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Incidente con un cane

Incidente

 

Un pomeriggio, mentre in auto mi recavo in un paese vicino, da un cancello è sbucato correndo un pastore tedesco. Anche se ho frenato, l’urto è stato violentissimo e l’ho sbalzato parecchi metri lontano. E’ morto poco dopo. Io penso di essere a scoppio ritardato perchè di solito sto male quando tutto è finito e rivivo quello che è successo.

Anche in quel frangente sembravo la più presente: ho spostato io il cane a bordo strada mentre la proprietaria a cui era scappato il cane piangeva disperata e si preoccupava dei danni alla mia macchina. Mi hanno fatta entrare a lavarmi le mani sporche di sangue e quando sono tornata in strada c’era la nonnina di cui il cane era l’unica compagnia che lo guardava piangendo disperata. Appena sono ripartita ho cercato di tamponare la situazione con le frasi di logo.(non mi sentivo in grado di fare EFT mentale). Avevo solo un paio di km di tempo perchè stavo andando a trovare mia madrina nella casa di riposo di cui è ospite e lei mi stava aspettando. Ho cercato di abbreviare la visita più che potevo perchè, mentre conversavamo, avevo sempre la stessa scena davanti agli occhi e un groppo allo stomaco in pericoloso aumento.

Già in macchina ho cominciato a picchiettare come mi veniva…

Anche se provo un gran dolore per il cane…. Anche se proprio a me doveva capitare con tante persone che se ne fregano delle bestie… mi sento lo stomaco chiuso…. continuo a vedere il cane che scivola sull’asfalto…. provo un sentimento d’impotenza…

so che ho frenato e sbandato per evitarlo… non è colpa mia… però il cane è morto…

Continuavo a picchiettare però il problema era un altro: io non volevo lasciar andare il dolore che provavo, mi sembrava di uccidere il cane un’altra volta, mi sembrava giusto dover soffrire per lui. “Anche se mi sembra di tradire il cane lasciando andare il dolore che provo…. Anche se è troppo semplice cavarmela così… lui è morto e io sto cercando di star bene… non posso essere così menefreghista…

Un po’ alla volta mi sono permessa di lasciar andare questa resistenza e ho picchiettato su tutto quello che è venuto a galla, compresa la rabbia che ho provato.

Anche se io avrei caricato in macchina il cane e l’avrei portato dal veterinario… se avessi ascoltato il mio cuore l’avrei caricato sulla mia per portarlo… non spettava a me decidere… rispetto la decisione presa… però invece di pianti e lacrime io l’avrei fatto…la mia soluzione non era la loro… va bene così…

Poco alla volta tutto si affievoliva e si sfocava. Dopo che la proprietaria mi ha telefonato per sapere come stavo e ha pianto con me al telefono, altri giri.

Quando poi mi ha detto che, in cinque anni, il cane non era mai uscito in strada e potevano lasciare tranquillamente il cancello aperto senza problemi, altri giri…

La prova che tutto era stato superato l’ho avuta quando sono passata dove era successo e me ne sono resa conto solo dopo.

E’ una strada che percorro spesso e, quando sono sola in auto, qualche volta mi torna in mente, uso le frasi di logo e capita sempre più di rado.

 

Anna Maria

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