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EFT in oncologia pediatrica

EFT su bambini malati di cancro

 

di Deborah Miller

Ho preso un’opportunità che ha cambiato la mia vita: mi è stato dato il permesso di usare EFT con i bambini che hanno il cancro nel reparto di oncologia dell’Ospedale dove vivo. Osservando di continuo profondi cambiamenti nei bambini, nei genitori e nello staff dell’ospedale, ho pensato che è venuto il momento di condividere cosa è venuto a galla e, piena di speranza, poter inspirare qualcuno ad approfittare di ciò che la vita ci può offrire.

Essere stata invitata nell’ospedale è stata la mia opportunità, ma quello che ho fatto e continuo a fare è al di là di quello che avrei mai potuto immaginare. Ho iniziato con l’idea di vedere cosa sarebbe successo a picchiettare con pochi bambini con in cancro. In poco tempo, nel giro di un anno, mi sono ritrovata a lavorare con 135 bambini e più di 500 familiari e con molti membri dello staff, fino ad essere ufficialmente invitata ad insegnare EFT a tutti i componenti dello staff dell’ospedale. Chi l’avrebbe mai immaginato?
Vorrei incoraggiare tutti di approfittare delle piccole opportunità che arrivano, perché non sai mai dove ti potranno portare. Nella mia vita non avrei mai immaginato che avrei lavorato con i bambini ammalati di cancro e che avrei insegnato EFT negli ospedali.
Prendi al volo le opportunità e i doni che ricevi e usali al massimo. Di sicuro da essi nasceranno delle benedizioni. Da quando ho iniziato a lavorare con EFT e la mia energia, l’ospedale ha avuto dei cambiamenti significativi. Condividerò le mie storie per inspirare e dare speranza a chi mi legge.
Deborah Miller, Ph.D.

Che miglioramento della qualità della vita avevano avuto i bambini e il personale del reparto di oncologia in Oxaca, Messico?
A tutti è stato insegnato EFT.

Insegnare e fare EFT con questi bambini è stata l’esperienza più incredibile della mia vita. Non mi ha soltanto aiutato a crescere personalmente, cambiando le mie percezioni e i miei paradigmi in molti modi, ma anche come praticante di EFT.
Quando ho iniziato a fare EFT con i bambini in ospedale, ero curiosa di sapere cosa sarebbe successo malgrado le condizioni e le circostanze inerenti la particolarità del luogo. Con il passare del tempo e con un po’ di incoraggiamento e perseveranza, iniziai a vedere i dettagli e la grandezza di quello che stava venendo fuori. Ebbi la consapevolezza che avvenivano dei veri progressi. Non solo questi bambini stavano meglio fisicamente, ma diminuivano anche il dolore e la nausea, si riduceva la febbre, i loro sistemi immunitari guarivano più velocemente e avvenivano anche profondi cambiamenti a livello emozionale. Si liberavano del loro terrore e delle loro paure degli aghi, delle infermiere, dei medici, della loro malattia, creando autostima e valore in se stessi, per nominarne alcuni.

Oltre a scoprire questi importanti e spesso sottovalutati cambiamenti, ero contenta di osservare che alcuni dei bambini che picchiettavano con me, stavano imparando delle abilità utili nella vita che raramente vengono insegnati loro. In qualche modo veniva ridata loto la dignità perduta che permetteva loro di accogliere la loro malattia ad un livello del tutto nuovo. La dignità apparteneva a loro e reclamavano il loro diritto di guarire, e, di conseguenza, permettevano al corpo di iniziare il processo di guarigione.
Ho visto un bambino dopo l’altro picchiettare da soli, picchiettare con il Tappy Bear (Orsacchiotto da Picchiettare, NdT) e ricordare ai loro genitori di farlo insieme. Iniziarono a scegliere di sentirsi meglio, nelle circostanze peggiori, e di permettersi di essere felici focalizzandosi su quello che c’era di buono, in quel momento, nella loro vita. Questo mi rimandava il mio più prezioso dei trofei: i loro sorrisi e la loro gioia.
La qualità dellaoro vita è migliorata drasticamente per questi bambini, e, di conseguenza, quella dei loro genitori, personale dell’ospedale, il dottore e io.
Questi bambini sono delle anime meravigliose ed è un grande onore lavorare con loro.

