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Parto cesareo urgente

PARTO CESAREO URGENTE

 

Una donna di 30 anni deve fare un parto cesareo urgente. Si tratta di un pregresso cesareo, con feto podalico, urgente perché in travaglio.

E’ una donna ad alto rischio di complicanze, presenta importanti comorbidità tra cui obesità patologica (BMI = 40), diabete gestazionale, pre-eclampsia, asma bronchiale, disturbo di ansia generalizzata.

Lo stress dell’intervento imminente le provoca una crisi asmatica con dispnea moderata. L’asma aumenta la sensazione di disagio e di ansia.

Tratto l’asma con i farmaci prima del cesareo. La situazione respiratoria migliora ma lo stress è ancora alto.

Prima di entrare in sala operatoria mi dice chiaramente che se la sta facendo addosso.

Dal suo viso traspare una specie di reazione di paralisi. Come se lei avesse consapevolezza di un imminente attacco di panico, di perdere il controllo della situazione.

Comincio a tranquillizzarla con le parole, poi le chiedo di respirare con la pancia.

Di solito la gente si mette a ridere quando dico questo, ma lei invece mi dice che ha fatto anche yoga e che, a dispetto della forma fisica, è un tipo sportivo.

Queste parole mi accendono una lampadina: la signora potrebbe avere la predisposizione mentale a reagire bene ad una tecnica di auto-aiuto.

Prima del parto, tranne in caso di motivata necessità, non è opportuno usare farmaci ansiolitici o ipnotici perché passano la placenta ed addormentano il bambino potendone compromettere le funzioni vitali alla nascita. Lo strumento psicologico è l’unica arma che possediamo per sedare e tranquillizzare la mamma prima della nascita.

Le semplici parole di rassicurazione possono essere inefficaci in presenza di una crisi di ansia che si è innescata.

Il cesareo è urgente ma non urgentissimo. L’ansia durante l’intervento potrebbe darmi dei problemi e fare ripartire la crisi asmatica. Potrei anche trovarmi di fronte ad un attacco di panico con la necessità di fare un’anestesia generale anziché una più sicura anestesia loco regionale per il cesareo. Sono cose che succedono, non di rado.

Decido che posso prendere 5 minuti per fare EFT. Dico all’equipe di aspettare 5 minuti.

La signora si affida a me. Lo stress era di 7/10 prima di cominciare. Un solo giro, uno solo, lo stress scende a zero, la signora mi sorride, dice che sta sognando. Respira anche meglio. Decido quindi di fare un giro di logosintesi, uno solo, la signora pronuncia le parole come se le stesse pensando. Archiviamo il risultato ed entriamo in sala operatoria. Tutto è andato per il verso giusto, nessuna complicanza.

Lo stato di maggiore serenità della donna ha ovviamente contribuito ad abbassare lo stress dell’intera équipe, compreso il sottoscritto.

 

Il marito, dopo l’intervento le ha detto: dopo il cesareo ti sei rilassata! La donna ha risposto: mi sono rilassata prima dell’intervento, restituendomi un sorriso.

La signora ha applicato EFT la notte successiva per rilassarsi in attesa che i farmaci dell’asma agissero sull’ennesima crisi. Ha detto che si è sentita meglio.

La cosa principale, ha detto, ha voglia di tornare a casa e di fare un terzo figlio. Ha voglia di dimagrire e di riappropriarsi della propria vita.

Pensare che un’ora prima del cesareo aveva implorato il ginecologo di guardia  di chiudere le tube ovariche perché non avrebbe più voluto avere figli.

Per fortuna il ginecologo, a priori, non ha accettato di praticare la sterilizzazione.

Ho descritto di un caso di EFT applicato in urgenza che ha permesso di neutralizzare un attacco di ansia in un momento critico e, probabilmente, di riaccendere una fiammella di vitalità in una donna apparentemente trascurata e assopita.

 

Marco Barone

Medico anestesista

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