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EFT, memorie dolorose e memoria

Ciao a tutti,

questa lettera è una testimonianza di come, con EFT e con determinazione, sia possibile avere ragione anche di eventi seriamente traumatici. Bisogna sviluppare ed esprimere tenacia. L.A. ha sperimentato che, sciogliendo il Corto Circuito legato ad alcuni traumi, anche la memoria ne ha beneficiato. Tutto ciò è molto logico, visto che ogni funzione umana, memoria compresa, ha bisogno di energia. Se gran parte di essa è bloccata a mantenere “ricordi chiusi nel cassetto”, è facile intuire che non ne avanzi granchè per la memoria (e tante altre funzioni). Liberando i traumi, ecco che l’energia fno ad allora bloccata è libera di essere utilizzata per altri fini.


Andrea

Cari lettori,
se le ferite della vita, specie quelle inferte nelle primissima infanzia, cristallizzano dentro alla nostra psiche (per non dire dentro l’anima) e si manifestano sotto forma di sintomi fisici e mentali, invitandoci palesemente a lavorare per superarle (a volte ci serve proprio una bastonata in testa, per capire il concetto!), è altrettanto vero che, come nel caso di un cassetto stipato in cui non entri più nulla, se noi riempiamo la nostra memoria di esperienze traumatiche, chiudiamo lo sportello, giriamo la chiave e la buttiamo via…non potremo mai riempirlo di belle esperienze o altre nozioni che non siano quelle stipate a forza dentro quello spazio. Mi spiego meglio: è certo possibile vuotare e svuotare un cassetto aperto o accostato, buttando via ciò che non ci piace e mettendovi dentro altre cose (sì, a volte anche oggetti che non ci aggradano, o ci comprano gli altri, o che ci piacciono per una sera soltanto), ma se (proseguendo la metafora) noi quel cassetto lo sigilliamo…la faccenda è diversa!!

Credo che sia ciò che è capitato a me negli ultimi vent’anni. Avendo subito traumi nella primissima infanzia (i peggiori a 2/3 anni) e avendo “deciso”- per motivi di sopravvivenza psichica e fisica è ovvio- di “chiudere a doppia mandata” il cassetto e buttare via la chiave (o per lo meno nasconderla bene), vivevo costantemente nell’incapacità di percepire sia quelli, che tutti gli altri ricordi ; o di“fare pulizie” tra essi, scegliendo di sanare quelli tragici e mettendo da parte quelli migliori; magari aggiungendo altri cassetti, chissà…vivevo lì con un cassetto bloccato, e di conseguenza anche con la vita, e la capacità di “sentire” e sperimentare bloccati.

Da quando finalmente ho provato EFT, e Andrea ha avuto la pazienza di guidarmi gentilmente verso uno dei ricordi “nel cassetto” (che però ha impiegato 3 mesi a “scoppiare”), mi rendo conto di quanto avessi “bloccato” la memoria in un unico punto. Senza accorgermene, è chiaro! Il mio “luogo buio” era stato non soltanto chiuso, ma contornato di paletti e sentinelle pronte a sparare, non appena mi avvicinavo a determinate tematiche, “pallottole infuocate” (o “comandi sui muri”) tipo “no, questo non è successo, questo è falso. Bugiarda! Cosa vai a pensare di tuo padre? Son tutte fantasie”. Consciamente neanche ero consapevole di “rubare spazio” ad altre energie, perché tutti i “malanni” fisici e psicologici generati dai traumi negativi repressi, per me erano qualcosa da attribuire a tutto, fuorché a quelle esperienze (e intendo davvero a tutto, da mia madre, alla società; dalla vita, a “Dio”…)
Tra i “malanni”, vi era la mia incapacità di ricordare le cose. Ho sempre vissuto, anche a scuola, con la tragedia di “perdere nozioni” acquisite l’attimo prima…so che capita ad altri in misura contenuta, anche a chi non ha subito abusi, ma nel mio caso era patologico. Ero un ottimo studente che però “perdeva” le cose imparate…”a memoria”.
Quello che ho notato, e vorrei condividere la cosa con tutti, al fine di spingere i titubanti e gli altri “possessori di cassetti chiusi” a lavorare di più, è che sin dalla prima volta in cui uno dei “brutti ricordi” è esploso fuori dal suo “nascondiglio pieno di ragnatele”, ho subito notato che riuscivo a studiare meglio, il doppio, con più partecipazione e senza sentirmi sotto minaccia di “interrogazione” (i miei insegnanti mi domandarono cosa avessi fatto). Ora che sono riuscita a trattare almeno 3 memorie, noto che il miglioramento è incredibile! Oggi, in una mattinata, ho appreso cose di chimica (magari non le ricordo tutte, ma le ho capite!!!) che non avevo capito in mesi di scuola.
Oltre a ciò, riesco a essere più serena vicino alla gente, ad avere più pazienza. Ho il doppio dell’energia e della fiducia, ricordo anche volti di esseri umani sorridenti e gesti “amici”.

Sento che è importante sollecitare quelle persone che custodiscono il loro “cassetto pieno di brutti mostri” sigillato e con la chiave nascosta, a lasciarsi andare. Buttatevi nei ricordi, affrontateli, e vedrete che è meno peggio di quanto sembra! Vi assicuro che si può riuscire a trattare una memoria alla volta. Basta avere fiducia in noi stessi e nel fatto che le altre persone non ci ameranno meno perché abbiamo mostrato loro “gli scheletri nell’armadio”. Semmai di più.
Per cui, non abbiate paura dei giudizi, delle pene sofferte, del “salto nel vuoto” che vi creerà timore di “perdere voi stessi”…giù! Vi assicuro che nessuna persona potrebbe sapere meglio di me cosa significhi avere “cose subite o fatte” da digerire o per le quali domandare “perdono”. Sono qui a dirvi di osare. Non sarà facile, e forse non basteranno una sola seduta o due di picchettamenti (però chissà…tentar non nuoce!), ma con EFT e un po’ di fiducia riuscirete a farcela.

 

L.A.

 

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