Come è nata l’idea di lavorare con EFT e i bambini all’ospedale

Come succede che uno inizi un così intenso, enorme progetto, come usare EFT con i bambini malati di cancro in un ospedale? In modo abbastanza sorprendente,, è iniziato nel più semplice dei modi.
Venni ospitata a partecipare ad una fondazione di raccolta fonti per bambini con il cancro nel parco locale. Avevo appena comprato il mio nuovo Tappy Bear ed ero curiosa di vedere come lo avrebbero accolto i bambini. Quel giorno sono andata fuori nel parco che l’idea seguente: Vediamo cosa succede! Ho passato alcune ore del mio tempo dando una mano ad alcuni bambini a sentirsi meglio.
Questa semplice idea mi ha portato ad un progetto di lunga durata che continua ad espandersi e a riempire il mio cuore di amore.
La mia esperienza quel giorno fu deliziosa. Ricordo che eravamo al parco con i bambini distesi su delle brandine sotto alcune tende di fortuna. E’ piuttosto affascinante vedere questi meravigliosi bambini con queste vesti verde chiaro, con pochi o senza capelli, alcuni calmi, alcuni molto deboli, alcuni con le flebo, alcuni silenziosi, altri distanti

Quel giorno ho lavorato con 4 bambini. La prima era Cinzia. Aveva un viso al quanto rotondo e, benché non vedesse bene da un occhio era molto concentrata. Lei sorrideva ed era disponibile ad imparare EFT, pensando che era divertente anche perché era riuscita ad avere il Tappy Bear .
La faceva sentiva particolarmente rilassata e riduceva il suo imbarazzo. Ero contenta di questo inizio così incoraggiante.
Con gli altri bambini ho avuto successi a diversi livelli. Uno di loro era disponibile ad imparare a fare EFT, un’ altra era troppo scioccata all’idea di avere scoperto di avere la leucemia e picchiettare con i suoi genitori diede loro un po’ di conforto. L’ultimo era piuttosto timido, ma ognuno era rilassato.
In ogni caso Tappy Bear era un metodo soffice e gentile per iniziare la relazione con i bambini, che era molto diversa da quella che avevano con aghi, medicine e l’ospedale.

Dopo che il medico responsabile del reparto oncologico mi vide picchiettare, lanciò l’idea di provare ad usarlo in ospedale. Entrambi avevamo bisogno di pensarci su e ci vollero due mesi prima che ci mettessimo di nuovo in contatto. Il giorno che ci incontrammo fu memorabile per me. Era l’inizio di un lungo viaggio e di un’esperienza di auto formazione particolare nella mia vita.
E’ iniziato semplicemente parlando con un medico di EFT, e dei bisogni che questi bambini hanno al di là delle cure mediche.
Lui mi diede totale libertà di utilizzare EFT come meglio avessi creduto, e con il mio collaboratore di fiducia Tappy (To tap= picchiettare) Bear feci esattamente così.

Prima di tutto ho scelto di insegnare EFT alle infermiere, perché hanno un contatto quotidiano con i bambini. Volevo che loro venissero a conoscenza personalmente delle mie intenzioni e che non si sentissero in imbarazzo per questi strani picchiettamenti e l’uso del Tappy Bear.
Le ho guidate nel fare alcuni “giri” di EFT e finimmo ridendo, sbadigliando e rilassate. Questo ha creato un bellissimo rapporto tra me e le infermiere, che così diligentemente si occupavano di quei bambini.
Quando le ho incontrate mi sembravano particolarmente stressate e stanche dal carico di lavoro nel prendersi cura di questi bambini, soprattutto dal fatto che se ti attacchi in modo particolare a qualcuno di loro può essere difficile e puoi avere delle conseguenze di tipo emozionale, soprattutto se il/la bambino/na non sopravvive. Credo profondamente che avere creato una bella relazione reciproca, abbia contribuito al successo, dal momento in cui mi lasciavano libera nel lavorare con loro e insieme ai bambini.

