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EFT e PTSD

E.F.T. ed esperienza di stress post traumatico

 

Caro Andrea e lettori,

dopo quasi quattro anni da che conosco E.F.T., sono capitati molti cambiamenti positivi nella mia vita, compresa la decisione personale di diventare un’ operatrice a mia volta, ed insegnare la tecnica ad altri.
Per molti anni ho sofferto di Post Traumatic Stress Disorder, o sindrome da stress post traumatico. So che molte vittime di violenze, gravi catastrofi o guerre passano la stessa situazione, proprio per questo ritengo che una mia testimonianza personale potrebbe spingerli ad affrontare il problema integrando l’eventuale terapia psicologica o psichiatrica con E.F.T., in modo da sciogliere prima, e con meno sofferenza, i nodi dei traumi vissuti.

Quattro anni fa non uscivo di casa. Non ricordavo più di dieci anni della mia vita(tutta l’infanzia): le memorie erano confuse, distanti da me, come se appartenessero ad un’altra o completamente cancellate. Soffrivo di depressione grave, attacchi di panico, fobie; mi sentivo alternativamente come se fossi una cosa priva di importanza da buttare, o “distante” da me stessa. Se una persona mi toccava, reagivo chiudendomi in me stessa o con violenza. Mi capitava persino di farmi del male da sola.
I sintomi fisici, poi, dall’infanzia si erano moltiplicati: flusso mestruale fermo, denti che cadevano, viso sfigurato dalla rosacea, colorito pallido e senza luce. Passavo dall’anoressia a momenti iperfagici. Dormivo pochissimo, svegliandomi preda degli incubi. Non avevo un amico al mondo, non avevo terminato gli studi. Come già detto, mi consideravo una “cosa” destinata a morire da un momento all’altro.

Quando ho cominciato le sedute di E.F.T., durante una di queste, un ricordo completamente rimosso è riaffiorato alla coscienza. Riguardava un abuso da parte di mio padre.
Questo episodio è stata la “molla” che ha fatto scattare il successivo processo di recupero: assieme ad un bravo terapista, e col supporto di E.F.T., che ho applicato con costanza quotidiana a sintomi e ricordi, sono riuscita a recuperare la mia verità, gli eventi del passato e soprattutto un senso di significato e amore per me stessa prima del tutto impensabili.

Proprio negli ultimi mesi, forse perché la mia mente e il mio corpo hanno deciso che ero pronta, ho potuto finalmente riequilibrarmi al punto di ottenere risultati che le persone notano ( e mi fanno notare). La gente si complimenta per la mia pelle( la rosacea è quasi scomparsa), per la mia bellezza( erano vent’anni che non capitava), per la mia maggiore apertura, per le cose che sto ottenendo( a scuola, nei progetti di lavoro).
Tutti i giorni mi alzo con qualche idea nuova, con la sensazione di aver meno “pesi” addosso( specie se ho lavorato su qualche episodio traumatico con E.F.T. il giorno prima), con un maggior senso di equilibrio e voglia di realizzazione e indipendenza. Prendo delle decisioni( il che, prima, era impensabile). E anche quando mi sembra di nuovo di cadere nella disperazione, sono abbastanza forte da riprendermi.

