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Attacchi di panico (da bambina)

Attacchi di panico

Anna (nome di fantasia)  aveva fissato un appuntamento  al mio studio per una seduta di eft,  ma proprio a causa del suo problema non era riuscita a venire. Gli  attacchi di panico, per altro frequenti molto  frequenti,  le procuravano insonnia, costrizione al petto e al respiro,  contrazioni allo stomaco, senso generale di paura, vuoto, spossatezza,  blocco del ciclo mestruale, paura di guidare la macchina, disagio nell’entrare nei supermercati;  a causa di questa situazione di profondo disagio,  era stato  necessario l’intervento del medico  e A aveva preso un periodo di distacco dal lavoro, per lei molto pesante in quanto impiegata in un luogo pubblico  molto affollato e caotico. Anna  era molto dispiaciuta  di non riuscire ad uscire di casa. Oltretutto lei risiede in un’altra città; quando  le ho proposto di effettuare una seduta per telefono (A non ha internet) è stata molto contenta.  Anna  non conosceva ancora niente di eft.  Le ho spiegato sinteticamente per telefono  quali fossero i punti che avremmo stimolato, semplicemente con le dita e la struttura di base della preparazione. Le ho suggerito di usare il vivavoce per avere le mani libere e non dover avere l’impegno di reggere il telefono, in modo che potesse meglio ascoltare le sue sensazioni.  Mi parla delle ondate di paura che la travolgono più volte al giorno,  parla a raffica , c’è la sensazione di paure ingombranti, di saturazione, ricorre il tema del vuoto.  Cominciamo con qualche “giro” di  riscaldamento sulla sensazione di vuoto, anche per permetterle di familiarizzare con la tecnica. Le chiedo poi se aveva paura anche da piccola e se le sensazioni che stava provando le ricordassero qualcosa del suo passato …. Anna  risponde di sì  e le viene in mente un flash di un episodio  della sua prima infanzia: si ricorda di essere stata lasciata sola da sua madre, nel suo lettino con le sbarre, mentre la madre andava sottocasa a fare la spesa.  Scelgo di lavorare con lei su quell’episodio con la tecnica del racconto. Il ricordo le procura forte intensità, di cui lei è molto cosciente.   Iniziamo quindi con frasi tipo:
“Anche se ero molto piccola e sono rimasta sola …  ero comunque una bambina splendida e mi amo e mi accetto con tutte le mie reazioni”
“Anche se ero sola nella stanza, porta chiusa, finestra chiusa nella penombra..  io mi amo e mi accetto completamente e profondamente”
“Anche se mi sentivo fuori dal mondo, sola in quella stanza, porta chiusa, finestra chiusa, ero comunque una bambina sensibile e preziosa”
Gli elementi di quel ricordo erano molto semplici ma evocavano in lei  sensazioni molto forti e molto “vicine” al disagio che lei stava provando attualmente e da parecchi mesi.  Abbiamo  picchiettato sui punti questi elementi semplici e “forti” per lei da un punto di vista emotivo:
stanza vuota , porta chiusa,  finestra chiusa, sola nella penombra, questo senso di vuoto,   sola nel lettino con le sbarre,  chiusa fuori dal mondo, tutto era fermo e vuoto, paura di essere sola  tagliata fuori  dal mondo …
Abbiamo combinato la ripetizione degli  elementi sensoriali di allora di volta in volta legandoli anche alla sensazione che Anna   sentiva aumentare di intensità nel presente  Quindi  gli stessi  elementi  “stanza vuota, porta chiusa finestra chiusa ecc.” di volta in volta li abbiamo abbinati  anche alle sensazioni  attuali di “questo vuoto allo stomaco”, fino a portarlo a zero, poi  a “questo affanno al respiro” fino a ridurlo,  poi alla “sensazione di non appartenere a niente..” e così via.
Si è  creata una sorta di oscillazione,  quasi come una eco, tra gli elementi e le sensazioni del ricordo e quelle attuali. Gli  elementi erano molto semplici, ma la loro risonanza emotiva in Anna  era forte ,  ed  evidente è stato anche il sollievo che lei tangibilmente sperimentava mano a mano che alleggerivamo  i diversi  aspetti.
Abbiamo anche ridefinito qualche elemento del ricordo introducendo nella preparazione frasi del tipo
Anche se ero una bambina molto piccola e non potevo sapere che la mamma era comunque molto vicina …”
 “Anche se la mamma mi lasciava nel lettino con le sbarre perché era sicura che lì non potesse accadermi niente di male …”
“Anche se quella bambina di tre anni si era sentita così sola e aveva avuto paura, lei era una bimba molto sensibile e desidero che lei sappia che la custodisco nel mio cuore, così lei è sempre con me”
 “Anche se ho portato con me questa paura per tutto questo tempo io mi amo ecc. e permetto al mio sistema di cominciare a lasciarla andare”
“Anche se mi sentivo sola e disorientata ero comunque una bambina preziosa e anche se ancora talvolta provo disorientamento mi fido della saggezza profonda del mio sistema che mi guida continuamente”
“Anche se in quel vuoto avevo paura di non esistere, io mi amo ecc  …  so  che ci sono e scelgo di ricordarmi di me”
“Anche se ho avuto paura per tanto tempo, io mi amo ecc… accetto le reazioni che ho provato allora e accetto anche la mia nuova tranquillità”
Dopo i soliti consigli pratici, del tipo bere acqua, far caso alle sensazioni o ricordi che fossero riemersi  e appuntarseli, qualche frase di “compito a casa” da ripetere quotidianamente ci siamo salutate con la piacevole sensazione di aver fatto un buon lavoro . Abbiamo anche notato che entrambe ci eravamo “dimenticate” di essere al telefono, perché la sintonia era tra noi molto chiara e naturale.
Dopo qualche giorno Anna  mi ha telefonato dicendomi di essere stata decisamente meglio, di aver dormito di più,di aver picchiettato come convenuto e anche di aver cominciato ad applicare quello che aveva imparato al bisogno del momento, Mi ha raccontato  di essere andata a trovare un’amica,  guidando la macchina, da sola, per una impervia stradina di campagna, mai fatta prima e di averlo fatto con una tranquillità inaspettata. Era tornata anche al  supermercato senza problema. Tra l’altro, riguardando  le pagine di un vecchio diario  aveva trovato un suo scritto  di anni addietro in cui descriveva l’episodio che avevamo trattato. Mi è sembrata una buona occasione di verifica, così l’ho invitata a leggere ascoltando le sensazioni interne e picchiettando sui punti che ancora producevano qualche reazione.
Abbiamo continuato a lavorare telefonicamente perché Anna  sente beneficio e piacere nell’andare a ripulire altri anfratti della sua vita con questo metodo.  Dato che si avvicinava il momento di rientrare al lavoro abbiamo preso in esame le sensazioni che stava provando a riguardo e e abbiamo trovato un altro evento (ma questa è un’altra storia) e ci abbiamo lavorato. Anna  è rientrata al lavoro, consapevole delle difficoltà oggettive che quel posto genera, ma si è sentita  tranquilla nel suo spazio personale, senza paura di  quel vortice  da cui si sentiva portare via.  Avendo avvertito strane sensazioni alle ovaie  si è rivolta alla sua ginecologa che ha riscontrato sintomi di regolarizzazione del ciclo mestruale, atteso a giorni … vedremo.