Sensazioni iniziali
Il reparto di oncologia dei bambini ha una sala d’aspetto dove fino a 25 tra genitori e bambini aspettano di fare i trattamenti e ci sono due stanze con i letti.. Una ha tre letti e l’altra 6.
Il primo giorno in cui entrai nella sala d’attesa fui travolta dalla tristezza, il dolore, il tormento e la paura che sentii, letteralmente parlando, come se fossi stata colpita da un muro pieno di emozioni. Vidi una mamma e un bambino rannicchiati l’uno contro l’altro in un angolo, e c’erano circa altre 30 persone in una simile situazione. Potevo sentire che loro si percepivano soli, rannicchiati nella loro infelicità. Era un’immagine di solitudine, isolamento e depressione che mi intristì profondamente..
Con Cinzia e Tappy Bear, come mio rompi-ghiaccio, i miei dubbi iniziarono a svanire e mi sedetti a picchiettare insieme a lei, osservata da tutti gli altri.
Il suo sorriso era più che una prova che questo era soltanto l’inizio.

Quando iniziai ad usare EFT, i bambini e i genitori che picchiettavano con me, iniziarono a sentire sollievo a diversi livelli. Man mano che il tempo passava e sempre più bambini e genitori imparavano a fare EFT, l’atmosfera del reparto cambio gradualmente.
Questi sono alcuni dei cambiamenti che potei percepire:
– Una mattina entrai nell’ospedale e vidi 4 bambini e i loro genitori che stavano facendo colazione assieme e ridevano. Questo era così evidente, che persino il medico se ne accorse e me lo fece notare.
– Durante un’altra visita, i bambini stavano giocando per conto loro. Stavano giocando e ridendo. Facevano puzzle, disegnavano e coloravano.. Giocavano con la palla e costruendo cose con i Lego.
– Un altro cambiamento era vedere i genitori che parlavano, condividendo esperienze e aiutandosi a vicenda. Una mamma mi disse che prima di imparare EFT non sarebbe riuscita ad aiutare chiunque altro.. Era così assorbita dai suoi problemi, che non poteva pensare minimamente di fermarsi ad osservare cosa succedeva agli altri, ancora meno di aiutarli. Adesso si sente rafforzata, perché si sente più tranquilla e rilassata nei confronti della malattia del figlio. Credetemi, lei adesso è una di quelle mamme che si fa in quattro nell’aiutare gli altri bambini e i loro genitori.
– Un altro aspetto che mi ha sorpreso è che le infermiere sono più rilassate e sono contente di interagire con I bambini che non hanno paura (o meno paura) di loro o dei trattamenti che stanno per ricevere.
Una deliziosa, indiretta conseguenza fu che l’unico posto in tutto l’ospedale dove hanno dipinto i muri era il reparto di oncologia. E’ passato da un grigio scialbo sulle pareti e porte blu scuro a colori invitanti tipo un bellissimo giallo chiaro con dettagli di animali di peluche e un blu chiaro con scene di vita marina.
I genitori mostravano un evidente riduzione dell’ansia e dell’intensità della paura, così potevano essere allegri con i loro bambini.
Uno dei migliori aspetti fu che sia il medico che le infermiere crearono una complicità più profonda con I bambini quando prendevano le medicine o quando venivano in ospedale per trattamenti ed iniezioni.
Adesso, quando entro nel reparto di oncologia, si sente un’ energia più leggera e confortevole.
La presenza costante della serietà della malattia è ancora presente, ma non l’intensa paura nei suoi confronti o l’inabilità di gestirla. Le risate vengono sentite regolarmente dal reparto.
Per me questi cambiamenti da soli hanno dato valore del mio dono di EFT all’ospedale.

 

Rodolfo, un campione di EFT 
Contatto iniziale 
Rodolfo, 11 anni, era tornato in ospedale perchè aveva un dolore allo stomaco e in un fianco. Fu diagnosticata una massa calcificata nel suo rene destro. Ho picchiettato con lui per liberarsi da questo dolore iniziale e da quel momento in poi, lui continuò a picchiettare con Tappy come un rituale quotidiano. Lasciai Tappy con lui all’ospedale; dormiva con lui e picchiettava con lui quotidianamente. Persino quando tornò a casa lui picchiettava ogni giorno.. Lui promise di picchiettare due volte al giorno e lo fece. I risultati sono meravigliosi.

