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Bambini di seconda

EFT sui bambini di seconda elementare

 

23-11-2007

 

EFT ribattezzato Picchio, picchio con i bambini della Scuola Elementare

Sono un’insegnante di scuola materna e ho iniziato ad interessarmi all’EFT nel mese di Maggio del 2007 e lo sto usando con i bambini della mia classe, sporadicamente, quando piangono o fanno i capricci . Ho spiegato a tutti i bambini della mia classe come picchiettare e i più grandi (4 anni!) hanno capito quando utilizzarlo; ma non ho insistito più di tanto perché ci sono molti bambini piccoli.
Così ho pensato di sperimentare EFT con i bambini delle classi elementari vicine.
Ho avuto l’occasione di parlarne con la mia direttrice la scorsa estate e lei, voi non ci crederete, non ha avuto nessuna perplessità, anzi…mi ha appoggiato subito con una frase del tipo: “Perché no?!” (Incredibile vero?) … e, così, dopo essere andata sul sito di Andrea, mi ha dato il permesso di distribuire del materiale di EFT alle insegnanti della Scuola Elementare: tre di loro hanno aderito alla mia proposta.
L’accordo sia con la Direttrice che con le insegnanti è stato quello di spiegare eventualmente ai genitori che è una tecnica di rilassamento che avrebbe aiutato i bambini a vivere la scuola con più serenità.

Credo che riuscire a dare ai bambini e agli adolescenti una tecnica come EFT per stare meglio emotivamente e fisicamente sia un potente strumento di prevenzione del disagio e, naturalmente, sarebbe bello che venisse insegnata in ogni ordine e grado ad allievi ed insegnanti.

A questo punto nel mese di Novembre è iniziata l’avventura….

Le classi erano due, con circa 20 bambini ciascuna.
Ero particolarmente avvantaggiata perché la quasi totalità dei 40 bambini mi conosceva già essendo stati nella scuola materna dove insegno.

Entro nella classe con un grande orso dei miei figli quando erano piccoli.
I bambini vedono i punti bianchi messi sull’orso Arturo (ho appiccicato sull’orso dei feltrini bianchi che si usano per le sedie sui punti meridiani fermandomi alla sequenza corta) e mi chiedono se ha i brufoli o il morbillo. Una bambina, senza che io abbia spiegato ancora niente, dice: Sono dei punti speciali…
Io spiego loro chi sono e presento l’orso Arturo e dico che mi aiuterà ad insegnare loro una “cosa” magica e un po’ strana.
Racconto che quando ero piccola e la mamma mi sgridava , andavo a rifugiarmi, accoccolata, sulla poltrona a piangere, triste e arrabbiata aspettando che mi passasse…
Così ho detto ai bambini che se avessi conosciuto questa “magia”, mi sarebbe passata in pochi minuti e sarei potuta tornare a giocare senza sentirmi triste.