Sono trascorsi due mesi dal nostro primo incontro telefonico: gli  attacchi di panico non si sono più ripresentati, i risultati raggiunti  sono stabili  e il suo senso di benessere continua ad aumentare .  Se  arriva   qualche “perturbazione”non spaventa più,  è  cosa  leggera, niente a che vedere con i sintomi passati,   viene accolta con naturalezza  ed  elaborata  . Abbiamo continuato il lavoro telefonicamente per  ripulire alcuni temi dolorosi  attraverso l’elaborazione di relativi eventi.  Anna  è molto soddisfatta e alleggerita, pratica eft quotidianamente,   con risultati molto buoni e con grande desiderio di approfondire la conoscenza di questa tecnica che le ha “aperto la porta”. Non è il caso della classica “meraviglia in un minuto”, ma è un risultato a mio parere prezioso, in cui Anna  sente il valore del suo lavoro quotidiano per il suo bene, come una costruzione sempre più solida. E’ come se attraverso questi passi susseguenti lei  avesse il tempo di accorgersi della sua guarigione che procede e della sua nuova reale stabilità.   Quando i disagi guariscono in pochi “giri” di eft naturalmente accettiamo la gioia e la meraviglia di quello che sembra un miracolo,  ma quando serve tempo e impegno, credo che ci sia sempre un ottimo rovescio della medaglia, in termini di consapevolezza personale e fiducia in sé stessi :  possiamo   gustarci   il “viaggio” della nostra trasformazione personale.         
Sono esperienze davvero molto belle … e credo veramente che una buona pratica di eft possa renderle anche frequenti e alla portata di chiunque.    Con gratitudine,   buona guarigione a tutti  !!

Luisa Berselli
www.buonemani.com

055 2020772

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