Lui aveva l’appuntamento per un’operazione per rimuovere la massa nel rene. Aveva paura di questa operazione e noi picchiettammo per far scomparire queste paure. Nel libro di Louis Hay: “Puoi guarire la tua vita” dice che i problemi al rene hanno a che fare con l’auto-critica. Lo dissi a Rodolfo e lui era d’accordo nel dire che era molto autocritico.
Picchiettammo:
Mi critico troppo.
Mi dico sempre quanto io sia cattivo e come faccia le cose malamente.
Mi abbatto facilmente.
Sono duro con me stesso, proprio come la mia massa calcificata.
Critico gli altri.
Sono duro anche con loro.
Anche la mia famiglia mi critica.
Sono duri con me
Non per niente ho questa massa dura nel mio rene.
Sto male quando agli altri non piace quello che dico o faccio.
Ppicchiettammo:
Scelgo di essere gentile con me stesso
Sono un bravo ragazzo.
Sono un ragazzo in gamba e ho dei talenti.
Dico cose gentili su me stesso e gli altri.
Sono meritevole
Scelgo di premiarmi quando mi comporto bene.
 
Visuallizzare e picchiettare via la Massa Calcificata nel Rene 
Lavorammo direttamente sulla massa stessa. Abbiamo iniziato con l’immaginarla.
Era circa della grandezza di un acino d’uva. Noi vedemmo queste celle precancerose incapsulate nella luce, proprio come l’acino d’uva ha la buccia intorno a se. Chiesi a Rodolfo cosa avrebbe fatto se io gli avessi chiesto di immaginare in che modo rimuovere quella massa.
Lui rispose:” Farla a pezzi con una spada”. Era una spada magica.
Picchiettammo
Uso la mia spada per tagliare quella massa in pezzi, 5 pezzi..
Brucio quelle cellule cattive fino a che rimanga soltanto della cenere e poi la soffio via
Cambio queste cellule cattive in cellule buone.
Anche se I dottori hanno bisogno di toglierle, va bene così.
Significa che devo ricominciare da capo, senza criticare me stesso.
Sono una persona dolce.
Sono dolce con me stesso.
Non prendo le critiche in modo personale.
So quando si parla di me e quando no.
Mi prendo la responsabilità delle mie cose, ma non per quella degli altri
 Finito di picchiettare non aveva più paura dell’operazione. Continuammo
Lascio andare qualsiasi paura nascosta o che ho bisogno di nascondere per apparire forte
Lui iniziò a sbadigliare profusamente mentre picchiettavamo (lo sbadiglio è segno di lasciare andare, liberare l’energia).
Sono un bravo e non cattivo ragazzo.
Cambio le mie paure con la forza (Interiore).
Immaginammo come sarebbe andata l’operazione dall’inizio alla fine e intanto picchiettavamo:
Sto sorridendo e ridendo con le infermiere e I dottori
Mi trattano molto bene
Si prendono cura di me
Vado a dormire senza preoccupazioni
So che il chirurgo sta facendo del suo meglio
Ho 5 angeli con me che si curano di me, dei medici e delle infermiere
Al termine dell’operazione tornerò nella mia stanza e starò bene
Queste immagini gli piacquero molto. Lui mi disse che se avesse avuto paura mentre stava andando ad essere operato, avrebbe picchiettato. Alla fine l’operazione fu rimandata e questo gli diede l’opportunità di picchiettare di più. 