Facciamo finta che io sia una bambina di sette anni e che la mamma mi ha sgridato perché ho rotto un bicchiere e dico: Anche se la mamma mi ha sgridato perché ho rotto il bicchiere del servizio buono…se sono triste e arrabbiata con la mamma perché mi ha sgridato sono una bambina meravigliosa… Intanto mostro i punti su cui picchiettare.
Spiego ai bambini che anche loro possono fare la stessa cosa quando la mamma, il papà o la maestra li sgridano oppure quando hanno paura—
Parliamo delle loro paure: del buio, degli alieni, di andare da una stanza all’altra della casa, del Tirannosaurus Rex, degli squali, di annegare, dei mostri, di sbagliare, della scuola, del cimitero, degli scheletri nel buio, del Dr. House, di leggere, del giudizio degli altri, di Jupa Capra.
I bambini mi raccontano che hanno visto un programma alla tv con questa Jupa Capra che io non sapevo chi fosse e un bambino ha detto: “Ho paura che venga ad ammazzarmi!” così al momento picchiettiamo insieme dicendo: Anche se ho paura di sognare J. C…se ho paura che venga ad ammazzarmi…se ho paura di incontrarlo quando vado in bagno…in un’altra stanza, al Supermercato…sono un bambino coraggiosissimo e potentissimo come Superman o Spider Man…
A. dice: Io sono arrabbiato con D., io gli chiedo la causa e lui mi risponde: “ Boh, non so!”. Allora io dico: Anche se io sono arrabbiato con D. e non so bene il perché, sono un bambino meraviglioso…
M. dice che ha paura di leggere (poi la maestra mi spiegherà che, in realtà, ha paura del giudizio) e A. dice: “Mi fa schifo leggere e diciamo delle frasi: “Anche se non mi piace, ho paura, mi fa schifo leggere, sono un bambino bellissimo…
Poi spiego che possono usare questa magia anche quando non riescono a staccarsi dalla tv o dalla play-station e faccio finta di essere un bambino in conflitto davanti alla tv: “Devo andare a fare i compiti… ma no, mi guardo ancora un po’ di tv…ma se non faccio i compiti domani la maestra mi sgriderà… e allora potrei dire:
“Anche se non riesco a staccarmi dalla tv, non riesco ad alzarmi dal divano per andare a fare i compiti…”
Ho chiesto ai bambini di picchiettare tutti insieme e ognuno sceglieva su cosa picchiettare…
Mi sono scordata di spiegare ai bambini, inizialmente, di valutare da 0 a 10 quanto erano arrabbiati, tristi o impauriti, ho cercato di spiegarglielo e loro mi hanno detto che avevano capito, qualcuno mi ha risposto : “Adesso sono a 5!” e M. mi ha detto: “Adesso non ho più paura…”
I bambini hanno poi disegnato individualmente un orso con i punti magici da picchiettare e gli hanno dato un nome.
Alcuni di loro erano insicuri e critici rispetto a come disegnavano e si confrontavano con i più “bravi”.
Mentre disegnavano ho aggiunto che potevano picchiettare i punti magici anche nel caso soffrissero di “mal d’auto” o quando avevano un dolore in una parte del corpo prima di andare a giocare a calcio o fare ginnastica ritmica…
Una bambina si lamentava perché non riusciva a disegnare l’orso e, così, l’ho picchiettata sul punto Karate della mano e sul viso con frasi del tipo: Anche se non mi piace l’orso che ho disegnato…se ho paura di sbagliare a disegnare l’orso…se penso di non essere capace di disegnare l’orso…poi le ho proposto di buttare via il foglio e prenderne un altro e ricominciare da capo…lei ha accettato , ha solo cancellato la testa e poi l’ha finito senza altre cancellature e sembrava abbastanza soddisfatta.
Ogni tanto arrivava A, una bambina e mi chiedeva di scriverle le “parole magiche” e io, con la mia brava rigidità mentale pensavo alle scontate “abracadabra” e cose del genere, dopo la terza volta, finalmente, ho capito che le parole magiche erano: “Sono una bambina MERAVIGLIOSA, BRAVISSIMA, SIMPATICA, CORAGGIOSA, ecc.”
A parte qualche momento di distrazione, i bambini erano partecipi e incuriositi da un’esperienza un po’ diversa dal solito…
Alla fine volevano che lasciassi loro l’orso di peluche e venivano ad abbracciarlo. Ho suggerito di usare un orso in classe o a casa nel caso si vergognassero di picchiettare i punti magici di fronte a qualcuno…
Ho proposto alle insegnanti di tenere un quaderno dove segnare le frasi dei bambini e di mettere a loro disposizione qualche orso di peluche in classe.

