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TAI arte interna e una situazione di disagio sul lavoro

Caso pratico arte interna di TAI: disagio sul lavoro

Giovanni manifesta un disagio riferito all’ambiente di lavoro.
Il solo pensiero di arrivare nell’atrio dell’edificio dove lavora, gli crea ansia ed una sensazione di pesantezza al petto, che non riesce a definire meglio.
Non essendoci un’emozione precisa, decido di usare le parole “l’energia di questo luogo”, in accordo con il cliente.
Stabiliamo inoltre che l’obiettivo su cui focalizzarci sarà il trovare il lavoro perfetto per lui.
1. Libero l’energia contenuta in questo luogo, e la guido nel mio centro.
2. Elevo la frequenza di quest’energia, in accordo con il mio sé superiore.
3. Oriento quest’energia verso l’obiettivo di cambiare strada e raggiungere il lavoro perfetto per me.
Sui primi due punti avverte una sensazione di farfalle nello stomaco che poi si dissolve, lasciando il posto a leggerezza sul terzo.
Lo faccio tornare con la mente all’ingresso del palazzo e la sensazione di pesantezza non c’è più. Quindi lo faccio proseguire fino all’atrio.
Qui sente un’atmosfera cupa.
1. Libero l’energia di quest’atmosfera cupa, e la guido nel mio centro.
2. Elevo la frequenza di quest’energia in armonia con il mio sé superiore
3. Oriento quest’energia verso l’obiettivo di cambiare strada e raggiungere il lavoro perfetto per me.
Mentre è sui vari centri, vede una nebbiolina che si dirada e lascia il posto alla luce.
Ripensando di trovarsi nell’atrio, non sente più l’atmosfera cupa, quindi andiamo avanti fino agli ascensori. Qui, se ci pensa, vede dei cani neri che gli abbaiano contro.
Io decido di cambiare la prima frase de “libero” ad “attingo”.
1. Attingo all’energia della rappresentazione dei cani neri e la guido nel mio centro.
2. Elevo la frequenza….
3. Oriento quest’energia..
Sente molto più efficace la frase iniziale con “attingo”. Sente maggiormente l’energia fluire e gli gira un po’ la teste tra il primo ed il secondo centro.
I cani neri spariscono e così la sensazione di pericolo che vi era connessa.
Pensando di proseguire il cammino nell’edificio, arriva al piano in cui lavora e, pensandoci, vede dei pipistrelli malvagi che infestano gli uffici e sente tristezza.
Decido con il cliente di usare l’emozione e non la rappresentazione perché è quella più significativa per lui.
1. Attingo all’energia della tristezza e la guido nel mio centro.
2. Elevo la frequenza….
3. Oriento quest’energia…
Mentre è sul primo punto vede delle piante nere che crescono fuori e dentro di lui. Sul secondo punto continuano a crescere e sul terzo di seccano e spariscono.
Ripensando al lavoro e rifacendo mentalmente tutto il percorso per arrivare al suo ufficio, non si presentano più emozioni o immagini negative. Lo pervade una gran serenità.

Aggiornamento: Giovanni è tornato dalle ferie e non percepisce più l’ambiente di lavoro come ostile o negativo. Anzi, è l’unico ad essere allegro in una situazione di grande pesantezza.

Maila Monteleone

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