Picchiettare a casa senza e con Tappy
Rodolfo mi promise che avrebbe picchiettato a casa, due volte al giorno (persino senza un Tappy). Lo fece. I risultati erano ovvi. Lui era favoloso quando lo vidi la volta successive. Aveva un gran bel colorito, sorrideva da un orecchio all’altro e aveva un’aria felice anche se stava aspettando di entrare dal dottore . I dolori che aveva allo stomaco, che di solito aveva in ospedale erano spariti.
Non aveva avuto il raffreddore come di solito succedeva.
Quando ricevetti una donazione di Tappy Bears, Rodolfo ne ricevette uno. Penso che sia stato il migliore regalo che lui avesse mai ricevuto. Lui mi fece un gran sorriso e promise di picchiettare ogni giorno e così fece.
Rodolfo è un Campione di EFT
Rodolfo dice il vero sul fatto di picchiettare ogni giorno. Lui usa ancora la sua “spada magica” per sentirsi forte e protetto. Infatti andò oltre a quello che aveva promesso. Lui picchietta ogni giorno con i suoi genitori. Insegnò EFT alla sorella più piccola e ai suoi fratelli, le sue zie e zii, cugini e amici. Due suoi amici vanno a casa sua e picchiettano insieme.
Accipicchia, qui c’è un giovane ragazzo che, non soltanto picchietta attivamente ogni giorno, ma ha capito come si sente bene quando fa EFT e poi si è preso anche l’impegno di insegnarlo alla famiglia e agli amici. Quando lo vedi, capisci quanto stia bene: è favoloso. La sua testa è piena di capelli, è cresciuto e ha uno dei sorrisi più incredibili. Al di là di tutto questo, la cosa più ovvia che noti è che lui trasmette pace. Lo puoi vedere nei suoi occhi.. Questa è la ragione per cui Rodolfo, secondo me, è un Campione di EFT.

 

Picchiettamento mentre un Interno preleva il sangue

 

