+393356646951

Violenza in famiglia

Violenza in famiglia.

 

Dario è un nuovo amico.

Siamo tranquillamente seduti a tavola e mi sta raccontando degli episodi importanti della sua vita.

D’un tratto Dario inizia un racconto molto toccante, un fatto avvenuto quando aveva circa 5 anni.

Era in macchina assieme ai genitori ed al fratello; il padre stava litigando con la madre così violentemente al punto di alzare le mani su di lei urlandole male parole. Nel racconto Dario esprime quanta fosse stata la sua paura e si fosse sentito impotente e piccolo alla vista di quella scena, si ricorda anche che gridava cercando di fermare il litigio tra i genitori, ma senza riuscire a farsi ascoltare. Sono passati più di 45 anni, ma Dario si emoziona profondamente ed un groppo gli sale improvviso facendolo scoppiare in lacrime mentre continua il racconto.

Mentre lui parla e piange gli faccio SET su una mano: in effetti non abbiamo ancora parlato esaustivamente di queste tecniche che utilizzo, mi sento di seguire il flusso che mi porta ad intervenire a sua “insaputa”.

Faccio mentalmente una richiesta “a chi di dovere” per avere il permesso di intervenire con la tecnica e sento che questo mi viene concesso.

Il pianto si affievolisce un po’ e Dario è profondamente scosso dal racconto. Ricorda l’arresto improvviso della macchina e del padre che sbatte fuori dalla portiera la madre, ricorda il punto esatto dove questo avviene.

Non lo interrompo, ma applico un set completo di logosintesi sul film che sta vivendo. Pian piano la tensione si allenta ed il pianto cessa. Dario si sente più liberato ed un po’ spossato…. più tardi lo metterò al corrente di ciò che ho fatto a sua insaputa e sorridendo mi conferma il permesso ad agire con le tecniche.

 

Qualche tempo dopo propongo a Dario di passare su quella strada e di “concludere” il lavoro di trasformazione di quel ricordo traumatico. Ogni volta che Dario si ritrova a passare nei paraggi il ricordo di quell’evento è vivo.

Ci fermiamo sul punto esatto dove allora si era fermato suo padre. Non sente nulla di particolare e si sente tranquillo, il posto non suscita in lui nessuna particolare emozione.

Mi dice anche che ricorda l’evento come fosse solo un ricordo lontano. Facciamo un set completo di logosintesi: alla fine Dario si sente molto leggero e sereno. Mi dice: – “non ho neanche un pensiero in testa, sto molto bene!” – sorridendo.

E il ricordo? Il posto suscita ancora qualche emozione forte? Mi dice “no, è un posto come un altro…”.

Il ricordo traumatico è diventata storia e l’emozione vincolante che lo rendeva doloroso è stata integrata.

 

 

Trieste, 21 marzo 2012

Laura Sgambati

  •  

    0 Comments