 

 

30 Novembre 2007 Mattino

 

Oggi sono tornata in una delle seconde elementari per verificare se i bambini ricordavano come picchiettare e se lo usavano.
I bambini si raccontano:

M.: Io ero triste perché la mamma mi aveva sgridato perché non avevo portato a casa il quaderno per fare i compiti
V.: Ieri avevo fatto un volo dalla bicicletta e mi sono grattato la pelle della schiena e usciva sangue: Anche se sono caduto dalla bicicletta sono un bambino meraviglioso
S.: Ho fatto i punti magici sul mio orso con una siringa-pennarello: li ho disegnati sopra l’orso. L’orso era arrabbiato perché la mia mamma l’ha sgridato perché ha rotto qualcosa di molto prezioso per la mamma: Il portafotografie con la foto di quando andavo all’asilo
S.: Io ero triste Sabato passato perché non sono andata in piscina perché avevo la febbre: Ero in cameretta: Anche se avevo la febbre e non potevo andare in piscina ero una bambina meravigliosa.
Poi mi è successo un’altra cosa: stavo spostando il tavolino dal tappeto per saltare con la corda sopra il tappeto, e ho rotto il piatto della Sardegna. Piangevo perché la mamma era arrabbiatissima con me e mi sono punita da sola e sono andata in cameretta e ho picchiettato: Anche se ho rotto un piatto della Sardegna che la mamma era affezionata tantissimo…sono una bambina bellissima.
C.: Avevo mal di testa forte forte, ero a letto, stavo dormendo, mi sono svegliato e mi sono picchiettato: Anche se ho il mal di testa sono un bambino stupendo.
J.: Io ero sul divano a guardare la tv, volevo andare fuori ma ero in pigiama e non avevo voglia di salire le scale: Anche se non ho voglia di salire le scale, sono una bambina meravigliosa
A.: Io ieri sono andata al Bowling a prendere mia sorella, eravamo là da 5 minuti: Mamma, posso giocare? La mamma si è arrabbiata e mi sono messa a piangere: Anche se non posso giocare, sono una bambina bellissima.
M.: Io Giovedi questo sono andata da mia zia, sono caduta per strada, ho battuto il mento e mi sono fatta male, ho pianto.
Mi sono messa a picchiettare: Anche se sono caduta e mi sono fatta male, sono una bambina stupenda e la nonna mi ha chiesto cosa stavo facendo: sto toccando i punti magici: Quali punti magici? M.: E’ una cosa che quando stai male, sei triste, sei caduta, serve per stare bene
D.: Venerdi ho rotto un pezzo di tavolo, sono andato di sopra: Anche se ho rotto il tavolo sono un bambino meraviglioso
S.:…poi l’orsetto si è messo a litigare con me e mi aveva fatto male e io piangevo e infine mi toccavo i punti magici
A questo punto chiedo ai bambini di picchiettare insieme: ognuno pensa al suo problema e lo pensa nella sua testa: alcuni bambini mi raccontano il loro “problema” sul quale picchietteranno subito dopo.
M .mi dice che si sente brutto e io dico al posto suo: Anche se penso di essere brutto sono un bambino meraviglioso e poi dice che ha mal di gola e faccio alcuni esempi dicendo: “Anche se ho la gola rossa come…e S., una bambina piuttosto timida, ha aggiunto: …il fuoco”
Io: “ Brava S.! E tu, come ti senti? e lei ha risposto: “Triste” ma non ha aggiunto altro.
N.: “Da un po’ di tempo mi fa male il tallone…”
W. K.: Io questa mattina ero triste perché avevo perso una maglietta e mia mamma mi ha sgridato…”
V.: Quando ero piccolo mi ero rotto la gamba dentro la ruota e mi fa ancora male…
G.: A me fa ancora male il dito perché mio fratello me l’ha schiacciato nella porta
A.: E’ da molto tempo che ho un “bollo” (livido) sulla gamba, se lo schiaccio mi fa male da tantissimo tempo: ero caduta dalla bicicletta.
R.: Un Sabato dell’anno scorso mio fratello mi ha tirato i capelli e mi ha strappato via una ciocca e mi fa ancora male
Approfitto del fatto che i bambini parlano al passato per spiegare loro che possono picchiettare anche su situazioni successe tanto tempo fa…ma che danno ancora fastidio…
Ringrazio i bambini dicendo che sono molto contenta di loro e prometto di andarli a trovare ancora. Non mi aspettavo così tanta partecipazione…
I bambini erano molto attenti mentre i compagni parlavano.
Le maestre mi hanno detto che D,., un bambino dell’altra classe picchiettava anche a casa per il mal di pancia e ha spiegato ai genitori dei “punti magici”; e che I. picchiettava spesso.
Questa mattina una maestra ha fatto fare EFT ad una bambina disperata perché le si era rotto lo
zaino e, poi, lei rideva contenta.