Ho avuto una deliziosa esperienza nell’aiutare, non soltanto due ragazzini a sentirsi meglio, ma a rilassare un Interno mentre faceva dei prelievi di sangue. Immaginate lo stress di un interno quando deve fare dei prelievi ad un bambino urlante, allo stesso modo se il bambino si muove e fa resistenza.
Mentre l’Interno stava per fare il prelievo a Christopher, iniziai a picchiettare con lui: stava piangendo, e quasi urlando non volendo fare il prelievo. Mentre picchiettavamo, si rilassò e piangeva di meno. Si scordò persino di piangere per alcune volte e dovette ricordarselo da solo: questo è quello che si fa di solito quando qualcuno sta per infilarti un ago.
Picchiettammo:
L’infermiera è una brava signora e farà del suo meglio
Sono rilassato così è più semplice per lei fare il prelievo
Lei è così brava nel suo lavoro, che sarà finito prima che me ne accorga
Non fa neanche male
Sono contento che finirà tutto alla svelta.
Continuai a picchiettare e lui si rilassava sempre più e, prima che se ne accorgesse, il prelievo fu fatto. Il suo braccio non sanguinava neanche.
A questo punto ci mettemmo a parlare di altre cose, come se questo fosse stato quello che stessimo facendo prima che arrivasse l’infermiera. Era finito e dimenticato . Alcuni minuti dopo, dormiva.
L’infermiera mi chiese se potevo picchiettare con un altro ragazzino, Edoardo, mentre gli faceva il prelievo. Attraversai la stanza ed iniziai a picchiettare con lui mentre l’infermiera preparava il necessario. Lui iniziò a piangere perché voleva la mamma, ma mentre picchiettavo e gli parlavo, si rilassò, pianse un pochino poi si rilassò. La guardò mettersi il suo grembiule, la mascherina e i guanti e questo lo fece sentire a disagio.
Picchiettammo:
Lei sta indossando il grembiule e la maschera per essere sicura che tutto rimane pulito
Lei è una brava infermiera che sta facendo in modo che tutto proceda bene.
Lei vuole che vada tutto bene
Sta facendo in modo che tutto sia perfetto
Non devo avere paura
Sono rilassato e tranquillo
 Poi egli vide l’infermiera con la garza di un brutto colore a causa dello iodio per pulire la sua pelle. Potevo vedere il panico sul suo viso.
Picchiettammo
E’ soltanto un liquido per pulire la mia pelle
E’ come il sapone, niente di più, ma ha un brutto colore
Non mi fa male
Non è sangue
E’ come un sapone
Vedi, adesso lei sta usando l’acqua per togliere il sapone
Vuole essere sicura che la tua pelle sia pulita
Lui si rilassò. Mentre l’infermiera faceva il prelievo, lui si mise a piangere perché faceva un po’ male 
Picchiettammo
Sono un bambino coraggioso
Mi rilasso e presto tutto sarà finito
Rilasso il mio braccio così farà meno male
Sono un bravo bambino
Quando tutto fu finito, si rilassò
Picchiettammo:
Adesso che è tutto finito posso rilassarmi completamente
E’ tutto finite e adesso posso rilassare il mio braccio
Mando via il dolore. Non ne ho bisogno
La mamma gli chiese come era andata e lui rispose che non aveva fatto molto male. Persino così giovane (3 anni), sapeva che questa volta era stata differente rispetto alle altre. Potevo vedere la curiosità nei suoi occhi, mentre cercava di capire cosa era successo.
Più tardi l’infermiera mi ringraziò dicendomi che questa era stata una bella esperienza, perché i bambini erano molto più calmi. Mentre picchiettavo con i bambini e vedevo che si stavano rilassando, notavo che anche lei si rilassava e aveva più fiducia in se stessa. Infatti stavo picchiettando per lei come per i bambini attraverso le frasi che stavo usando.
Jonathan se ne va con pace e amore
Jonathan aveva 15 anni quando lo incontrai. Non voleva parlare con nessuno, neanche con me. Era arrabbiato, frustrato e disgustato dal mondo. Decise di chiudersi in se stesso, nel suo mondo di disperazione, dolore e sofferenza della leucemia.
Anche se non voleva parlare con me, gli sarei andata vicino e gli avrei parlato e avrei fatto EFT mentre lui mi guardava.. Conobbi una delle sue sorelle e picchiettavamo per Jonathan.
Il padre di J. morì’ quando lui aveva 8 anni.. Era sempre a casa da solo, perché la mamma doveva andare a lavorare per mantenerli. Lui era il più giovane di 8 bambini.
Un Venerdi J. Stava proprio male. Ebbi una conversazione mentale con lui. Gli dissii che sapevo perchè era così arrabbiato con sua mamma perché non poteva essere lì con lui; per suo padre che era morto e che aveva delle buone ragioni per essere arrabbiato con il mondo. Lui era arrabbiato perché la mamma non poteva volergli bene perché anche lei era ancora come una bambina, quindi non poteva essere lì per lui, e che suo padre morì e lo lasciò solo. Gli dissi che aveva due scelte: Rimanere e guarire con l’amore nel suo cuore o andarsene ed essere nello Spirito. Gli dissi che qualsiasi scelta sarebbe andata bene.. Era una sua scelta. Lasciai l’ospedale con il presentimento che non l’avrei più rivisto. Tornai il Lunedì e lo vidi, con mia grande sorpresa, che stava molto meglio e con più familiari del solito a fargli visita.
Nei mesi seguenti Jonathan fece profondi cambiamenti. Sorrideva, parlava ed era disponibile.
Fece EFT con me ogni volta che tornavo. Usava il Tappy Bear quando non c’era nessuno intorno.
Picchiettai con le sue sorelle e sua madre e con lui sulla sua guarigione, le sue sofferenze, le sue ferite e anche le sofferenze dei suoi familiari. Una delle cose che più voleva al mondo J. Era amore. Facendo EFT lasciò andare molte delle sue resistenze nel ricevere amore.
L’ultima volta che vidi J., lui era veramente felice e contento di lasciare l’ospedale. Aveva uno sguardo di pace nei suoi occhi. Lui disse ad una delle altre madri, prima di andare via, che si sentiva bene, in pace, ma che sapeva che il suo corpo non sarebbe mai guarito. Quando lo incontrai, il suo corpo non rispondeva a nessun tipo di trattamento da mesi. Così, anche se Jonathan morì pochi mesi dopo, lui guadagno qualcosa di altamente importante, incredibile: se ne andò sentendosi in pace, al posto di essere arrabbiato con il mondo; lui creò una guarigione dentro se stesso e nella sua famiglia, che gli permise di provare il loro amore, la cosa che lui voleva di più al mondo. Questo dono rimarrà vivo per lungo tempo.
Dio ti benedica J. per essere un’anima così meravigliosa. Ti ringrazio per avermi insegnato che non posso sempre avere successo nel fare guarire i bambini dal cancro, ma che qualcosa di più grande si può ricavare da questo: la guarigione del cuore e dell’anima.

