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Anoressia

Eft e Anoressia

 

“In verità la persona non è guarita dall’anoressia ma ha fatto un primo e importantissimo passo, quello di cambiare e di farsi ricoverare in una clinica specializzata. Come operatore sono soddisfatta perchè con eft è avvenuto un grande cambiamento dentro quella donna e cioè il “mi amo e mi accetto così come sono e mi rispetto” ed è importante per lei che ora si affidi alle persone che sono in grado di accompagnarla giornalmente nel suo percorso. Io andrò comunque a trovarla di tanto in tanto e continuerò a suggerirle qualche frase da ripetersi nei momenti di difficoltà fisica o emotiva”.

Il caso della signora Anna 50 anni, in ospedale per anoressia.

Anna soffre di anoressia e in questi ultimi tempi è peggiorata molto e ha rischiato la morte. Convinta dal fratello a farsi ricoverare, l’anno intubata per un alimentazione forzata, lì però ha capito il rischio che stava correndo.

Mi chiede aiuto il fratello che non sa più cosa fare.
Vado a trovarla in ospedale, e vengo presentata come un amica che passava lì per caso, per non metterla sulle difensive ma anzi, per riuscire prima di tutto a farmi accettare.

Lei si stava lamentando dell’intestino bloccato e del vieto del dottore di fare i suoi abituali clisteri. Per lei è ormai abitudine/dipendenza fare i clisteri proprio per liberarsi del cibo il più presto possibile.

Le propongo eft sull’intestino bloccato.

Facciamo un giro su: Anche se ho l’intestino bloccato mi amo e mi accetto… e vado bene così come sono.

Si rilassa molto, le chiedo come sta e mi dice che in ospedale si annoia visto che ormai non le fanno più esami o controlli.

Anche se sono qui in questo ospedale e mi annoio e vorrei essere a casa mia, mi amo e mi accetto profondamente e completamente. E sono aperta alla possibilità di una nuova vita quando tornerò a casa.

Anche se tutto il mio sistema digestivo non funziona, mi amo e mi accetto così come sono e mi rispetto.

Anche se ho rischiato di morire mi amo e mi accetto così come sono e ho tutte le capacità per avere una vita piena e felice.

Finiamo così perché arriva il Dottore ma prima di salutarla le indico un fiore Californiano legato all’accettazione di se stessi e le chiedo di picchiettarsi soprattutto sul “mi amo e mi accetto così come sono” prima di ogni pasto.

Il giorno dopo mi chiamano i famigliari: Anna ha chiesto di aggiungere la minestrina al suo solito pasto e, la sera, quando è arrivato il marito a trovarla ha avuto il coraggio, dopo anni, di reagire agli atteggiamenti del marito che non le piacciono e non l’aiutano dicendogli di non portare i suoi problemi quando la va a trovare e che lei ha bisogno di dolcezza!

Dopo qualche giorno anche il suo intestino ha cominciato a funzionare senza aiuto di clisteri e senza più dolori e ha chiesto che l’andassi a trovare ancora.

II Incontro:
Le chiedo se se la sente di entrare un po’ più dentro al suo problema, il problema per cui è finita in ospedale rischiando di morire. Accetta ed è molto serena.

Le chiedo di parlarmi del problema cibo, e di come si sente quando si avvicina l’ora di pranzo. Mi risponde che non ha nessun problema con il cibo e che mangia volentieri la sua bistecchina con la verdura .

Chiedo:E dopo cosa succede?  Mi sento gonfia come un pallone e non vedo l’ora di liberarmene.

Anche se quando mangio mi sento gonfia come un pallone e non vedo l’ora di liberarmene mi amo e mi accetto….

Se ci fossero delle emozioni dentro la pancia quali sarebbero? Boh

Anche se ci fossero delle emozioni che non digerisco …
Anche se non conosco queste emozioni mi amo e mi accetto e voglio liberarmene nel migliore dei modi.
Anche se ho lo stomaco pieno di emozioni non digerite mi amo e mi accetto completamente e profondamente e le lascio andare.

Sente che nello stomaco qualcosa va giù, come un senso di avere “digerito”.

Se tu potessi ridare indietro queste emozioni a chi le daresti? A mio padre che mi faceva arrabbiare e dopo mi rimaneva lo stomaco aggrovigliato.

Anche se mio padre mi faceva arrabbiare mi amo e mi accetto profondamente e lascio andare la rabbia trattenuta nello stomaco da tutti questi anni.
Sui punti: Sono arrabbiata con papà , questa rabbia che ho ancora verso mio padre, lascio andare questa rabbia.

Finiamo qui ma mi chiede di potersi scrivere una frase da ripetersi da sola:

Anche se ho lo stomaco gonfio come un pallone, pieno di emozioni, mi amo e mi accetto completamente e profondamente e scelgo di lasciarle andare nel modo giusto per me.

Dopo qualche giorno mi chiamano i famigliari: Anna è stata dimessa dall’ospedale perché ha raggiunto il peso sufficiente per essere fuori pericolo e con lo stupore del fratello ha accettato di buon grado di entrare in una clinica specializzata.
Aveva sempre rifiutato di entrare in un posto simile, voleva solo stare a casa sua per poter continuare con le sue abitudini e atteggiamenti. Ora finalmente ha scelto di cambiare e di farsi aiutare con un emozione di pace e serenità.

Ancora tanta strada dovrà fare per trovare una stabilità fisica e emotiva ma il primo grande passo l’ha fatto.

 

Stefania Scarabelli
Naturopatia Bio-terapeuta Eft III liv.

info@stefaniascarabelli.com
www.stefaniascarabelli.com

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