 

 

3 Dicembre 2007 Pomeriggio

 

Oggi pomeriggio sono andata nella seconda elementare per verificare come i bambini avevano elaborato EFT.
I bambini delle due classi seconde erano mischiati per le attività pomeridiane, quindi alcuni di loro li avevo già visti l’altra volta. Stavano costruendo un cubo di cartone e non avevano tanta voglia di fare EFT.
Comunque alcuni di loro mi hanno raccontato le loro esperienze con EFT che abbiamo chiamato famigliarmente “Picchio picchio”.
D.: Quando papà mi dà uno sberlone io piango vado in camera al buio e picchietto i punti magici (io gli chiedo se picchietta perché è arrabbiato o per lo sberlone) perché mi fa male e per lo schiaffone.
“Anche se mi fa male lo sberlone e sono arrabbiatissimo sono un bambino fortissimo e bellissimo.
C.: Quando mia sorella mi dà una sberla sulla mano e mi manda via dalla sua camera, vado in camera mia e dico: “ Anche se mia sorella mi ha picchiato sono una bambina stupenda”.
M. C.: Io l’avevo fatto a casa perché avevo il mal di pancia e ha funzionato. Anche se ho il mal di pancia sono un bambino meraviglioso
J.: Il papà non ha tagliato l’erba e la mamma ha promesso che l’avrebbe fatto, ma il papà si è messo a dormire e non ha tagliato l’erba: Anche se l’erba è alta e io sono arrabbiata sono una bambina stupenda.
Abbiamo fatto insieme EFT per il male al braccio destro di N., il mal di schiena di A. e per il male al ginocchio, l’ernia al disco e qualche altro male di D.
Anche se ho mal di testa e non riesco a concentrarmi/a stare attento …
Poi sono andata via perché erano particolarmente distratti e sono andata nell’altra classe dove stavano facendo un lavoretto di Natale.
Ho spiegato velocemente la tecnica per una bambina che l’altra volta non c’era che è particolarmente sensibile.
R.: Io lo faccio tutti i giorni perché mio fratello mi combina sempre guai e fa di tutto per mandarmi via. Una volta sono inciampata sulle scale e lui mi ha fatto cadere. Mi fa sempre male la schiena e vado in camera mia: Anche se mio fratello mi butta giù dalle scale, sono una bambina meravigliosa. Io ho fatto i punti magici sul coniglio di peluche, ho preso un pezzo di carta, ho disegnato dei cerchi, li ho ritagliati, dopo ho preso la colla, li ho appiccicati sul coniglio e li ho picchiettati sul coniglio perché era caduto dal letto.
F.: Una volta di sera, era quasi notte, io avevo paura del buio e ho provato a picchiettare: Anche se ho paura del buio sono una bambina meravigliosa. Ho provato un’altra volta ma non ha funzionato perché non avevo il coraggio perché c’erano gli altri.
Spiego ai bambini che si può anche immaginare di picchiettare.
G.: Io lo faccio tutti i giorni perché al bar viene mio cugino, una volta era buio e mi ha pizzicato sulla mano e ho fatto i punti magici: Anche se mio cugino mi fa male io sono una bambina meravigliosa
S.: Un giorno ho saltato dal letto a castello e mi sono fatto male alla gamba. Ho provato a picchiettarmi: Anche se mi sono fatto male alla gamba sono un bambino meraviglioso
S.: L’orsetto mi fa cadere dalle scale e poi io ho sbattuto il mento e, poi me ne vado in cameretta, l’orso mi trova in cameretta che faccio i punti magici e lui mi dice che se io li faccio lui mi picchia, quando lui se ne va io di nascosto li faccio: Anche se l’orso Bonkers mi ha fatto cadere dalle scale, sono un bambino meraviglioso.
