontarla ancora mentre con gli occhi compie un giro completo. E’ un utilizzo un po’ personale delle posizioni oculari.
Matteo: “Segui la mia mano mentre  rivivi la scena di tuo padre ed intanto continua a picchiettarti sotto l’occhio”.
Dalle posizioni oculari noto che c’è una tensione sulla parte visiva, uno sull’auditivo ed uno sul dialogo interno. Considero momentaneamente il dialogo interno come la sua risposta ad un evento esterno e scelgo di focalizzarmi su vista ed udito.
Matteo: “Concentrati solo sullo sguardo di tuo padre ed inizia a picchiettarti. Fai un giro focalizzandoti solo sullo sguardo di tuo padre.. è cambiato qualcosa?
Claudio: “E’ un pochino meglio”. Ma noto che lo sguardo arrabbiato di Claudio non è cambiato. Cerco di aumentare un po’ la sua risposta ed imito l’atteggiamento di suo padre: lo guardo con sufficienza ed istintivamente faccio spallucce e dico “tsè” mentre giro la testa dall’altra parte.. Appena sente “Tsé” il suo sguardo si riempie di rabbia. Continuo a provocarlo col suono “Tsé.. tsé..” Claudio è sempre più arrabbiato, sembra quasi che voglia picchiarmi..
Claudio: “E’ quel suono.. tutte le volte che faceva..” lo interrompo per non farlo divagare.
Matteo: “Picchiettati e ripeti: Anche se mio padre diceva sempre tsé, mi amo e m’accetto completamente e profondamente” e mentre Claudio picchietta i diversi punti, sottolineo il suono sibilando “tsé”.
Dopo un paio di giri gli faccio ripetere il picchiettamento rivivendo la scena completa del sibilo e lo invito a fare un bel sospiro per liberarsi dal blocco allo stomaco. Il volto di Claudio ora è più disteso.
Matteo: “Da 0 a 10, quant’è l’intensità ora?
Cludio: “Direi 2 o 3” e come reazione alla sua risposta, lo guardo con sufficienza e mentre mi giro di spalle sibilo tsé. Osservo la reazione di Claudio che mi dice “Forse anche 4 o 5..” e ripetiamo ancora un paio di volte il giro di EFT, facendogli rivivere la scena con i suoni e facendolo focalizzare anche sulla morsa allo stomaco.
Alla fine l’intensità è scesa a 2, quindi eseguiamo un 9-gamma finale.

Claudio: “Non ti rendi conto di quante scelte nella mia vita sono state fatte solo per non sentire quel suono.. ed è un’espressione che usano tutti!!!
Matteo: “Tsé.. me ne rendo conto eccome.. lo fanno tutti!” Questa volta Claudio sorride, possiamo salutarci.
Chiedo a Claudio, nei giorni a seguire, di continuare a fare SET per riequilibrare dolcemente il suo sistema energetico.

Dopo una settimana ho scritto a Claudio per sapere come stava e se c’erano stati dei miglioramenti. Questa è la risposta che ho  ricevuto: “Si, gli scatti d’ira sono notevolmente diminuiti ed anzi mi arrabbio molto meno e ci sto lavorando continuamente soprattutto sui meridiani delle dita. Inoltre ho visto mio padre ultimamente e non ho avuto nessuna reazione negativa.”

Caro Andrea, alla prossima.. tsé..

 

Matteo Oldani

www.eftlab.it

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