Risultati sorprendenti li ho ottenuti tra Agosto e Ottobre di quest’anno: trattando due ricordi di stupri subiti da piccola per mano di altri uomini a cui mio padre mi aveva “dato”, ho abbassato la frequenza degli attacchi di extrasistole che mi prendevano all’improvviso e nei momenti più inaspettati, ho modificato le mie convinzioni limitanti riguardo il mio “essere bella/meritevole di qualcosa di buono”, risolto problemi intestinali che mi portavo dietro da mesi; persino la robustezza dei miei capelli ne ha beneficiato.
Più di un mese fa, mentre soffrivo di un dolore fortissimo dovuto al ciclo femminile ( per il quale sono finita spesso in ospedale), ho abbassato miracolosamente l’intensità del dolore lavorando con E.F.T. per sei ore.
Ha funzionato molto bene la frase “Anche se ho questo dolore terribile, mi amo e mi accetto completamente…e accetto il messaggio che il mio corpo vuole comunicarmi attraverso il dolore. Chiedo a me stessa di rendere chiaro il messaggio che voglio inviarmi attraverso il corpo e che mi ostino a non capire…”
A quel punto, mentre ero piegata in due dalla sofferenza, ho cominciato a sentire il profondo senso di rifiuto che nutrivo nei miei riguardi. In me in quanto “questa persona qui, con questo nome e questa storia”. Ho sentito la sensazione di essere “rovinata, guasta”, convinta di non poter avere una relazione normale, o figli, alcun senso biologico a causa di quanto mi era successo. Il dolore era nella mia femminilità. Nel mio senso stesso come donna e persona.
Ho pianto molto, lavorato su questo “dolore dentro la carne” la cui intensità era dieci, lavorato con la tecnica del racconto sugli episodi che emergevano, rielaborato tutte le convinzioni negative che vi erano legate( non merito niente, mi piace soffrire, mi divertivo a soffrire. Amo la sofferenza, sono da buttare, io merito solo dolore, sono un mostro/cosa orribile/disgustosa…)
Due giorni dopo, la rosacea era sparita, assieme ai disturbi cronici all’intestino. Avevo energia addirittura per correre! Percepivo fisicamente e interiormente un cambiamento in me stessa: era come se un peso enorme, una monumentale sofferenza fosse uscita dal mio corpo. In effetti, ho passato qualche giorno a …”cercarla”, sentendomi mancare qualcosa che prima era lì.
Il ciclo mestruale successivo, nonostante il dolore fosse presente e abbia pianto ancora( e ricordato altre memorie), sono riuscita a sopportarlo senza difficoltà, e a coccolarmi persino un po’ da sola. Il senso di “sono da buttare, non merito colui che amo” è riemerso. Ho lavorato di nuovo sulla cosa, e l’ho rapportata all’ultimo “rifiuto” sentimentale, osservando come tenda a considerarmi “rovinata e guasta” per principio( “Anche se X non poteva di certo amarmi…chi amerebbe una robaccia come me? Anche se sono una stupida, un’idiota, un’inetta, inadatta a X, mi amo e mi accetto…”)
Se non proprio curata, la mia tendenza a “vedermi uno zero” , o quella di ritenermi “indegna” di una brava persona che mi piace, si è notevolmente ridotta. E sto cominciando a ricostruirmi una dignità e un rispetto nei confronti di me stessa.

Qualche settimana fa, un dolore molto forte al collo ( che mi ha allettato un giorno), è stato il modo in cui il mio corpo ha fatto uscire un nuovo ricordo di violenza, che riguardava proprio lesioni in quella parte anatomica. Anche stavolta, l’effetto ottenuto trattando lo stupro in ogni sua parte con la tecnica del racconto, è stato intenso: ho ricordato un momento, durante l’episodio, in cui ho deciso di morire e sparire. Consciamente. Come se avessi chiuso una porta dentro di me, dicendo “ora basta, non lo sopporto più. Tanto vale sparire. Non merito altro…”
L’impatto, nei giorni seguenti, è stato forte: ho lavorato con E.F.T. sulla rabbia, sul dolore, sul senso di “scissione”; sulla “vergogna di esistere”. Sui sensi di colpa per aver lasciato passare tanto tempo “come morta”.
Cose come “Anche se mi sento finita, senza speranze, senza futuro” sono stati oggetti di trattamenti costanti. Ho avuto incubi in cui sognavo me stessa, di nove anni, morta. Li ho trattati con E.F.T. lavorando sia sulla mia profonda rabbia( che avevo scisso da me), che sul senso di “preferisco morire che sentire”( “”Anche se durante l’infanzia mi è stato necessario scindermi e soffocare le emozioni per non impazzire, mi amo e mi accetto…e scelgo di sentire, ora che sono adulta, le emozioni che provavo allora e di permettere a me stessa di elaborarle per continuare a vivere”).
Improvvisamente, mi sono sentita “me, davvero me”( sofferenza compresa)come mai prima.

Quello che provo ora è che forse ho conosciuto E.F.T. e deciso di lavorare su di me un po’ avanti nell’età( e anche su questo senso di “perdita di tempo” sto lavorando), ma il cambiamento di ottica cui ha dato inizio il mio operare sulle tante violenze dell’infanzia, è qualcosa di prezioso. Ho “scongelato” me stessa da un sonno apatico. Questo comporta molto dolore, ma anche benefici cambiamenti.
Il mio invito per quanti soffrano di Stress Post traumatico è quello di affidarsi a qualche terapista di fiducia, specie i primi tempi e se si sperimentano confusione o sintomi depressivi gravi, e continuare sempre a usare E.F.T. tutti i giorni, sulle convinzioni negative che possono accompagnare gli effetti di traumi ripetuti( e vi assicuro che so quanto gravi possano essere! L’importante è accettarli e avere pazienza), mentre si prendono i ricordi( quelli di cui si ha memoria) e si lavora su tutto ciò che li riguarda, passo dopo passo. Facendo così, si ha la possibilità di guarire più in fretta e di rendersi indipendenti quando si è raggiunto un equilibrio sufficiente per farlo.
Non nego che in casi estremi come il mio( ma sono sicura che ce ne siano altri) il percorso sarà doloroso, e ci saranno spesso prese di coscienza inaspettate, ma ne vale la pena. Se si desidera una vita più libera e consapevole, fatta di scambi umani e orgoglio per se stessi.

XXX

 

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