Karen Danza con Tappy
Paura Rossa
Karen ha 4 anni e due begli occhioni. Ha la leucemia. Il suo viso era tutto rosso con delle macchie.
Le mostrai il T. B. e picchiettammo insieme. All’inizio era timida, ma poi si divertiva. Picchiettammo su Tappy per la sua paura di essersi ammalata: il primo segno della sua malattia era la febbre: tornava in continuazione circa ogni due settimane. La paura era rossa: picchiettammo con l’intenzione di buttarla via insieme alla sua malattia. Da allora il suo viso raramente tornava ad essere rosso e a macchie.
Far Tornare il Papà
Anche se Karen è molto giovane, è incredibilmente intelligente ed ha una grande memoria. Visto che ha così tanta memoria, le chiesi se si ricordava come mai si era ammalata.. Lei mi rispose che il suo papà tornava quando lei era ammalata .Lui era via.
Picchiettammo:
Ho dovuto ammalarmi, per fare tornare a casa il papà
Lui tornava a casa perché io ero ammalata
Lui tornava a casa a prendersi cura di me
Ho dovuto ammalarmi per farlo tornare a casa
Sono una brava bambina e non devo ammalarmi perché il papà torni a casa per rimanerci
Posso guarire
Quando iniziai ad accennarle che poteva sentirsi salva nel guarire, lei si stancò, come se fosse stato troppo lasciare andare questa convinzione.

 

Danzare con Tappy
Il giorno dopo, picchiettai con Karen e Geraldine. Ognuna di noi aveva un T. B.. Picchiettavo sui suoi bottoni e loro ripetevano quello che dicevo. Ripresi da dove avevamo lasciato il giorno prima.

Picchiettammo:
Non devo essere ammalata per avere papà a casa
Sono amata sia che io stia bene o che stia male
Posso stare bene e avere l’amore di tutti e due i miei genitori
Sono una brava bambina
Posso guarire
Il mio corpo guarisce
Sono amata.
Sono un angelo.
Sono amore

