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Ringraziamento = commiato

Ringraziamento = commiato

 

Parlando con un operatore EFT del piacere che fa il ricevere ringraziamenti mi sono resa conto che a me invece infastidiscono e anche parecchio, così ho deciso di farci qualche giretto e, tanto per cambiare, è venuto fuori qualcosa di inaspettato…
Ho usato l’EFT creativa, seguendo man mano ciò che arrivava. Questi sono i passaggi più significativi :
“anche se mi sono resa conto che quando qualcuno mi mostra la sua gratitudine questo mi infastidisce molto, mi crea molto disagio, mi amo e mi accetto ……..”
“mi da fastidio quando qualcuno mi considera responsabile dei suoi cambiamenti positivi”
“mi sento a disagio”
“non mi é mai piaciuto molto essere ringraziata, almeno per quel che mi ricordo…”
“ho una reazione di rifiuto e di disagio”
“non voglio essere ringraziata, anche se non so il perché “(stretta allo stomaco)
“ho il fastidio per la gratitudine nello stomaco”(mi viene da piangere)
“i ringraziamenti mi fanno venire un nodo nello stomaco e un nodo nella gola”
“anche se non so il perché “(faccio qualche giro sui due “nodi”… l’intensità aumenta, mi si blocca il respiro, finché finalmente …)
“ogni volta che qualcuno mi ha ringraziato poi se ne è andato per la sua strada”
“ogni ringraziamento è sempre stato l’inizio della fine di quella relazione” (respiro ancora più corto, ma mi mormora la pancia)
“ogni ringraziamento mi prepara ad un commiato, segna la fine del mio pezzo di strada con quella persona”
“ogni ringraziamento è un dolore” (le parole sono strette in gola)
“ho delle difficoltà a lasciare andare le persone…devo avere qualche problema di attaccamento”
“non ho paura del ringraziamento, ho paura dell’abbandono”(emozione intensa, stomaco pieno, respiro corto)
“quando le persone se ne vanno per la loro strada questo mi fa soffrire, ma non ho mai detto che per me il cammino con loro non era ancora concluso”
“tutte queste parole sono ammucchiate in fondo alla mia gola, perché non le ho mai dette a nessuno”. (Da qui si e’ aperto il capitolo, che ho abbondantemente picchiettato, dell’abitudine di essere capace di prestare una spalla per piangere, ma di non essere altrettanto capace di chiedere conforto per me stessa. Alla fine gola e stomaco liberi e pure il respiro si è normalizzato!)
Concludo con qualche giro sulla scelta di provare a cambiare lo schema delle mie amicizie, esponendomi un po’ di più, permettendomi di chiedere anche io una spalla all’occorrenza e accettando la possibilità che se ne vadano comunque.


Cinzia C

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