G. a F.: “Aiutami a fare i punti magici”. F., mostrandoglieli picchiettando su di sé le dice: Né troppo piano, né troppo forte… ricordando le mie parole dell’altra volta.
R. (quando è caduta dalle scale): Sono una pagliaccia bellissima perché quando mi muovevo mio fratello rideva sempre
I.: Una volta il papà era arrabbiato, io volevo fare uno scherzo a mio fratello (il papà aveva frainteso le sue intenzioni), sono andata a dormire e mi sono detta: Perché non faccio il Picchio, picchio? Poi l’ho fatto e mi sono calmata: Anche se papà mi ha mandato a dormire, faccio questo lavoretto così mi calmo.
A.: Io lo faccio quando mia sorella mi picchia e io sono arrabbiata e vado in camera mia a farlo : Anche se mia sorella mi ha picchiato sono una bambina bellissima
I bambini stanno facendo rumore e due bambini dicono:
C.: Anche se abbiamo fatto baccano siamo dei bambini bellissimi.
G.: Anche se ho paura del buio sono una bambina coraggiosa
M.: Un giorno volevo prendere in braccio mio fratello, la mamma ha detto di no e io mi sono arrabbiata e ho detto: Anche se mia mamma non vuole che prenda mio fratello in braccio, sono una bambina bellissima.
Ad un certo punto i bambini erano stressati e uno addirittura piangeva per il lavoro che stavano facendo, G.diceva di avere mal di testa per l’odore intenso dei chiodi di garofano, così ho preso spunto per dire: Anche se questo lavoro mi fa piangere come quando la mamma sbuccia le cipolle…sono un bambino fortissimo (dovevano infilare i chiodi di garofano nelle arance).
Anch’io ho picchiettato me stessa davanti ai bambini perché avevo portato via inavvertitamente una biro dall’altra classe: Anche se ho portato via una biro dall’altra classe, sono una maestra meravigliosa…e Adriana ha aggiunto sei una maestra super…
N.è arrivato dall’altra classe perché aveva mal di testa e così l’ho picchiettato dicendo: Anche se ho mal di testa come se avessi dentro un (immagina di avere qualcosa nella tua testa) fuoco (di che colore?) rosso, immagino tanti piccoli pompieri che entrano dentro a spegnerlo. Non gli ho chiesto come andava il mal di testa, ma sorrideva…

Le cose raccontate dai bambini potrebbero essere state inventate al momento o essere un misto di realtà e fantasia ma la cosa più importante credo sia stata quella di essere riuscita nell’obbiettivo di insegnare loro una tecnica che li faccia stare meglio a scuola e a casa.

 

Andrò ancora a trovarli per verificare l’uso che fanno di EFT, perché vorrei insegnare loro anche la Procedura Gamut che è utile per la memoria e poi è divertente…ma vorrei anche fare un lavoro più approfondito per aiutarli a renderli consapevoli delle loro emozioni e della loro intensità, dando loro un colore o costruendo per esempio il “Termometro delle emozioni” con i numeri da 0 a 10 o trovare modi divertenti e creativi per fare EFT…

Un grazie alla Direttrice e alle insegnanti che mi hanno permesso di iniziare questa avventura.

Saluti a tutti,

Daniela Bellan

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