Un bottone si accese quando picchiettarono che loro erano amore. Aprirono gli occhi come non le avevo mai viste fare prima d’allora. Poi insieme si alzarono, misero gli orsi in cima alle loro teste, ed iniziarono a danzare nel reparto. Danzavano con molta gioia. Non avevo mai visto così tanta gioia in questo reparto prima di allora. Tale gioia ci fece sorridere tutti.
Karen:
Mi piace toccare il T. B, perché è così affettuoso. 
Emilio, un bambino con il cancro e le sue paure
Emilio ha la leucemia. La prima volta che lo vidi, era da solo nel suo letto, pallido, triste e senza energia. Mi vide arrivare con il T. B. e poteva vedere la curiosità nei suoi occhi: Chi era questa donna e perché aveva con se questo orso di peluche? Gli chiesi se voleva usare le sue dita magiche. Lui fece un cenno del capo. Quando gli chiesi se era triste o avesse dolore, lui mi rispose che era senza energia: picchiettammo sull’energia. Era meno pallido e si sedette sul letto.
Paure
La volta dopo che lo vidi aveva ancora un bel colorito e mi disse che si sentiva addosso molta più energia e che era molto meno stanco. Sorrideva così apertamente che era una delizia vederlo.
Decisi di scoprire se aveva qualche paura: ci pensò un attimo poi mi disse di si. Gli chiesi di che colore erano le sue paure e lui mi rispose che non avevano colore, ma la forma di un animale, chiudendo gli occhi mi disse che pensava ad un cane…quando gli chiesi se era feroce, lui assentì con vigore.
Picchiettammo:
Ho questa paura ed è come un cane
E’ un cane cattivo
E’ un cane nero e cattivo
Mi fa paura
Non mi piace
Mi fa paura
Potrebbe farmi male
Penso che forse al cane piacerebbe un po’ di attenzione come a me
Forse anche lui ha bisogno di amore
Potrei cambiare il cane cattivo trattandolo gentilmente
Penso che gli darò qualcosa da mangiare così si sentirà meglio
Cambio questo cane cattivo in un cane gentile, un cucciolo, un cane amichevole
Gli chiesi di chiudere gli occhi e di guardare la paura che era un cane. Lui lo fece e aprì velocemente gli occhi con uno shock sorprendentemente piacevole sul suo viso: disse che era un cane bravo. Sorrideva da un orecchio all’altro. Gli chiesi se gli mancava la sua famiglia, certo rispose. Gli dissi di picchiettare mentre vedeva la sua famiglia negli occhi della mente e che loro erano sempre vicini: così accadde.
Il giorno dopo l’infermiera mi raccontò che Emilio le aveva raccontato raggiante come avevamo usato il T.B. per liberarsi dalle sue paure.
Mentre lavoro con questo ragazzino ed osservo come lui sia entusiasta sul fatto di guarire e di avere un modo di liberarsi dalle sue paure, il mio cuore è colmo e le lacrime sono nei miei occhi.
La Promessa
Alcune settimane più tardi, Emilio era nell’Unità di cura Intensiva con un’infezione intestinale. Lui mi disse che l’infezione era verde, un brutto verde. Usammo il Tappy Bear per far scomparire l’immagine. Mentre picchiettavamo, lui decise di bruciare quel brutto verde. Ci mettemmo un po’, ma dopo un po’ ci riuscimmo. Noi lo sostituimmo con un’energia guarente.
Ora che avevamo picchiettato molte volte insieme e si fidava di me, gli chiesi se lui si ricordava la prima volta che si ammalò. Senza dubbio, lui rispose tre anni fa, quando il suo fratellino si ammalò.
Lui era impaurito, le sue paure erano come un sacco di cani cattivi. Picchiettammo per lasciare andare queste paure.
Gli chiesi se c’era qualcosa d’altro.. Disse che aveva paura per il suo fratellino, così lui promise di ammalarsi, così suo fratello poteva stare meglio. Stentavo a credere a ciò che stavo ascoltando.
Che promessa incredibile! Come fa uno a guarire se sta mantenendo una promessa così potente?
Picchiettammo_
Avevo paura per il mio fratellino e mi ammalai al suo posto.
Lui guarì e io rimasi ammalato.
Pensavo che stavo facendo una bella cosa per farlo sentire meglio.
Non sapevo che sarebbe guarito da solo.
Poi io non guarii.
Sono un bravo bambino.
Ho promesso che mi sarei ammalato perché amo tanto il mio fratellino.
Scelgo di ammalarmi per mio fratello, ma non serve più.
Adesso so che mio fratello guarirà e anche io posso stare meglio.
Mi libero dalla promessa di essere ammalato per lui.
Adesso posso guarire.
Lui disse che la paura era passata, ma potevo vedere che qualcosa era rimasto dallo sguardo del suo viso. Così gli chiesi di dare un’altra occhiata alla sua malattia. Questa volta aveva un dolore nella parte sinistra del petto/cuore. Gli chiesi se si sentiva in colpa e lui rispose di si.
Picchiettammo:
Mi sento in colpa perché ho promesso di ammalarmi perché mio fratello si senta meglio
Sono un bravo bambino nell’avere fatto quello che io pensavo fosse il meglio.
Non sapevo cos’altro fare, ma adesso sono libero di guarire.
Lui sembrava proprio sollevato. Subito dopo volle chiudere gli occhi e dormire. Non c’è come un profondo sollievo che ti porta a volere dormire.
Quando lo vidi la volta dopo, lui aveva un aspetto meraviglioso, felice e sano. Suo padre disse che stava molto meglio.

Love from Deborah Miller
Tratto da emofree.com
Ringrazio Daniela del Lago Maggiore per la traduzione
Video sull’esperienza di Deborah (in inglese) http://www.youtube.com/watch?v=oo2_F61uIow

Deborah Miller
http://www.findthelightwithin.com – Sito di Deborah (Inglese e Spagnolo)
ddmiller7@yahoo.com
Certified Prosperity Guide
Certified Spiritual Response Therapy (SRT)
Practitioner Emotional Freedom Techniques (EFT) Practitioner – EFT-CC
Reiki Master

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